(AGENPARL) – Roma, 6 Febbraio 2025
(AGENPARL) – gio 06 febbraio 2025 VILLA DELLA REGINA
Sulle pendici della collina torinese, con una vista panoramica mozzafiato sulla città, Villa della Regina, circondata dall’anfiteatro dei suoi giardini all’italiana con giochi d’acqua, grotte e aree agricole produttive, definisce il fondale scenografico e paesaggistico di Torino.
Voluta intorno al 1615 dal principe Maurizio di Savoia, sul modello delle ville romane, Villa della Regina nacque come vigna, cioè residenza collinare, e fu anche salotto culturale, sede dell’Accademia dei Solinghi, cenacolo esclusivo fondato dal principe, che riunì eminenti figure della scena culturale dell’epoca, tra cui Emanuele Tesauro.
L’attuale denominazione del compendio si deve alla presenza prettamente femminile che ne caratterizzò le vicende nei secoli. Ereditata dalla nipote, la principessa Ludovica Cristina sposata nel 1642, Villa della Regina fu infatti, da allora e fino alla metà dell’Ottocento, residenza prediletta di principesse, duchesse e regine di casa Savoia che lasciarono importanti tracce del loro gusto elegante e raffinato.
Nel 1692 la proprietà passò ad Anna Maria d’Orléans, consorte di Vittorio Amedeo II, e inziarono importanti interventi di ammodernamento, sviluppati ulteriormente dal 1713, quando la dinastia sabauda acquisì il titolo regio e Filippo Juvarra fu nominato architetto di corte. Fu così che la residenza diventò Vigna della Regina. Gli ambienti del piano nobile furono distribuiti in due appartamenti distinti, uno per la regina e uno per il re, con sale definite da volte in stucco bianco arricchite da tele del pittore Claudio Francesco Beaumont. Dagli anni Trenta del Settecento, i progetti juvarriani proseguirono sotto la guida dell’allievo Giovanni Pietro Baroni di Tavigliano, che realizzò il grande Salone d’Onore, quale raccordo tra gli appartamenti reali, affrescato dai pittori Giuseppe Dallamano, Giambattista Crosato e Corrado Giaquinto. Nello stesso periodo furono allestiti i quattro ‘gabinetti alla China’ nei torrioni angolari, decorati secondo il gusto per l’Oriente in voga nelle corti europee dell’epoca.
A partire dal 1865 la villa cessò di essere residenza di corte e tre anni dopo Vittorio Emanuele II la donò, con tutte le sue pertinenze, all’Istituto Nazionale per le Figlie dei Militari, collegio riservato alle orfane di guerra e alle figlie di invalidi e decorati al valore, poi soppresso nel 1975. Gli spazi furono adeguati alle nuove esigenze funzionali, trasformando gli ambienti aulici in aule per le lezioni del collegio, realizzando sale di ricevimento per le personalità in visita e camere da letto per la direttrice e il corpo docente. Alcuni preziosi arredi originari furono trasferiti a Roma per arredare le stanze del Palazzo del Quirinale, sorte che toccò ad esempio alla celebre biblioteca realizzata dall’ebanista Pietro Piffetti per Carlo Emanuele III, ai pannelli che ornavano uno dei gabinetti cinesi e alle tele di Corrado Giaquinto con il ciclo delle storie di Enea.
La mancata manutenzione del delicato equilibrio tra architetture, giardini e area agricola, un graduale abbandono, i parziali smembramenti e i danni dovuti ai bombardamenti del periodo 1942-1943, alcuni furti e interventi impropri, finirono per compromettere l’intero complesso che verso la fine del Novecento toccò un degrado prossimo al collasso.
Il percorso di rinascita di Villa della Regina ebbe inizio nel 1994, intrapreso dall’allora Soprintendenza per i Beni Artistici e Storici del Piemonte, con il supporto di istituzioni pubbliche e private, avviando un attento cantiere di studio e restauro che consentì nel 2006 la riapertura parziale al pubblico degli spazi museali. In parallelo fu indagata la vocazione agricola che aveva contraddistinto il compendio sin dalle origini e, in particolare, essendo documentata la presenza di una vigna dal Seicento alla prima metà del Novecento, si scelse di recuperare questo peculiare tratto distintivo con il reimpianto di un vigneto di vino Freisa.
L’obiettivo di completare il recupero, il restauro e la valorizzazione del complesso di Villa della Regina resta pertanto al centro dei programmi portati avanti in questi anni.
Villa della Regina, insieme a Palazzo Carignano, al Castello di Agliè e ai Castelli di Moncalieri e Racconigi è una delle cinque realtà museali affidate dal 2024 all’istituto autonomo delle Residenze reali sabaude – Direzione regionale Musei nazionali Piemonte del Ministero della cultura, inserite nel sito UNESCO iscritto dal 1997 nella Lista del Patrimonio mondiale.
Ministero della cultura
Residenze reali sabaude – Direzione regionale Musei nazionali Piemonte
Dirigente: Filippo Masino
Villa della Regina
Direttrice: Sara Lyla Mantica
Indirizzo: Strada comunale Santa Margherita, 79 – 10131 Torino
ORARIO
Complesso museale di
Villa della Regina e Giardini
martedì, mercoledì, giovedì, venerdì, sabato e domenica dalle 9.30 alle 18.00 (ultimo ingresso 17.00)
lunedì chiuso
Tariffe:
Dal 1° marzo 2025 biglietto Villa+Giardini: € 10,00; biglietto Giardini: € 5,00
Ridotto (18-25 anni): € 2,00
Gratuito per minori di 18 anni, per persone con disabilità e accompagnatori, per docenti delle scuole italiane pubbliche e private paritarie con presentazione della certificazione del proprio stato di docente; studenti delle facoltà di Architettura, Lettere e Filosofia; titolari di Abbonamento Musei, Torino+Piemonte Card; Royal Pass; personale MiC; membri ICOM; giornalisti muniti di tessera professionale
Biglietti online su http://www.museiitaliani.it e tramite app Musei Italiani.
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