Il 27% degli studenti delle scuole medie e alcuni delle scuole superiori intervistati nell’ambito delle iniziative contro il bullismo e il cyberbullismo organizzate dal Comune e in particolare dall’assessorato alla Pubblica istruzione guidato da Valeria Toppetti in occasione della giornata mondiale del 7 febbraio, ne è stato vittima. Una percentuale che cresce in modo esponenziale quando gli si chiede se hanno mai assistito a un atto di bullismo: sì, quella del 55% a fronte del 45% dei no. La minaccia che ritengono peggiore per i ragazzi della loro età? Quella di essere presi in giro sui social. Il posto dove temono di più di poter essere vittima di atti di bullismo? I bagni della scuola.
Un questionario sottoposto a un campione di ragazzi quello illustrato in occasione della presentazione dei due appuntamenti che si terranno il 7 febbraio in sala consiliare e nella scuola Rossetti, che fa comunque emergere come il problema esista seppure, va sottolineato, la gran parte degli studenti dichiara di sentirsi sicuro in classe e a scuola e di non aver subito mai atteggiamenti vessatori riconducili a bullismo e cyberbullismo. Positive, nel quadro d’insieme, anche le risposte con cui dimostrando di avere una grande consapevolezza del problema, delle conseguenze che può avere e dell’importanza di parlarne ai grandi, a partire dai genitori, così come chiara è l’idea che hanno del bullo che, per chi ha risposto, si comporta così “per sembrare forte”, “perché è insicuro” o “perché vuole fare il gradasso e il superiore”.
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Una visione del bullo che va di pari passo, come detto, con quelle conseguenze che i ragazzi hanno nella loro sfera emotiva e sociale quando sono vittima di uno di loro. Chi ha risposto a domanda specifica parla di “bassa autostima, depressione, autolesionismo e suicidio”, dell’essere “ancora più insicuro e non accettarsi per quello che si è” o ancora nel “disagio di non voler uscire di casa o andare a scuola”.
Ecco che allora a fronte di un problema che c’è e che i ragazzi ammettono di assistere o di aver vissuto, l’affrontarlo il tema diventa sempre più importante per accrescere quella consapevolezza che hanno, ma che non basta per fermare il fenomeno. Un fenomeno nei confronti del quale, alla luce di quella consapevolezza di dover chiedere aiuto a un genitore e dunque a un adulto, proprio ai grandi si assegna un fondamentale ruolo di responsabilità.
Con i due eventi organizzati cui si accompagnerà dalla scuola Rossetti l’arrivo al cinema Arca per assistere al film sul tema “Il ragazzo dai pantaloni rosa” insieme ai ragazzi della scuola Antonelli con cui poi si dibatterà, “l’obiettivo è quello di procedere a una nuova ‘alfabetizzazione delle coscienze – dichiara Toppetti -. La scuola deve avere l’obiettivo oltre che di istruire (la didattica nelle nostre scuole come noto è ottima) anche e soprattutto di educare al rispetto dell’altro. La dignità è un diritto umano e fondamentale e la sua tutela non è negoziabile. Questo il messaggio per i nostri giovani”, sottolinea.
Il convegno organizzato in sala consiliare che vedrà la partecipazione di 200 ragazzi e che vedrà la partecipazione di istituzioni ed esperti inizierà alle 9 di venerdì 7 febbraio, mentre l’appuntamento con quello nella scuola Rossetti è alle 10.30. Una vera e propria maratona quella organizzata dalla Toppetti voluta “perché credo che contrastare il bullismo sia fondamentale”, sottolinea rimarcando quel 25 per cento di studenti che ha ammesso di esserne stato vittima e quel 55 per cento che ha assistito ad atti del genere.ù
“È una dinamica tossica che si fonda sulla violenza, sulla violazione del diritto umano e fondamentale della dignità. Partiremo proprio dalle risposte date dai ragazzi per avviare il confronto con gli esperti presenti. Il bullismo si svolge tra i pari, quindi non è facile per gli adulti intercettarlo, si svolge nei bagni e gli atti di bullismo si verificano fuori da scuola. E’ l’occasione per dire ai ragazzi che sappiamo che il fenomeno esiste e che ne sono vittime. Nel dopoguerra è stata importante alfabetizzare con l’insegnare a leggere e scrivere. Oggi dobbiamo insegnare ai nostri giovani ad avere spirito critico, avere coscienza e avere ben presente che è un diritto inalienabile su cui non si può negoziare quello del rispetto umano tra di loro”.
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