SOMMA LOMBARDO – La proroga di nove anni arrivata all’ultimo momento da Asst Valle Olona per evitare lo sfratto dalla casa di riposo Il Girasole a Somma Lombardo «non è stata una vittoria, ma una sconfitta». E su questo, in particolare le opposizioni, sono d’accordo: lo ha detto Alberto Barcaro (Noi per Somma), lo ha ribadito Manuela Scidurlo (Fratelli d’Italia), lo ha sottolineato Daniele Consonni (presidente del circolo cittadino di FdI). Sì, perché è visto come il risultato di «quattro anni di stallo» in cui le trattative per la realizzazione della nuova Rsa non hanno portato all’avvio effettivo dell’intervento. In mezzo ci sono stati tavoli, discussioni, accordi saltati e nuove proposte. Ora Somma vuole un cambio di passo. E una soluzione. È quanto accaduto ieri, 5 febbraio, durante il consiglio comunale aperto per relazionare sul futuro del Girasole. Inclusa la possibilità di «rivalutare altre proposte», ha detto il presidente della Fondazione, Claudio Montagnoli.
Cambia lo scenario delle trattative
È stato proprio Montagnoli a illustrare lo stato dell’arte. Centrale è la proroga ottenuta per restare all’interno dell’ospedale Bellini – attuale sede della rsa – altri nove anni, evitando lo sfratto paventato al 31 dicembre 2024. L’ipotesi di dover lasciare la struttura ha però inciso sullo scenario delle trattative con Zaffiro, l’operatore che si è fatto avanti (una volta saltato il precedente accordo con Emmaus) per realizzare alle stesse condizioni e alle stesse cifre l’opera all’ex Lanificio.
«Siamo all’anno zero», ha detto Montagnoli. «Abbiamo già dato l’incarico a un consulente per rivalutare altre proposte». Un passaggio che ha fatto storcere il naso in aula, obbligando il sindaco Stefano Bellaria a chiarire. In sintesi, lo stato di incertezza e gli eventuali costi aggiuntivi per ricollocare i pazienti («Era emersa l’ipotesi di mettere a disposizione una parte dell’ex reparto di medicina all’ospedale di Gallarate. Ma sistemarlo costava oltre 500mila euro, che andavano scalati dal prezzo di acquisto») hanno frenato tutto. «Un operatore, ovvio, non può confermare lo stesso prezzo se nel frattempo le condizioni cambiano», ha precisato il primo cittadino. Per questo motivo la società è passata dalla possibilità di acquistare il ramo d’azienda – per un milione 250mila euro – con i 60 posti letto convenzionati con Regione Lombardia, alla proposta di un affitto intorno ai 500mila euro. Un’idea lanciata in attesa di certezze sul futuro. Che in effetti sono arrivate.
E ora? La risposta della politica
Quindi, ora, cosa succede? Per il sindaco la soluzione è già pronta: «Grazie alla proroga, Zaffiro ha confermato di voler tornare alle condizioni iniziali. Quindi non vedo per quale motivo si dovrebbe ripartire da zero». Sulla stessa linea il consigliere di maggioranza Claudio Brovelli (Sinistra per Somma): «Ristabilita la situazione originale, senza sfratto, perché non si è subito interpellato l’operatore per sedersi al tavolo e procedere sulle disponibilità? Il Cda si è affidato a una consulenza per esplorare nuove offerte. Non lo capisco».
Pungenti anche le opposizioni. «Chiediamo che il Cda e l’amministrazione comunale si assumano la responsabilità. Non possiamo limitarci a gestire le proroghe come fossero situazioni definitive. È tempo di agire», le parole di Barcaro. Così Scidurlo: «Il canone di locazione concordato è di gran lunga superiore a quanto precedentemente pagato. Inoltre, da metà dicembre ad oggi non ci si è ancora mossi col proponente. Bisogna essere onesti e parlare della sua responsabilità (rivolta a Montagnoli, ndr) di essere stato statico per oltre quattro anni, in balia di situazioni che non si è riusciti a gestire». Ha aggiunto Consonni: «Non c’è visione, siamo ancora qui a parlarne. Vuol dire che il Cda ha dormito». Alberto Nervo (SommaSì) ha ribadito la volontà di affidarsi a «un’azienda seria, senza più correre rischi». Infine, Mariangela Aguzzi Casagrande (Lega): «La speranza è che la proroga sia veramente temporanea, non che fra otto anni ci troviamo ancora nella stessa situazione».
Paure e domande. L’impegno per il futuro
Pochi gli interventi dal pubblico. La voce di qualche dipendente ha confermato che «abbiamo avuto paura» quando si è parlato di sfratto. C’è chi invece ha chiesto spiegazioni: «Com’è possibile che, con un’interesse economico così grande e con la sponsorizzazione della politica, non ci sia una risposta adeguata rispetto alla Fondazione Girasole?».
A chiudere il confronto, dopo aver risposto commento per commento, è stato proprio l’intervento di Montagnoli: «Ho fatto sempre tutto il possibile, insieme a chi mi ha sostenuto, solo per il bene di Somma, per la casa di riposo e per i pazienti che ospita», ha chiarito. «Mi impegnerò nell’arco di un mese a decidere per il futuro della casa di riposo. I tempi sono strettissimi, vero. Ma lo faremo, con i nostri paletti. Come garanzia, in modo che si costruisca, abbiamo detto che cediamo tutto all’autorizzazione edilizia: una pre-firma si può fare».
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somma girasole proposte caso – MALPENSA24
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