Stop eolico indiscriminato: 151 sindaci chiedono regole

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Stop eolico indiscriminato: 151 sindaci chiedono una normativa per limitare nuovi impianti eolici e tutelare paesaggi e comunità locali.

Un’iniziativa per tutelare il paesaggio e le comunità locali

Negli ultimi anni, la proliferazione incontrollata di impianti eolici ha sollevato numerose preoccupazioni in molte regioni italiane. Per questo motivo, ben 151 sindaci hanno firmato un appello per chiedere un nuovo provvedimento nazionale che limiti l’installazione indiscriminata delle pale eoliche, preservando così il paesaggio e la qualità della vita nelle comunità locali. Inoltre, ritengono fondamentale una maggiore condivisione con i territori interessati.

Stop eolico indiscriminato: 151 sindaci chiedono regole

Il ruolo del Coordinamento Interregionale dei Sindaci

A guidare questa iniziativa è il Coordinamento interregionale sindaci per problema pale eoliche e fotovoltaico in Italia, che denuncia il forte impatto delle installazioni eoliche su alcune aree di pregio naturalistico e turistico. In particolare, nelle regioni come Basilicata, Calabria, Campania e Puglia, l’espansione delle pale eoliche ha avuto conseguenze negative. Tuttavia, sebbene il recente Decreto Ministeriale sulle aree idonee rappresenti un passo avanti, non è ancora sufficiente a garantire una gestione sostenibile dello sviluppo delle energie rinnovabili. Per questo motivo, è necessario adottare ulteriori misure.

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Le richieste dei sindaci al Governo

I primi cittadini firmatari della petizione chiedono al Governo una norma che imponga una moratoria all’installazione di nuovi impianti eolici. Infatti, prima di procedere con ulteriori installazioni, è necessario verificare il raggiungimento degli obiettivi comunitari al 2030. Inoltre, la proposta punta a incentivare forme di produzione energetica meno impattanti, come il fotovoltaico installato su capannoni industriali e nelle aree produttive. Di conseguenza, l’obiettivo è regolamentare in modo più stringente l’espansione degli impianti eolici, vietando quelli che compromettono il territorio. D’altra parte, gli amministratori locali sottolineano che il progresso deve essere bilanciato con la tutela dell’ambiente.

Assemblea per una proposta legislativa condivisa

Per dare concretezza all’iniziativa, i 151 sindaci si riuniranno in assemblea il 5 febbraio con l’obiettivo di avviare la definizione di una proposta legislativa. Un esempio evidente delle criticità legate alla proliferazione incontrollata degli impianti rinnovabili è il caso di Aquileia, in Friuli Venezia Giulia, dove un gigantesco parco fotovoltaico minaccia un’area di pregio riconosciuta dall’UNESCO. Di conseguenza, è necessario individuare soluzioni che possano garantire un equilibrio tra innovazione e tutela del patrimonio culturale.

Stop eolico indiscriminato: i comuni aderenti all’iniziativa

L’adesione alla petizione arriva da diverse regioni italiane. Per esempio, tra i comuni coinvolti troviamo:

  • Abruzzo: Tollo (CH), Guilmi (CH)
  • Basilicata: Vietri di Potenza (PZ), Pescopagano (PZ)
  • Calabria: Petrizzi (CZ), Sant’Agata Del Bianco (RC), Castrovillari (CS), Strongoli (KR)
  • Campania: Calitri (AV)
  • Emilia-Romagna: Casteldelci (RN)
  • Friuli Venezia Giulia: Aquileia (UD)
  • Liguria: Pieve di Teco (IM), Costarainera (IM)
  • Lombardia: Cassinetta di Lugagnano (MI)
  • Marche: Carpegna (PU)
  • Molise: Gambatesa (CB)
  • Puglia: Celenza Valfortore (FG), Pietramontecorvino (FG), Serracapriola (FG), Volturino (FG), Gallipoli (LE), Castrignano del Capo (LE)
  • Sardegna: Guspini (SU), Busachi (OR), Luras (SS)
  • Sicilia: Buseto Palizzolo (TP)
  • Toscana: Sorano (GR), San Godenzo (FI), Manciano (GR), Riparbello (PI)
  • Umbria: Allerona (TR)
  • Veneto: Mogliano Veneto (TV)

Stop eolico indiscriminato: un futuro più sostenibile per le energie rinnovabili

I sindaci firmatari sottolineano che l’energia rinnovabile è fondamentale per la transizione ecologica. Tuttavia, è altrettanto importante garantire una pianificazione attenta e condivisa con i territori. Per questa ragione, le amministrazioni locali chiedono un maggiore coinvolgimento nei processi decisionali. In questo modo, lo sviluppo sostenibile potrà essere assicurato senza sacrificare il paesaggio e l’equilibrio ambientale delle comunità locali.

La Redazione de La Dolce Vita
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