Tangenti per la realizzazione del Lidl di via Pigna, l’idea rubata dalla politica alla camorra

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Una tangente da 300mila euro per la realizzazione dell’ipermercato Lidl di Casacelle. E’ questo uno degli ‘affari’ più discussi che vedono sotto accusa l’ex sindaco e consigliere comunale Antonio Poziello (finito in carcere) insieme ad un imprenditore, indagato a piede libero. Secondo l’accusa dei magistrati della DDA, Poziello, in qualità di primo cittadino, riceveva “per la realizzazione del supermercato a marchio Lidl in via Pigna, oggetto del Permesso di Costruire rilasciato dal Comune di Giugliano in data 9.8.17, la somma di 300.000 euro dalla ditta incaricata dell’esecuzione delle opere edili”.

La storia del Lidl di via Pigna a Casacelle

Si tratta di una vicenda molto contorta, che i magistrati del pool anticamorra ricostruiscono in maniera molto minuziosa, anche grazie all’ausilio di intercettazioni telefoniche ed ambientali ed al racconto del pentito del clan Mallardo Filippo Caracallo.  La procedura per la realizzazione del complesso commerciale aveva ufficialmente il 15.02.2018, durante la vigenza della Giunta Poziello, con atto di compravendita con cui si cedeva ad un’altra società ‘Lidl Italia S.r.l’ la piena proprietà di alcuni terreni siti nel Comune di Giugliano in Località “Masseria Pigna”. Il prezzo della vendita veniva quantificato in 2.989.000,00 euro (2.450.000,00, più I.V.A. al 22% pari ad € 539.000,00). Tuttavia, secondo il Pm – sin dalla fase progettuale dell’investimento era possibile rilevare “diverse anomalie, confermate dall’esame degli atti documentali, dalle conversazioni ambientali e dalle dichiarazioni del collaboratore di giustizia Caracallo Filippo, partecipe ad alcune riunioni, avvenute nel 2017, tra esponenti del Clan Mallardo e del Clan Ferrara, aventi ad oggetto la futura realizzazione di un supermercato a marchio Lidl a Giugliano in Campania”.

Le anomalie riscontrate dagli inquirenti

I magistrati sottolineano come la societa che aveva proceduto alla vendita aveva un capitale sociale di appena € 2.000,00 ed era stata costituita solo pochi mesi prima (26.06.2017) dell’acquisto dei terreni di proprietà della società Edilomega (10.11.2017, quindi cinque mesi dopo la sua costituzione). L’acquisto dei terreni dalla società Edilomega era totalmente a debito per la cifra totale di 1.220.000,00 (1.000.000,00 + Iva al 22%).

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Ulteriori anomalie emergevano dalla circostanza che la società venditrice, già in data 20.06.2017, (quindi solo sei giorni dopo la propria costituzione) aveva richiesto Comune di Giugliano il rilascio di un permesso a costruire quest’ultimo subordinato alla sottoscrizione di un atto di asservimento da parte della stessa società in favore del Comune di Giugliano. Atto che veniva sottoscritto in data 06.12.2017 e che prevedeva la dichiarazione della società di asservire parte dei terreni su cui doveva essere costruita la struttura commerciale a viabilità, parcheggi pubblici e verde pubblico in favore del Comune di Giugliano in Campania.

Quindi il 15.02.2018 la società rivendeva i terreni alla società Lidl Italia per la cifra di 2.989.000,00 di euro. All’atto del pagamento da parte della Lidl in favore alla prima società dalla cifra di 2.989.000 era stata detratta quella di € 1.220.000,00, saldata in favore della società Edilomega, debitrice della somma per la precedente vendita alla società originaria che, quindi, in soli 5 mesi, ha ricavato un guadagno di € 1.769.000,00.

Il rilascio del permesso a costruire

Il 09.08.2017 il Dirigente del Settore Assetto del Territorio, Filippo Frippa, presso il Comune di Giugliano comunicava l’avviso di rilascio del Permesso di Costruire della Pratica Edilizia per la realizzazione di una media struttura di vendita commerciale. Il 20.11.2017 veniva rilasciato dal Responsabile del Suap del Comune di Giugliano il nulla osta preventivo per la realizzazione di una media struttura di vendita. Il 30.07.2018 veniva sequestrato  l’intero cantiere edile di circa 12.000 mq sito in via Pigna relativo alla realizzazione della struttura commerciale ad insegna Lidl con relative denunce che aprì un procedimento giudiziario nei confronti di 6 persone, concluso con un non luogo a procedere (leggi qui l’articolo) e con la mancata convalida del sequestro.

Il 13 giugno 2019 il Lidl aprì i battenti. Una delle prime acquisizioni tecniche dalle quali emergevano rilevanti e numerosi elementi sulla vicenda in esame era una lunga conversazione ambientale tra Abbate Andrea ed un soggetto su vicende relative alla realizzazione del supermercato a marchio Lidl e dell’interesse manifestato all’affare da esponenti del clan Mallardo. 

Abbate riferiva a Niola che l’acquisto dei terreni era costato alla società Lidl circa 2.900,000 euro oltre al pagamento a titolo di intermediazione in parte corruttiva con riferimento alle funzioni pubbliche esercitate dal Poziello, della somma di 1 milione di euro ( … due e nove hanno chiuso … e un milione di euro in più hanno fatto .. .), suddivisa tra i vari protagonisti dell’affare. Secondo gli inquirenti tangente di 300.000,00 euro sarebbe stata corrisposta allora sindaco Poziello in relazione alla vendita dei terreni, sui quali in data 9.8.2017, quindi, in epoca precedente alla vendita alla LIDL, erano stati rilasciati il permesso per costruire ed i vari nulla osta necessari per la realizzazione della struttura commerciale. La somma di 1 milione di euro per la realizzazione del Lidl era stata suddivisa tra diversi soggetti tra cui 300mila a Poziello “i tuoi se li è presi Antonio Poziello”, dice Abbate all’interlocutore.

La scomparsa della tangente

Ad un certo punto Andrea Abbate raccontò di aver contestato a Poziello Antonio di non aver ricevuto la tangente di 300mila euro che gli sarebbe spettata come quota spettante al clan Mallardo. Infatti riferì che due noti affiliati si erano recati da lui perché non avevano ricevuto alcuna somma di danaro.

Abbate riferiva che il clan Mallardo aveva preteso il 3% sull’importo dei lavori realizzati dall’imprenditore il quale gli aveva confermato di aver pagato la somma richiesta ma lui però precisava di non aver avuto niente.

“Io non ho pigliato niente … le mani nella marmellata intestarono il terreno a … inc … (breve pausa ndr) … “hai abbuscato 300 mila euro!” … “io non ho abbuscato niente … ma che state dicendo?” … ma da là cominciai ad aprire gli occhi bene … (breve pausa ndr) … “guarda che in mezzo ci stava..”

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Inoltre Abbate aggiungeva che l’imprenditore era disperato perché – come lo stesso gli aveva raccontato – oltre ad aver pagato il clan Mallardo, aveva dovuto pagare anche il Sindaco Poziello. Il pagamento della tangente a Poziello era nota nell’ambiente politico, in particolare a diversi consiglieri comunali dell’allora maggioranza che sono stati intercettati a telefono mentre commentano con Abbate i soldi intascati dall’ex sindaco.

L’idea rubata alla camorra

Inoltre dall’ordinanza emerge come il clan Mallardo, insieme ai Ferrara-Cacciapuoti di Villaricca, avevano messo gli occhi e le mani sul business Lidl molto prima della politica, ovvero già nel 2017, prima ancora che la società Lidl, il 15.02.2018, acquistasse i terreni. Il progetto era ancora in una fase embrionale ma il clan Ferrara e il clan Mallardo ne erano già a conoscenza tanto da organizzare una riunione congiunta i boss dei due clan si misero d’accordo per affidare i lavori ad un costruttore che si era già occupato della costruzione di grandi supermercati.

 



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