Che cos’è, o forse cos’era, USAID

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Nel fine settimana alcune decine di dirigenti dell’Agenzia per lo Sviluppo Internazionale degli Stati Uniti (USAID) sono stati messi in congedo forzato. Altri sono stati licenziati, il sito e i profili social dell’agenzia sono finiti offline e lunedì gli uffici di Washington D.C. sono rimasti chiusi. Elon Musk, il noto imprenditore e capo del cosiddetto “Dipartimento per l’efficienza del governo” (DOGE) ha detto di voler chiudere USAID e di aver già ricevuto l’approvazione del presidente Donald Trump per farlo. Per ora però non sono arrivate conferme.

Dal 1961 USAID si occupa di fornire aiuti umanitari e assistenza per lo sviluppo in decine di paesi in tutto il mondo. Da qualche giorno aveva dovuto ridurre o interrompere molte delle sue attività per permettere alla nuova amministrazione di «rivalutare tutti i finanziamenti» destinati all’estero, con immediate ripercussioni sulle operazioni di varie organizzazioni umanitarie attive in molti paesi, tra cui l’Ucraina. Ora è il suo stesso futuro a essere in discussione: potrebbe essere chiusa, le sue attività molto ridotte e inglobate nelle competenze del dipartimento di Stato (corrispondente al ministero degli Esteri italiano). Lunedì pomeriggio il segretario di Stato Marco Rubio ha detto di averne assunto l’incarico di direttore ad interim.

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USAID era stata istituita dal presidente Democratico John Fitzgerald Kennedy per dare una struttura definitiva al sistema di aiuti internazionali (e di relazioni che ne conseguivano) nato con il “piano Marshall” subito dopo la fine della Seconda guerra mondiale: allora l’ampio sostegno fornito dagli Stati Uniti ai paesi dell’Europa occidentale aveva favorito la ricostruzione e la stabilizzazione politica, anche in ottica antisovietica.

Una missione in Liberia nel 2014 (John Moore/Getty Images)

Dagli anni Sessanta fino a qualche giorno fa USAID ha gestito in decine di paesi in tutti i continenti dei programmi di assistenza medica, istruzione, sostegno ai governi democratici e al libero mercato. Il principale campo di competenza e di spesa è stato per decenni quello della salute, con iniziative anche molto ambiziose per sradicare la poliomielite, per combattere soprattutto nei paesi africani la diffusione dell’HIV/AIDS, o per rispondere all’emergenza della pandemia di Covid-19.

L’altro grande campo di intervento è la risposta alle crisi e alle emergenze causate da eventi naturali o da guerre: l’assistenza umanitaria è stata la principale fonte di spesa nel 2022, superata nel 2023 dal sostegno alle politiche di governo, risultato dei molti fondi erogati all’Ucraina.

– Leggi anche: Gli Stati Uniti hanno sospeso anche gli aiuti esteri, con conseguenze molto concrete

Nel 2023 USAID ha gestito più di 40 miliardi di dollari fra fondi e beni, che corrispondono comunque a meno dell’1 per cento del budget federale statunitense. È intervenuta in 130 paesi: i principali destinatari degli aiuti sono stati Ucraina, Etiopia, Giordania, Repubblica Democratica del Congo e Somalia. I dipendenti e collaboratori dell’agenzia sono oltre 10mila, perlopiù operanti fuori dagli Stati Uniti.

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Aiuti umanitari destinati al Venezuela nel 2019 (AP Photo/Fernando Vergara)

Già in campagna elettorale Trump si era dimostrato particolarmente critico verso i sostanziosi aiuti internazionali erogati dagli Stati Uniti. Nel primo giorno dopo l’insediamento li aveva sospesi per 90 giorni, durante i quali i funzionari del suo governo dovranno esaminarli e valutare se confermarli, modificarli o eliminarli del tutto. Secondo Rubio, la sospensione è coerente con il «mandato ricevuto dal popolo americano di concentrarsi sugli interessi nazionali americani». Rubio ha spiegato che l’analisi di come sono utilizzati i fondi si baserà sulle risposte a tre domande, relative a ogni finanziamento: «Rende l’America più sicura? Rende l’America più forte? Rende l’America più prospera?».

Negli ultimi giorni sulla questione è intervenuto anche Musk, che ha portato l’attacco a USAID a un livello successivo: tra sabato e domenica ha ripetutamente accusato l’agenzia di essere «corrotta» e «ormai irrecuperabile», e di aver usato fondi degli «americani che pagano le tasse per sostenere politiche di estrema sinistra in giro per il mondo», arrivando a definire USAID «un’organizzazione criminale».

Negli scorsi anni USAID e la sua ex direttrice Samantha Power, nominata da Joe Biden, erano stati criticati dal primo ministro ungherese Viktor Orbán, che li accusava di voler «portare valori statunitensi» all’interno della società ungherese. Più in generale, in vari paesi iniziative a favore della democrazia erano state messe in discussione dai movimenti di estrema destra. In alcune occasioni Musk ha condiviso queste critiche in vari post sul suo social network X.

Sabato alcune decine di funzionari di USAID sono stati licenziati con l’accusa di aver cercato di aggirare la sospensione di fondi e progetti. In seguito alcuni dipendenti e collaboratori di DOGE (il dipartimento guidato da Musk) sono andati negli uffici dell’agenzia per chiedere l’accesso a tutti i documenti, compresi quelli che sono soggetti a particolari misure di sicurezza e riservatezza. I due principali dirigenti responsabili per la sicurezza hanno rifiutato loro l’accesso e sono per questo stati sospesi; il nuovo direttore Matt Hopson si è dimesso (era stato nominato da Trump solo pochi giorni fa) e infine Rubio ha annunciato di averne preso temporaneamente il posto.

In una nota inviata al Congresso lunedì il dipartimento di Stato ha fatto sapere che «le attività di assistenza all’estero di USAID saranno analizzate nell’ottica di una potenziale riorganizzazione», perché «l’agenzia si è da tempo allontanata dalla sua missione originale di promuovere con responsabilità gli interessi americani all’estero».

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Gli uffici di USAID a Washington lunedì (EPA/SHAWN THEW)

Domenica sera Trump ha detto ai giornalisti che USAID era gestita da «pazzi radicali», mentre Musk ha confermato di voler procedere alla chiusura dell’agenzia: «Ho chiesto più volte al presidente se fosse d’accordo e fosse sicuro. Ha detto di sì».

Per questa settimana ai dipendenti di Washington è stato indicato di lavorare da remoto, ma lunedì alcune persone che erano comunque presenti nella sede, rimaste anonime, hanno detto che erano già state smantellate varie strutture fisiche: per esempio sarebbero state rimosse dalle pareti le insegne e le foto dei vari lavori svolti da USAID nel mondo. Lunedì un gruppo di parlamentari Democratici ha organizzato una protesta di fronte alla sede di Washington, a cui ha partecipato un centinaio di persone. Hanno provato a entrare forzando il divieto per i dipendenti di presentarsi in ufficio, ma sono stati fermati.

In una lettera congiunta al segretario di Stato Rubio alcuni senatori Democratici hanno sottolineato come ogni progetto di riorganizzazione di USAID debba passare dall’approvazione del Congresso, dove comunque i Repubblicani hanno la maggioranza.



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