Progetti e ambizioni a lungo termine, un’altra sessione di mercato da protagonista, ma ora è fondamentale fare punti per evitare la retrocessione. Il futuro immediato del Como e di Fabregas passa soprattutto dal presente. Per aspettare il “nuovo” impianto e per dare un senso a investimenti mirati e senza l’uso di strani algoritmi. Così i biancoblù vivono il più grande paradosso della stagione: le risposte concrete della società ci sono state in ogni contesto, ora bisogna darle sul campo. Per un disegno e una proposta che ha tutto il potenziale per spaccare il calcio italiano.
Ecco il “nuovo” Sinigaglia: aperto 365 giorni per la comunità
Polifunzionale e aperto tutto l’anno. Como 1907, Comune di Como e studio di architettura Populous (lo stesso che è stato coinvolto per i lavori del Gewiss Stadium dell’Atalanta e del nuovo Tottenham Hotspur Stadium del club londinese) insieme per il restyling dello stadio Giuseppe Sinigalia. Con la suggestiva posizione vista lago che rimarrà il vero punto di forza dello stadio, si aggiunge un progetto “all’inglese” da 15mila posti. Ereditare e onorare la storia di una vecchia e obsoleta zona, per riproporla in una chiave confortevole e innovativa: “Il nostro obiettivo è garantire che lo Stadio Giuseppe Sinigaglia rimanga una parte vitale della comunità: uno spazio attivo e accessibile per tutti i cittadini e i visitatori, non solo per il calcio, ma per il beneficio di tutti, 365 giorni all’anno”. Parole del presidente del club Mirwan Suwarso che gravitano attorno al concetto di comunità, sottolineate anche dal sindaco Alessandro Rapinese: “Questo stadio non è solo per il calcio, ma un dono per l’intera comunità”. Non solo calcio: al suo interno ci saranno ristoranti, centri medici e uno spazio ad hoc per barche e yacht. Con un angolo vista lago per mantenere la tradizione del passato e il vivo rapporto con il paesaggio. Che è poi il punto di forza della città. Il termine dei lavori è previsto per il 2028.
Un mercato da big europea
Spendere e investire con criterio. Il progetto stadio, ma anche e soprattutto il mercato. Fare acquisti sensati, per dare il giusto senso a un progetto pluriennale. Dopo la sessione estiva, anche nella breve parentesi invernale il Como si è confermata tra le squadre più attive. I dati parlano chiaro: con i 49 milioni spesi, i biancoblù sono stati il sesto club a spendere di più nei top 5 club europei. Nove innesti e il tesseramento di Dele Alli. Nel giro di 4 mesi, Fabregas trova così una squadra rivoluzionata e qualitativamente più forte, almeno sulla carta. Ma sarà abbastanza per raggiungere la salvezza?
Il futuro è ora: Como, prima la salvezza poi tutto il resto
Nonostante i nuovi investimenti, al momento i risultati sul campo si vedono nel gioco ma non nei risultati concreti. La filosofia di Fabregas è ben chiara, e anche dopo la sconfitta contro il Bologna per 2-0 ha tenuto a ribadire il suo concetto: “Io se devo andare in Serie B, vado in Serie B, ma ci vado con la nostra idea perché noi stiamo crescendo con tutta la struttura, stiamo costruendo una base e il progetto non riguarda l’oggi”. Il Como ha dimostrato di avere un’identità e un’idea ben definita, ma basterà per salvarsi? Pensare al futuro è lecito, ma rimanere in Serie A è quasi un obbligo per poter dare continuità a un contesto che sa di non aver alcun tipo di limite (economico e finanziario). Perché nel calcio, è il risultato sportivo a fare la differenza e a dare giudizi. Ad oggi, la classifica parla chiaro: con 22 punti conquistati in 23 partite, il Como è a solo 2 distanze dalla zona retrocessione. Esteta e idealista del calcio, Fabregas non dovrà commettere l’errore di limitarsi alla sua idea di gioco, ma cercare di adattarsi alla situazione attuale. Senza necessariamente mettere in discussione il proprio pensiero, ma quantomeno avere la coscienza di poter fare un passo indietro – a quello che è il suo credo – in un momento di oggettiva difficoltà come questo. In cui si costruisce molto in fase offensiva, ma si concretizza poco (e si subisce di più). Pensando di raggiungere l’obiettivo anche in maniera “sporca” e “disordinata”. Insomma, da neopromossa. Tra il mercato senza limiti e il nuovo progetto di riqualificazione del Sinigaglia, Fabregas e il Como devono soprattutto salvarsi e raggiungere l’obiettivo prefissato. Senza pensare troppo a quello che sarà, ma concentrandosi sul presente. Perché alla fine, ora, è quello che conta. Per porre le basi e i presupposti di un futuro da protagonista, nella “nuova” casa.
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