A un anno dalle Olimpiadi Milano-Cortina, gli obiettivi di spesa e sostenibilità sono stati ridicolizzati

Effettua la tua ricerca

More results...

Generic selectors
Exact matches only
Search in title
Search in content
Post Type Selectors
Filter by Categories
#finsubito

Finanziamenti e agevolazioni

Agricoltura

 


del Direttivo nazionale di Mountain Wilderness Italia

Per valutare le ricadute in positivo o in negativo delle prossime Olimpiadi invernali, abbiamo scelto di affidarci agli obiettivi scritti nelle 127 pagine del dossier di candidatura, 26 giugno 2026: Olimpiadi a costo zero, 92% delle opere già esistente o con leggere ristrutturazioni, evento sostenibile, lotta allo spopolamento della montagna, legacy, investimento nella cultura.

Olimpiadi a costo zero: sommando ai costi per la gestione dell’enorme macchina organizzativa della Fondazione Milano Cortina 2026 le opere in corso di definizione, le spese sono lievitate oltre i cinque-sei miliardi di euro. Nelle spese olimpiche sono state inserite infrastrutture che nulla hanno a che vedere con l’evento sportivo: opere stradali, ferroviarie, aeroporti, collegamenti sciistici. Il costo reale dell’evento olimpico si potrà valutare non prima del 2028; solo le opere sportive saranno ultimate nei tempi annunciati, meno di un terzo delle previsioni.

Carta di credito con fido

Procedura celere

 

Le infrastrutture esistenti sono state in gran parte demolite; la pista di bob e slittino a Cortina è solo l’esempio più eclatante (demolizione, rifacimento, assenza di un piano di gestione, costo salito dai 50 milioni di euro ai 128 attuali). I trampolini del salto a Predazzo e il centro del fondo a Tesero (Trentino), le piste di biathlon ad Anterselva (Alto Adige, da pochi milioni di euro ai 53 attuali), le piste dello sci alpino e le strutture che ospiteranno le competizioni su ghiaccio a Milano. Tutto nuovo, non si sono demolite solo le strutture esistenti ma anche i contenuti più forti del dossier.

Lo strumento principe indicato nel dossier di candidatura per valutare la sostenibilità ambientale e sociale dell’evento risiedeva nella Vas (Valutazione Ambientale Strategica), come previsto da normative europee e dalla legge nazionale. La sostenibilità è svanita per volere governativo e della Fondazione, come del resto la trasparenza: le strutture olimpiche ed opere annesse sono state tutte commissariate, non hanno sostenuto alcuna valutazione d’impatto ambientale, nemmeno parziale. Ricorrendo a deroghe si è evitato ogni confronto con i territori e le popolazioni coinvolte, tanto da arrivare a costruire opere su situazioni a grave rischio idrogeologico: tangenziali, collegamenti sciistici, parcheggi, villaggi olimpici (Predazzo) in assenza di un minimo processo partecipativo, portando le otto associazioni ambientaliste nazionali il 14 settembre 2023 ad abbandonare il tavolo di confronto con la Fondazione Milano Cortina 2026.

L’obiettivo della lotta allo spopolamento della montagna è stato ridicolizzato dai fatti: nelle vallate più fragili (Valtellina, Cadore) l’abbandono continua, anzi si è esteso alle zone a turismo maturo come Bormio, Livigno, Cortina, valle di Fiemme. Non si trovano lavoratori in quanto sottopagati, i giovani locali scappano perché i territori sono travolti dalla monocultura turistica che impedisce ogni altro sbocco occupazionale di alto profilo, gli affitti e l’acquisto delle abitazioni sono resi un miraggio dai costi elevati. Sono stati tagliati i servizi rivolti alla sanità pubblica, alla scolarizzazione, al trasporto pubblico, ai lavori a sostegno della cura delle montagne.

La legacy era un altro obiettivo forte dell’evento olimpico, ogni opera doveva portare una ricaduta sociale positiva sui territori, non solo in ambito di sostegno allo sport. Ad oggi possiamo ritrovare spazi di legacy reale solo nel villaggio olimpico di Milano che sarà trasformato in studentato, nelle piste del biathlon di Anterselva, nel nuovo tratto di ferrovia della valle di Riga in Alto Adige. Tutte le altre strutture presentano legacy discutibili.

Nel dossier si cita ben 27 volte l’importanza di un investimento nelle Olimpiadi culturali da affiancare all’evento sportivo. Oggi assistiamo solo a celebrazioni politiche, inaugurazioni di strutture pubblicitarie, minimi convegni autocelebrativi, qualche gita nelle scuole o il coinvolgimento dell’imprenditoria locale: camere di commercio, associazioni di categoria, il mondo della moda o della gastronomia. L’investimento nelle Olimpiadi culturali non è rientrato negli obiettivi perseguiti dalla Fondazione Milano Cortina 2026.

Da sportivi della montagna non è piacevole evidenziare queste criticità, anche noi siamo stati travolti dal tradimento che i dirigenti della Fondazione e il governo hanno imposto al dossier di candidatura. Con grande amarezza assistiamo allo stravolgimento definitivo di ambienti naturali di alto pregio e di grande fragilità.

Cessione crediti fiscali

procedure celeri

 



Source link

***** l’articolo pubblicato è ritenuto affidabile e di qualità*****

Visita il sito e gli articoli pubblicati cliccando sul seguente link

Source link