Vendere una casa non è solo più questione di vani da contare e prezzo da contattate. La casa ormai è un sogno che is contruisce con la tecnologia (per esempio con l’utilizzo di realtà virtuale e intelligenza artificiale) e sostenibilità. Nel senso che l’offerta non può prescindere da un collegamento sentimentale tra chi vende o costruisce e chi compra. Tutto questo è stato dibattuto all’International Real Estate Symposium, che si è svolto lo scorso weekend a Milano davanti a oltre 500 imprenditori immobiliari. Articolato in quattro tavole rotonde e diversi singoli approfondimenti, l’evento hanno affrontato tutti i temi del settore, dalla sostenibilità, al proptech, dagli affitti brevi, all’interior design, smart building, intelligenza artificiale, blockchain, rigenerazione urbana, costruzioni e ristrutturazioni esaminando sia il mercato italiano che quello internazionale. Il Symposium ha ospitato 30 relatori in rappresentanza delle associazioni del settore (Geometri, Agenti immobiliari, Amministratori di condomini, Property Manager, Costruttori), del mondo accademico (Politecnico di Milano) e delle imprese (Idealista, Case Italia, Notarify, PPG, Facile Immobiliare, Easylife house, CSD ingénieurs, OGB Group, Udrone, Lightmap Creative, Farinella Immobiliare).
Il momento segna numeri sche ono tornati con il segno più, e gli elementi di cui sopra aumentano l’ottimismo del settore: “Il mercato immobiliare italiano si è risvegliato negli ultimi mesi del 2024, grazie al calo dell’inflazione e ai tagli dei tassi di interesse – ha dettoVincenzo de Tommaso, Communication Manager di Idealista -. E la riattivazione delle compravendite ha prodotto anche un aumento dell’offerta di affitti, generando un circuito virtuoso che ci fa sperare in un 2025 finalmente positivo: ci aspettiamo prezzi ancora in moderato aumento, con un ritorno delle transazioni sopra alle 700 mila unità, che era il dato 2023”. Insomma, la rivoluzione tech ha risvegliato e modernizzato il settore, e Andrea Maurizio Gilardoni – imprenditore immobiliare, business angel e organizzatore dell’evento – ha sottolineato che “in un mondo interconnesso, la chiave del successo nel real estate è la collaborazione. Creare squadra e condividere competenze non significa perdere opportunità, ma generarne di nuove e contribuire a un mercato migliore. L’operatore immobiliare oggi deve avere un approccio multidisciplinare. La velocità, l’ottimizzazione di costi e tempi, e la capacità di adattarsi al cambiamento sono fondamentali”.
Ma in che cosa consiste questo cambiamento? Durante l’evento è emerso che l’interesse degli investitori si espande oltre i centri urbani principali, puntando anche sulle zone periferiche e le località turistiche, dove si presentano opportunità a costi inferiori e con minore concorrenza. In particolare, la riqualificazione di immobili esistenti, con focus sull’efficientamento energetico e l’introduzione sempre più massiccia delle soluzioni di smart home, rappresenta una strategia chiave per incrementare il valore degli asset e generare rendimenti interessanti nel mercato immobiliare del 2025. In più, programmi di IA, aiutano le agenzie a raccogliere in tempo reale i dati per offrire ai clienti offerte mirate rispetto alle necessità personali, mentre aziende che utilizzano droni piuttosto che software di grafica avanzata, possono rendere partecipi i futuri clienti del percorso dal rendering alla realtà. Creando appunto un legame con il progetto.
“Ci troviamo davanti a una scelta: le varie direttive richiedono degli sforzi importanti in termini di efficientamento energetico, ma se non mettiamo mano al parco edilizio, quella transizione non si potrà fare” ha dichiarato Laura Scrimieri, architetto e founding partner di OGB Group. E a questo si lega il commento di Massimo Duroni, docente del Politecnico di Milano, sull’importanza del sistema e delle abitudini: “Il problema non è il materiale, ma sono proprio le nostre consuetudini. Dobbiamo fare quello che facevano i nostri nonni ma con le tecnologie di oggi.
” Insieme, evidenziano come l’efficientamento energetico del patrimonio edilizio esistente, reso necessario dalle direttive europee, rappresenti una sfida ma anche una grande opportunità di rinnovamento, di sviluppo, che richiede un cambio culturale e l’adozione di tecnologie innovative per un utilizzo più sostenibile delle risorse.
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