Prospero, la famiglia non crede al suicidio e l’avvocato: «Chi sa parli»

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di Elle Biscarini

«La famiglia non crede all’ipotesi del suicidio. Chi sa, parli». Così gli avvocati della famiglia Prospero, Francesco Mangano e Carlo Pacelli di Perugia, alla trasmissione di ‘Chi l’ha visto?’ di Federica Sciarelli, durante la quale si appellano a «chiunque abbia visto persone aggirarsi intorno a via del Prospetto il 24 gennaio, chi sa delle sue attività, anche online, ci dia notizie utili, affinché si possa fare chiarezza e si giunga alla verità». 

La sorella Proseguono le indagini per chiarire le circostanze legate alla morte di Andrea Prospero, lo studente universitario 19enne trovato senza vita mercoledì in un b&b nel centro di Perugia, forse a causa di un malore legato all’assunzione di farmaci. A  ‘Chi l’ha visto?’ parla la sorella gemella Anna: «Mio fratello era una persona molto buona, molto gentile e riservata. Però credo che la sua capacità nell’essere così tanto disponibile con gli altri sia stata in un certo senso sfruttata. E lui non se ne è reso conto e a un certo punto non sapeva come uscirne fuori ed è successo quello che è successo. Forse è stato troppo ingenuo». 

I dubbi della famiglia «La famiglia – ha detto Pacelli – ci tiene a ringraziare gli abitanti e le istituzioni di Lanciano, che hanno dimostrato solidarietà e affetto. Un affetto molto partecipato in un momento di dolore profondo. Grazie anche agli abitanti di Perugia per la solidarietà dimostrata da subito nei confronti di Andrea. Andrea da tutti rappresentato come un ragazzo pulito, limpido e generoso, gentile e disponibile con tutti. Per questo, la famiglia riserva molti dubbi sull’ipotesi del suicidio. I genitori hanno massima fiducia nella magistratura perugina, affinché scopra la verità».

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I vicini Le indagini ora continuano sulle sim – si parla di almeno 40 – e 5 cellulari ritrovati nell’appartamento. Nei prossimi giorni gli inquirenti sperano di poter risalire alle attività in cui, in qualche modo, si era trovato coinvolto il 19enne abruzzese. Attività che svolgeva in totale anonimato e «come un fantasma». Una vicina, alle telecamere di ‘Chi l’ha visto?’, riferisce di non averlo mai visto entrare o uscire: «Abito all’ultimo piano, vedevo luci accese ma era normale, era utilizzato come b&b. Non ho mai incontrato il ragazzo né qualcun altro» Anche gli altri vicini non si sarebbero mai accorti di alcun viavai sospetto o attività di qualche tipo. «Nessuno l’ha visto. Mai».

L’appartamento Per quanto riguarda la registrazione in questura, sulla quale anche erano stati sollevati dubbi, il programma ha sentito il proprietario del b&b. «L’agenzia – ha spiegato – ha preso in locazione l’appartamento con contratto di affitto regolare, con la condizione che venisse usato per affitti brevi, ossia inferiori ai 30 giorni. Da quello che emerge, la registrazione alla questura pare che non sia stata fatta, anche perché sennò si sarebbe trovato quando sono partite le ricerche, immagino 48 ore dopo la sparizione. Poi è passato solo un altro giorno, quando l’agenzia ha segnalato la presenza del ragazzo in casa alla questura, vedendo un articolo sulla scomparsa». 

I dubbi Rimangono però i dubbi sul perché avesse affittato l’appartamento per un così lungo periodo, dall’8 gennaio al 20 febbraio. Le due carte di credito rinvenute una nel bagno in via del Prospetto e l’altra nel portafoglio lasciato nell’alloggio della sorella Anna. Perché avesse tutte quelle sim, dove le ha comprate, che tipo di attività online faceva. «In questi giorni – ha detto Mangano – la polizia postale sta facendo accertamenti su tutte le sim e i cellulari e avremo le risposte si spera tra qualche giorno o settimana. Andrea era un ragazzo gentile e buono. L’appello è che chiunque sappia qualcosa parli, ci dia notizie utili».

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