Startup e scaleup lifescience, scenario e opportunità con EIT Health

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Quando si tratta di lifescience e di innovazione l’Italia ha molto da dire. Lo ha in molti modi: si tratta di un settore industriale molto importante per l’economia del Paese tanto che la farmaceutica è la prima voce di esportazione e si tratta di uno dei settori che gli investitori considerano strategico. Naturalmente gli investitori che hanno deciso di dedicarsi a questo tipo di investimenti che richiedono profonde conoscenze e molta pazienza e tempo. Le startup e scaleup lifescience sono quindi protagoniste dell’innovazione made in Italy, basta solo ricordare che la prima azienda tecnologica italiana a quotarsi al Nasdaq è stata proprio una scaleup lifescience, Genenta che ha debuttato nel novembre del 2021. Inoltre va sottolineato che gli ultimi sugli investimenti in startup in Italia relativi al 2024 evidenziano come, per valore, sono proprio le startup lifescience quelle che hanno attirato i maggiori capitali: circa 300 milioni di euro sul totale di 1,5 miliardi di euro complessivi (qui il dettaglio) .

Un settore importantissimo anche in chiave europea e qui ci viene in aiuto ricordare il fatto che l’azienda del vecchio continente con la maggiore capitalizzazione è proprio una lifescience, la danese Novo Nordisk . Questi sono solo i picchi di un iceberg che è tutt’altro che nascosto e che ogni giorno mostra la sua forza sia in termini di capacità innovativa, sia in termini di capacità di attrarre finanziamenti, creare posti di lavoro, trasformare la ricerca in innovazione e quindi in valore per tutti: per il mercato, per gli investitori ma soprattutto per tutti coloro che traggono beneficio da queste innovazioni. Il lifescience è certamente biotecnologie, ricerca su nuovi farmaci ed è anche diagnostica che è tanto importante quanto le cure perché la diagnosi precoce consente di curare meglio le malattie, di curarle più rapidamente, di fare in modo che i pazienti vivano meglio e soffrano meno e, non ultimo di ridurre sensibilmente le spese sanitarie. C’è poi il benessere nel senso più ampio: fisico, mentale, la crescita della consapevolezza di una vita più sana, di un’alimentazione più corretta, dell’attività sportiva.

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“L’Italia sta vivendo una stagione di grande fermento nel settore healthcare, e questo anche grazie al ruolo delle startup innovative, che stanno trasformando la medicina e le scienze della vita con soluzioni tecnologiche d’avanguardia – dice Chiara Maiorino, ecosystem lead per l’Italia di EIT Health – Quando sostenute da un ecosistema collaborativo e multidisciplinare, queste realtà rappresentano un esempio concreto di come educazione, trasferimento tecnologico e partnership pubblico-private possano guidare il progresso”. 

Quali sono e in che modo innovano le startup italiane che operano nelle lifescience? partiamo da quattro che già ruotano nell’ambito delle iniziative di EIT Health , che è l’organizzazione che opera sotto il cappello dell’European Institute of Technology sostenuta attivamente dalla Commissione europea. In particolare Paperbox ha sviluppato Dino, piattaforma digitale B2B che supporta gli specialisti nella pre-diagnosi di possibili malattie legate ai disturbi del neurosviluppo. Il sistema fornisce una serie di test che aiutano a poter diagnosticare in modo precoce eventuali problemi e si pone come strumento che sfrutta appieno le potenzialità delle tecnologie digitali sostituendosi così ai test cartacei. Paperbox ha partecipato al programma di EIT Health InnoStars Awards 2024 qualificandosi al secondo posto e vincendo così il premio da 15mila euro, inoltre la startup ha anche ricevuto ulteriori tremila euro sotto forma di voucher per il programma mentor and coach network (MCN).  Robota, che è giunta terza agli InnoStars Awards 2024 vincendo 10mila euro, è invece specializzata nella realizzazione di sistemi robotici che consentono di automatizzare la gestione e la sterilizzazione degli strumenti chirurgici, le competenze della startup sono attive anche nello sviluppo di piattaforme robotiche che operano anche in settori diversi da quelli dell’healthcare. Ci sono poi NIB Biotec che lavora a livello molecolare sulle urine di pazienti al fine di individuare, anche in questo caso il più precocemente possibile, l’eventuale insorgenza di tumori prostatici, il metodo messo a punto dalla startup dimostra di essere molto più efficace e affidabile rispetto alle procedure fino a ora adottate, questa azienda ha ottenuto un contributo di 1,5 milioni di euro con il programma Wild Card 2022, ha partecipato all’Health longevity catalyst award e ha conquistato il secondo posto a InnoStars Connect 2024 che gli è valso un riconoscimento del valore di 25mila euro. C’è poi Restorative Neurotechnologies che sviluppa dispositivi medici per la riabilitazione cognitiva facendo leva su competenze che spaziano dalle neuroscienze alla ricerca biomedica e su strumenti digitali che garantiscono elevata efficacia e quindi benefici per i pazienti facilitando il lavoro degli operatori sanitari. Restorative ha ottenuto 50mila euro con il programma Headstart nel 2019 e ulteriori 75mila euro con la RIS Innovation Cal 2020.

EIT Health InnoStars ha un ruolo determinante nell’armonizzare e nel supportare questo ecosistema: il suo partenariato è infatti vasto, distribuito su tutto il territorio nazionale, e rappresenta un network di eccellenze operanti in sanitario che comprende, per esempio, l’Università degli Studi di Napoli Federico II, l’Università degli studi di Torino, Synlab Italia, Synlab SDN, ART-ER, Chiesi Group, Hub Innovazione Trentino, Cluster Scienze della Vita – FVG, Value Services, Bio Industry Park Fumero. Inoltre, EIT Health InnoStars è un ente europeo che coinvolge più di 150 partner, una piattaforma di connessione con i più importanti player europei del settore sanitario, operanti sia in ambito pubblico sia privato – prosegue Maiorino -.  Per avere un impatto reale sul mercato e sulla società, le startup nel settore healthcare devono essere sostenute lungo tutto il loro percorso di crescita, non solo con finanziamenti o investimenti, ma con il supporto di professionisti provenienti da vari ambiti: accademico, industriale, regolatorio e sanitario. Le università, i centri di ricerca, i cluster regionali, gli operatori sanitari di EIT Health InnoStars collaborano con startup e PMI attraverso un approccio integrato, che consente di sviluppare soluzioni in linea con le reali esigenze del mercato, promuovendo un trasferimento di conoscenza e tecnologia che favorisce l’adozione di queste innovazioni”.

Volendo dare uno sguardo più ampio al panorama delle startup italiane impegnate nel settore delle lifescience e dell’healthcare l’elenco di allunga notevolmente, alcuni esempi tra quelle che hanno per esempio già trovato spazio sulle colonne di Startupbusiness ci sono BetaGlue che ha da poco raccolto un round da otto milioni di euro per sviluppare la sua tecnologia che sfrutta la radioterapia per trattare i tumori solidi, Resalis Therapeutics che lavora su un composto a base di RNA per il trattamento dell’obesità, anche questa azienda ha da poco ricevuto un nuovo finanziamento serie A da 10 milioni di euro. La scaleup Wise che ha sviluppato negli anni dispositivi medici per il neuromonitoraggio e il trattamento del dolore cronico, Wise ha di recentemente ricevuto il supporto finanziario per un valore di 25 milioni di euro a cui ha partecipato anche la Banca europea per gli investimenti, MicThera è una startup in fase di sviluppo più early stage impegnata nel trattamento di malattie oncologiche e anch’essa si sta sviluppando grazie a un investimento iniziale da un milione di euro che le permette di fare evolvere la sua ricerca, in fase early stage anche Sense4Med che lavora a un dispositivo per la diagnosi precoce della fibrosi cistica, già più matura e forte di finanziamenti che superano i 60 milioni di euro è AAVantgarde che lavora a sistemi per il trasferimento di geni di grandi dimensioni, una soluzione che può avere applicazioni di varia natura per curare malattie diverse, in particolare la scaleup si sta inizialmente concentrando sui disturbi legati agli occhi e alla vista, anche Repron Therapeutics, che nasce come spin-off dell’Ospedale San Raffaele di Milano e del Centro nazionale delle ricerche ha già attirato l’attenzione degli investitori e lavora a una innovativa piattaforma epigenetica che ha lo scopo di prevenire le recidive in alcune tipologie di tumori, Tensive, scaleup biotech che sviluppa soluzioni innovative per alle donne sopravvissute al cancro al seno che ha recentemente chiuso un finanziamento serie A di 14 milioni di euro. Altra soluzione innovativa è quella di Ematik che ha sviluppato un cerotto riassorbibile pensato per alleviare le lesioni gravi come sono per esempio le piaghe, le ustioni e le ulcere sfruttando una combinazione tra il sangue del singolo paziente e biopolimeri che grazie alle stampanti 3D possono assumere diverse forme e adattarsi perfettamente alla parte da curare. L’utilizzo di tecniche di manifattura additiva, quindi di stampanti 3D, è sempre più diffusa in ambito lifescience sia per lavorare su soluzioni innovative come appunto quella di Ematik, che ha ottenuto in voucher MCN da 1500 euro nel 2020, o quelle a supporto della cura di traumi e in ortopedia, sia per lo sviluppo di componenti per rendere dispositivi medicali sempre più efficienti e facilmente realizzabili, questa tendenza si manifesta in modo lampante nelle Università che sempre più frequentemente inseriscono corsi di 3D printing e prototipazione rapida all’interno dei programmi delle loro facoltà di medicina.

Lifescience non è solo ricerca di nuovi medicinali o terapie ma è anche medicina preventiva come per esempio quella che Holifya che è altamente personalizzata perché basata sul test del DNA o soluzioni altamente tecnologiche come quelle di Biovitae che consentono di eliminare virus e batteri con l’uso della luce quindi ponendosi l’obiettivo di portare la sanificazione ovunque sia necessaria o come Sestre che sviluppa integratori pensati per rispondere alle necessità della salute delle donne soprattutto in relazione alla fertilità e alle disfunzioni ormonali o anche Balanced, startup early stage nata in seno al venture builder Mamazen che ha messo a punto un programma che consente a chiunque di perdere peso e migliorare la qualità della propria alimentazione quotidiana. Ampliando ulteriormente il campo si possono anche considerare le startup che sfruttano strumenti digitali per rendere più semplice la relazione tra medico e paziente e per migliorare l’accesso alle cure, come fa per esempio DoctorApp, oppure quelle che lavorano per migliorare agricoltura e zootecnia, quindi i processi di produzione delle cose che mangiamo che rappresentano una delle basi per una salute migliore e in questo ambito ci sono la scaleup XFarm che recentemente ha raccolto un round di investimento serie C da 36 milioni di euro, PlantBit che ha messo a punto un sensore per monitorare la salute delle piante e Cynomys che sviluppa soluzioni per la zootecnia di precisione

“Il fattore comune a tutte le startup qui presentate è la loro capacità di avere saputo coniugare conoscenza tecnico/scientifica e innovazione alla creazione di un’impresa, il cosiddetto deeptech venture. Non sempre una soluzione disruptive, infatti, caratterizzata da un grado di innovazione radicale, riesce a essere lanciata sul mercato e quindi a generare profitto e impatto per la società. Quando ciò avviene è grazie alla sinergia tra i vari stakeholder del mercato in cui si opera. Grazie ai programmi di education di EIT Health InnoStars, alle piattaforme di accelerazione, ai progetti di trasferimento tecnologico supportati da finanziamenti ad hoc, le startup e le PMI Italiane riescono ad avere accesso da un lato a nuovi strumenti formativi per accelerare il proprio business, dall’altro al mercato sia italiano sia europeo, attraverso collaborazioni con potenziali fornitori, distributori, clienti, e infine al network degli investitori, che non solo forniscono risorse finanziarie, ma anche supporto continuo e consulenza strategica – conclude Maiorino – Le startup italiane operanti nel settore healthcare e lifescience rappresentano un’eccellenza che combina innovazione tecnologica, collaborazione interdisciplinare e un forte impatto sociale. Con il sostegno di un ecosistema solido, come quello promosso da EIT Health InnoStars, queste realtà hanno il potenziale per trasformare il futuro della sanità, migliorando la qualità della vita e affrontando le sfide globali con soluzioni innovative”. (foto di National Cancer Institute su Unsplash)

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