Caso Almasri, clima infuocato. Nordio: “Le avete lette le carte?”. Schlein: “Meloni presidente del coniglio”

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Dopo l’intervento dei ministri Nordio e Piantedosi alla Camera, anche al Senato si è svolta l’informativa sul caso Almasri. Assente la premier Meloni, attaccata duramente e accusata di fuggire dalle opposizioni.

A riferire per primo davanti ai deputati è stato il ministro della Giustizia. Dopo una breve ricostruzione dei fatti, nella quale ha sottolineato ancora una volta l’errore procedurale che ha visto la comunicazione da parte della questura arrivare al ministero ad arresto già avvenuto, Nordio si è concentrato sulle “numerose incertezze, inesattezze e grossolane contraddizioni da parte di vari uffici” riguardo la vicenda del libico accusato di torture e crimini contro l’umanità.

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“Il ministro non è un passacarte”

Nordio ha poi sottolineato il ruolo del proprio ministero per i mandati d’arresto internazionali. Non un ruolo “da passacarte, per cui mi arriva il fascicolo e io lo giro. Ho il potere e il dovere di interloquire con altri organi dello Stato dove si presenti la necessità. E, come vedremo, questa necessità si presentava eccome”.

La richiesta d’arresto della Corte internazionale “è arrivata in lingua inglese, senza essere tradotta, con diversi allegati in lingua araba”, ha poi proseguito Nordio, tra il vocio di protesta in aula.

Le “incongruenze” sulle date, botta e risposta con Bonelli

“Già dalla prima lettura sono emerse varie criticità”, in particolare “incertezza assoluta sulla data dei delitti commessi”, ha sottolineato. “Da un lato veniva indicato il febbraio 2011, quando erano iniziati i moti violenti – ha spiegato il ministro riferendosi alle primavere arabe – dall’altro il febbraio 2015”. “In poche parole in questo mandato di arresto si oscillava tra il 2011 e il 2015, non è una cosa di poco conto trattandosi di un reato continuato”. “Secondo la stessa Corte – ha proseguito Nordio – in quei quattro anni sarebbero stati commessi numerosi atti di stupro, di violenza, di aggressione, di omicidio”.

Mentre il ministro enunciava le date dei fatti Bonelli è intervenuto per correggerlo. “Sarà la stessa Corte a smentirla”, ha replicato Nordio. “La cosa che più mi stupisce è che non avete letto le carte, avete discusso e parlato del nulla”. “La Corte stessa si corregge. Le ha lette o no le carte, Bonelli?”.

Un arresto che “per i principi generali del diritto penale sarebbe irrazionale e contraddittorio”, ha proseguito Nordio tornando sulle “discrasie e incongruenze” relative alle date dei reati che sarebbero contenute nel mandato della Cpi. “Quattro anni di differenza (2011 e 2015) in cui sarebbero stati commessi tutti i reati più infami di questo mondo” rappresentano “un vizio assoluto nel contenuto della struttura di reato”, ha affermato il ministro in aula, sottolineando lo stesso concetto più tardi a Palazzo Madama. “La legge è legge, non possiamo scavalcare le procedure”, ha detto rispondendo alle voci di protesta delle opposizioni. “Per questo chiedo alla Corte penale internazionale di chiarire le incongruenze che ho riferito”.

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“Un pasticcio frettoloso”, secondo Nordio, da parte della Cpi nel redigere il mandato d’arresto internazionale. “Capisco le opposizioni, che fanno il proprio lavoro, e anche la stampa. Ma la magistratura mi ha deluso”, ha poi osservato il ministro concludendo con un attacco ai giudici. “Se questo è il loro modo di intervenire, imprudente e sciatto, il dialogo si rende molto difficile”.

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Piantedosi: “Nessun legame tra Almasri e gestione dei migranti dalla Libia”

Tra le contestazioni delle opposizioni per le dichiarazioni finali di Nordio, è Piantedosi a prendere la parola: “Merita di essere preliminarmente precisato che il cittadino libico noto come Almasri non è mai stato un interlocutore del governo per vicende che attengono alla gestione e al contrasto del complesso fenomeno migratorio”, ha esordito il titolare degli Interni, che si è poi concentrato sul tema della sicurezza nazionale a ragione del rimpatrio in Libia di Almasri.

“Dopo la mancata convalida dell’arresto, mi è apparso chiaro che si prospettava la possibilità che Almasri permanesse a piede libero sul territorio nazionale, per un periodo indeterminato che ritenevo non compatibile con il suo profilo di pericolosità sociale”. Perciò, continua Piantedosi, “il 21 gennaio ho adottato un provvedimento di espulsione per motivi di ordine pubblico e di sicurezza dello Stato”.

“La predisposizione dell’aereo, già nella mattina del 21 gennaio, rientra tra quelle iniziative a carattere preventivo, e quindi aperte a ogni possibile scenario (compreso l’eventuale trasferimento in altro luogo di detenzione), che spettano a chi è chiamato a gestire situazioni che implicano profili di tutela della sicurezza e dell’ordine pubblico di tale rilevanza.

Ribadisco – ha proseguito – che una volta venuta meno (su disposizione della Corte d’Appello di Roma) la condizione di restrizione della libertà personale, l’espulsione, che la legge attribuisce al ministro dell’Interno, è stata da me individuata quale misura in quel momento più appropriata per salvaguardare, insieme, la sicurezza dello Stato e la tutela dell’ordine pubblico”.

Schlein: “I ministri coprono le spalle a Meloni, presidente del coniglio”

Al termine dell’informativa Giovanni Donzelli (FdI) lancia un attacco a Pd e Movimento 5 Stelle, che “non si sono occupati dei diritti umani in Libia quando Gentiloni e Minniti firmavano il memorandum con la Libia e nemmeno quando il governo Conte con il Pd lo ha confermato”. Eppure, ha aggiunto, “Almasri non era un boy-scout, era esattamente quello che è oggi e fa oggi, ma non vi siete preoccupati di questo. La difesa della sicurezza nazionale è cosa seria e non di propaganda becera”.

“Questa è una giornata triste per la democrazia”, è intervenuta la segretaria del Pd Schlein. “I ministri Nordio e Piantedosi sono venuti a coprire le spalle della premier, dopo più di due settimane si sono degnati di riferire, ma oggi qui ci doveva essere Giorgia Meloni. Non può pensare di cavarsela con i video. Non è ai suoi followers sui social che deve spiegare cosa è successo ma all’Italia”. “Su Almasri – aggiunge – pende un mandato di arresto internazionale e invece è stato scarcerato per poi essere fatto salire con il volo di stato e poi accolto in Libia come un eroe e questa è una cosa vergognosa. Meloni ci ha abituati alla sua incoerenza ma qui si parla della sicurezza nazionale”.

“Si nasconde dietro di voi, ministri”, ha proseguito Schlein rivolgendosi a Piantedosi e Nordio. A quest’ultimo dice: “Lei non ha parlato da ministro oggi, ma da avvocato difensore di un torturatore”. “Prima ci dice che non ha fatto in tempo a tradurre 40 pagine dall’inglese, poi però ci dice che le ha lette così bene che ha rinvenuto dei vizi”, affonda Schlein parlando al Guardiasigilli. Intanto i dem espongono cartelli in aula: “Meloni dove sei? Patriota in fuga”.

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“Il vostro modello securitario e punitivo vale solo per i poveri cristi”, attacca ancora Schlein ricordando le testimonianze delle vittime di Almasri. “Meloni ha mandato i suoi ministri in aula, un atteggiamento da presidente del coniglio”, affonda la segretaria. “Meloni scappa dalle sue responsabilità. Ma la domanda è semplice: ha dato lei l’ordine di riaccompagnare a casa il torturatore libico? Delle due l’una. O lei (Meloni, ndr) ha guidato la filiera di comando e se ne assume tutte le responsabilità o non ha più il controllo e ne tragga le conseguenze. Doveva esserci lei oggi qui perché ciò che hanno detto i suoi ministri non è una risposta”, prosegue la dem.

“Che cosa nasconde colei che grida al complotto dei poteri forti e di non essere ricattabile? La verità è molto più semplice – accusa -, è che avevate paura che smettessero di fare il vostro lavoro sporco in Libia. E che facendo ripartire i barconi sarebbe emerso tutto il fallimento dei vostri inumani centri in Albania”.

Conte: “Da Meloni viltà”. Fratoianni mostra la foto di una bimba torturata

Sulla stessa linea il leader M5S Giuseppe Conte: “Tutto questo nasce dal fatto che questo governo ha fatto la campagna elettorale sul blocco navale, ma poi ha capito che non si poteva realizzare”. Per il leader M5S l’assenza di Meloni “è un grande atto di viltà”. “Vergogna, vergogna”, dice poi riguardo l’atteggiamento di Nordio, che “è stato il giudice assolutore di Almasri”. “Ormai siamo diventati un porto franco, un Paese dei balocchi dei criminali”.

Durissimo anche Fratoianni di Avs. “Nordio ci ha spiegato perché era tutto sbagliato, qualcuno l’ha definita un avvocato difensore di Almastri, altri un giudice assolutore. Non so quale sia la definizione giusta la sostanza non cambia. Perché, alla fine di tutto, c’è la realtà ed è questa”, e ha mostrato la foto di una bambina torturata da Almasri.

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“Ci dica ministro, quando Almasri ha compiuto queste torture? Quando le ha fatte? In che anno? Ci dica ministro. Lei si è assunto la responsabilità di non fare il suo dovere”.

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Renzi:”Meloni ha perso la faccia e la dignità”

“Caro ministro Nordio, nessuno dei fatti che lei ha rilevato inficiavano il mandato”, è intervenuto Carlo Calenda al Senato. “Così come non si può sostenere di aver scarcerato un criminale per la sicurezza, rimpatriandolo là dove ha commesso i delitti”, ha aggiunto in riferimento alle parole di Piantedosi. “Oggi abbiamo sentito il ministro della Giustizia attaccare duramente la Cpi. Io pensavo che aveste un problema con la magistratura italiana, e invece abbiamo scoperto che esistono anche le toghe rosse internazionali”, l’affondo ironico di Giuseppe De Cristofaro, di Alleanza Verdi e Sinistra.

“Abbiamo ascoltato un ministro dell’Interno imbarazzato”, è poi intervenuto Matteo Renzi rivolto a Piantedosi. “Mentre lei, ministro Nordio, è stato imbarazzante”. “Signor ministro, Almasri ha violentato dei bambini, ha ucciso donne, e voi lo avete rimandato a casa con il tricolore”. “La sedia vuota di Giorgia Meloni è la cosa più intelligente che la premier potesse fare, perché – ha proseguito – vi sblocco un ricordo: Atreju dicembre 2024. Meloni ha definito i trafficanti di uomini i nuovi mafiosi. Lei aveva il boss dei boss allo stadio e lo ha riportato indietro. Giorgia Meloni ha perso la faccia, l’onore e la dignità perché ha scarcerato il mafioso numero uno riportandolo a torturare i bambini”.”Pensavate di aver trovato la vostra lady di ferro, avete trovato l’omino di burro”, ha concluso Renzi riferendosi a Meloni.

Gasparri: “Lo Voi non può più guidare la Procura, vada a casa”

“Il procuratore Lo Voi vada a casa”, l’intervento di Maurizio Gasparri, accolto tra i fischi delle opposizioni. “Perché non può guidare la Procura di Roma dopo aver messo a rischio la sicurezza nazionale pubblicando atti giudiziari riservati”. “Gasparri non ha il senso del ridicolo”, la replica di Alessandra Maiorino (M5S). Proteste anche dal senatore Luca Pirondini, richiamato più volte all’ordine dal presidente del Senato La Russa. “Un’informativa farsa, che è un insulto a questo Parlamento e al popolo italiano”, insiste Maiorino. “Insistiamo per sapere se Almasri è alleato del nostro Paese o no”, è intervenuto Francesco Boccia (Pd) secondo il quale “ciò che il governo sta facendo in Libia e Albania assomiglia alle deportazioni di Trump”.

A concludere l’informativa l’intervento di Alberto Balboni (Fratelli d’Italia): “Non è il ministro che ha provocato la scarcerazione, è stata la Corte penale internazionale che ha sbagliato la procedura”. “Ricordo infine – come fatto da Donzelli stamattina – che nel mandato d’arresto della Cpi non si fa parola dei flussi migratori. Cosa di cui si parla molto invece nell’inchiesta sul click day in Campania in cui è coinvolto Nicola Salvati (tesoriere del Partito Democratico in Campania, ndr). Uomo di sua fiducia, onorevole Boccia”, ha accusato Balboni.

 



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