Ortomercati, a rischio 100 mln di Pnrr. Privilegiato il Sud ma obiettivi lontani senza rete Italmercati. I DATI

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Agricoltura

 


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RomaÈ corsa contro il tempo per i trentasei ortomercati italiani ammessi al finanziamento PNRR di 270 milioni di euro per opere di ammodernamento incentrate su efficientamento energetico, implementazione della logistica, della catena del freddo e sulla digitalizzazione.

Importante, dunque, il ruolo svolto in questa fase da Italmercati che rappresenta al momento l’unica garanzia sull’avanzamento dei progetti. I Mercati di Genova, Torino, Rimini ed il Mercato dei Fiori di Sanremo hanno ricevuto difatti il decreto di finanziamento e tutti i Mercati della Rete che hanno presentato i progetti sono stati ammessi ai finanziamenti.

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ORTOMERCATI, A RISCHIO 100 MLN DI FINANZIAMENTO PNRR

Il rischio è che vadano in fumo circa 100 milioni di euro di finanziamento (quasi un terzo del totale) del bando preposto all’esecuzione da Invitalia e Masaf che, secondo le procedure europee, se non spesi, dovrebbero tornare al mittente. E all’orizzonte già si profila il rischio di ricorsi per individuare le responsabilità dei ritardi.

I DATI. IN ITALIA 137 ORTOMERCATI VALGONO 10 MLD EURO, MA FRANCIA (22 MERCATI) E SPAGNA (25 MERCATI) CI BATTONO

A nulla vale il fatto che l’Italia sia riuscita ad ottenere il maggior numero di fondi per gli ortomercati rispetto agli altri Paesi europei. Anzi, questo fatto che potrebbe rivelarsi un boomerang considerato che nel Belpaese i mercati ortofrutticoli all’ingrosso sono 137, sei volte di più di Spagna (25) e Francia (22), e per giunta hanno un giro d’affari inferiore (10 miliardi di euro, rispetto ai 14 miliardi della Spagna e ai 12,5 miliardi della Francia).

Si parla, in sostanza di operatori che viaggiano su una media nazionale di meno di 70 milioni di euro di indotto anche se la maggior parte del fatturato è concentrato intorno ad una ventina di mercati. Per questo il ministero dell’Agricoltura sta spingendo per una riorganizzazione delle strutture e sarebbe già in via di costituzione un progetto di legge su questo tema.

ORTOMERCATI, RITARDI CAUSATI DA BUROCRAZIA PNRR E MANCANZA FIGURE PROFESSIONALI

Tornando alle difficoltà burocratiche date dal PNRR, e evidenziate da tutti i mercati a cui ci siamo rivolti, nell’attuale sistema mercatale italiano caratterizzato da strutture che spesso sono costituite da semplici capannoni se non addirittura delle tettoie, è già arduo trovare le figure professionali altamente specializzate per la gestione di una procedura di finanziamento europea complessa che comprende, ad esempio, il ginepraio delle gare di appalto europee aperte.

Difficoltà procedurali che nel loro insieme richiederebbero molto più tempo dell’anno e mezzo che rimane agli enti gestori ammessi in graduatoria per terminare tutti i progetti. Si conta che per completare tutto ci vorrebbero due anni mentre almeno il 20% degli ammessi in graduatoria è ancora alle prese con le beghe burocratiche quando bisognerebbe essere già in fase esecutiva, quantomeno alla fase dell’assegnazione dei lavori alle ditte appaltatrici.

ORTOMERCATI, PALLOTTINI (ITALMERCATI): RIFORMARE SISTEMA DEI MERCATI PUNTANDO SU VENTI STRUTTURE STATEGICHE

“Abbiamo una posizione di critica su come è stato impostato il bando PNRR – afferma con AGRICOLAE Fabio Massimo Pallottini, presidente della rete Italmercati che raccoglie i principali centri agroalimentari del Paese. Non è una critica verso il ministro Lollobrigida che ho ringraziato più volte per la sensibilità che ha avuto verso il nostro settore portando il finanziamento complessivo a 270 milioni di euro. La critica è rivolta a chi, a suo tempo, ha impostato il bando in questo modo che non ha portato ad una graduatoria di qualità tra tutti i proponenti in gara.

Ci sono troppi mercati piccoli che assorbono risorse pur rischiando di non raggiungere gli obiettivi di spesa. Nell’assemblea di Italmercati dello scorso giugno, abbiamo presentato anche ipotesi ragionamento sulla riforma del sistema dei mercati che individui dei mercati di natura più strategica e la riduzione del numero delle strutture. Le strutture strategiche sarebbero almeno una ventina, sostanzialmente quelle appartenenti alla rete di Italmercati.

Accanto a queste ci saranno altri mercati che ben possono svolgere una funzione locale, anche di ingrosso ma non certo paragonabili a quelli strategici che rappresentano un’ossatura di sistema dentro la filiera agroalimentare italiana. Abbiamo presentato una proposta con i requisiti da prendere i considerazione che ha avuto un riscontro positivo da parte del ministro il quale ci ha sollecitato lui stesso la presentazione di un progetto di riforma del sistema.

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Attualmente siamo nella fase di interlocuzione con i tecnici del ministero e entro l’inverno si potrebbe già arrivare ad un progetto di legge fermo restando il dialogo continuo con le Regioni che hanno competenza in materia. A tal proposito uno strumento utile potrebbe essere quello della creazione di una segreteria tecnica. Se Italmercati ha messo a disposizione dei suoi associati tutti gli strumenti per rispettare le tempistiche, fuori dalla rete vedo disorganizzazione”.

RIFORMA ORTOMERCATI: VICINANZA A INFRASTRUTTURE E ACCORPAMENTO MERCATI

Nel progetto di riforma del sistema al vaglio, tra i requisiti per considerare un mercato strategico c’è, ad esempio, la vicinanza a grandi strutture come un interporto, ad esempio, o l’esistenza di un unico mercato regionale, l’importanza per l’attività di export (come per i mercati di Verona, Trieste o Padova) o, ancora, la presenza di forte concentrazione agricola sul territorio.

ORTOMERCATI, OBIETTIVI DI SPESA LONTANI PER PICCOLI MERCATI E SUD ITALIA

Ad ogni modo, nel mare magnum dei trentasei progetti ammessi in graduatoria, su un totale di 800 presentati per la medesima misura (non solo riguardante gli ortomercati), sono molti gli enti che auspicano un’ulteriore proroga anche se i vertici del settore la ritengono impensabile alla luce della rigida road map europea.

Sicché, il raggiungimento degli obiettivi di spesa entro il secondo e, si teme, anche l’ultimo termine proroga (giugno 2026) concesso dalla Commissione Europea, sembra un miraggio per parte di essi; soprattutto i più piccoli non collegati alla rete di Italmercati.

La maggior parte dei piccoli, peraltro, sono per lo più concentrati nel Mezzogiorno del Paese. Quello stesso Mezzogiorno che il Masaf ha inteso privilegiare con l’assegnazione del 40% delle risorse per collocazione geografica, circa 100milioni di euro sul totale dei 268.

Alcuni mercati devono ancora definire i progetti, altri non hanno ancora individuato la stazione appaltante, altri sono legati alle lungaggini amministrative a monte del processo. Non sono pochi quelli bloccati in attesa del decreto di finanziamento che dovrebbe scattare entro 120 giorni dall’apertura dell’istruttoria da parte di Invitalia.

ORTOMERCATI, MERCI (ITALMERCATI): A VERONA AVVIATO PROGETTO DI AMMODERNAMENTO DA 20 MILIONI

Tra i mercati che hanno avuto già un anticipo sulle somme stanziate, c’è quello di Verona che sta portando avanti un progetto di ammodernamento di 20 milioni di euro, Bologna e Milano.

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“Abbiamo già avviato i lavori – spiega ad AGRICOLAE Paolo Merci, direttore del mercato veronese e vicepresidente di Italmercati – e siamo già al 20% nell’avanzamento degli interventi. Abbiamo ottenuto un finanziamento di 10 milioni di euro e altri 10 milioni li metteremo con fondi nostri. I pilastri del nostro progetto sono l’implementazione della catena del freddo per piazzali nord e sud del mercato che adesso sono chiusi e domani saranno refrigerati, e qui siamo su un lotto di circa 8 milioni di euro, superiore alla soglia che impone l’uso delle gare di appalto europee aperte. Nel progetto sulla catena del freddo si può aggiungere anche la logistica dell’ultimo miglio per distribuire merci in città, un servizio che già svolgiamo da anni con cinque aziende da tempo impegnate in questo.

Stiamo lavorando anche per digitalizzare i flussi di traffico. Il secondo pilastro del nostro progetto riguarda la realizzazione di tettoie con pannelli fotovoltaici e un parcheggio autovetture da 620 posti auto. L’impianto di rinnovabili produrrà circa 2,2 MW anno che permetterà di raggiungere l’autosufficienza energetica all’ente gestore. Contiamo di finire i lavori tra marzo e maggio 2026, a ridosso della scadenza.

ORTOMERCATI, TRA DIFFICOLTÀ E OPPORTUNITÀ. I CASI DA MACERATA A SANREMO

Non tutti i mercati peraltro, viaggiano in condizioni floride. C’è chi, come il mercato di Sant’Egidio di Monte Albino (venticinquesimo in classifica), viene fuori da anni tempestosi di malagestione notoria alla comunità locale.

Le notizie relative al caos in cui questo mercato versava, risalgono ad appena due anni fa, quando è stata pubblicata sull’albo pretorio, una relazione del segretario comunale che riferisce della situazione di caos in cui il centro agroalimentare versava, presentando diverse irregolarità tra cui, quelle per la gestione dei posteggi, morosità nei pagamenti per le concessioni e un guazzabuglio gestionale che riguarda, in parte, anche le cooperative di trasporto. Un caos che ha portato il mercato a cercare un nuovo ente gestionale per le aperture e le chiusure e nuovi manutentori per le celle frigorifere. Nel maggio 2018 la struttura era stata anche chiusa dai militari del Nucleo antisofisticazione dei carabinieri che, in un blitz, avevano riscontrato gravi carenze igieniche: l’assenza di acqua potabile in alcuni box, pavimenti sconnessi e realizzati con materiali non lavabili e quindi non sanificabili; celle frigorifere non idonee. Ma tutto questo è acqua passata, ci fanno sapere dal comune che è l’ente gestore del mercato attualmente in corsa per l’ammodernamento.

Un altro caso singolare, quello del comune di Macerata, uscito e rientrato in graduatoria con il decreto del 17 maggio 2024. Secondo una nota del comune inviata ad Agricolae, la situazione sarebbe a questo punto: “In seguito all’ampliamento dei fondi, il progetto del Comune di Macerata è risultato finanziabile e Invitalia ha iniziato l’istruttoria nel merito, con varie interlocuzioni con gli uffici. Nell’ultima call delle scorse settimane, il Ministero e Invitalia hanno manifestato l’intenzione di procedere a una emanazione del decreto di finanziamento sotto condizione risolutiva dell’effettivo acquisto della proprietà dell’area (ora in affitto) all’asta già programmata per il 22 gennaio prossimo, per la quale il Comune ha già fondi disponibili a bilancio”.

In fase progettuale anche il mercato dei fiori di Sanremo che è stato finanziato per 16 milioni di euro di cui 6 a fondo perduto.

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“Attualmente i nostri ingegneri e tecnici stanno lavorando per finalizzare il progetto esecutivo – afferma il neo presidente dell’ente gestore Amaie Energia e Servizi Srl, Sergio Tommasini, alla guida consiglio di amministrazione insediato lo scorso 9 settembre -. Entro gennaio contiamo di lanciare le gare di appalto europee che sono aperte e quindi più complesse. Ci siamo mossi con queste tempistiche perché i decreti di via libera sono arrivati l8 luglio e il 29 novembre di quest’anno”. Nel progetto di riqualificazione si prevede, tra l’altro, una nuova area di sosta per mezzi pesanti da 8mila mq; celle frigo di ultima generazione; impianti fotovoltaici (su cui si teme lo sforamento dei tempi) e una banca del freddo, ossia un sistema di accumulo e distribuzione del freddo.

Punta quasi tutto sull’efficientamento energetico il mercato dei fiori di Pescia che, per bocca del direttore, Gianluca Incerpi, ci spiega che ha ottenuto il decreto di finanziamento un mese fa. Restano adesso 18 mesi per svolgere tutte le procedure, inclusa una richiesta di modifica del progetto che deve ancora ottenere l’ok da Invitalia che, come da procedura, ha 120 giorni di tempo dalla riapertura dell’istruttoria.

Mariangela Latella

 

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