Il gruppo speleologico Le Taddarite documenta conformazioni geologiche e tracce storiche in un geosito siciliano
Contesto Geologico e Storico
Pizzo Chiarastella, rilievo montuoso situato tra i comuni di Villafrati e Cefalà Diana (PA), rappresenta un’area di interesse scientifico per la sua composizione calcareo-dolomitica e la presenza di fenomeni carsici sviluppati.
Inserito nella Riserva Naturale Orientata Bagni di Cefalà Diana e Chiarastella, il sito è riconosciuto come geosito regionale per il suo valore geologico e archeologico.
Le rocce carbonatiche, modellate da processi di dissoluzione chimica, ospitano cavità naturali che conservano testimonianze di insediamenti preistorici, tra cui reperti risalenti al Neolitico, come il bicchiere campaniforme di Villafrati.
Obiettivi dell’Esplorazione
Il gruppo speleologico Le Taddarite ha condotto un’escursione il 29 gennaio 2025 con l’obiettivo di mappare e analizzare alcune cavità lungo la parete settentrionale di Pizzo Chiarastella.
L’iniziativa rientra in un progetto di monitoraggio continuo delle dinamiche carsiche e di verifica dello stato di conservazione dei siti.
L’attività ha previsto la raccolta di dati morfologici, la documentazione fotografica e il confronto con precedenti rilevamenti, al fine di aggiornare le conoscenze sulle formazioni ipogee dell’area.
Itinerario e Metodologia
L’esplorazione è partita dal parcheggio delle Terme Arabo-Normanne di Cefalà Diana.
Il gruppo ha percorso una strada forestale, raggiungendo i ruderi di un edificio rurale abbandonato.
Da qui, in assenza di sentieri tracciati, è stato seguito un percorso delineato dalle tracce lasciate dal bestiame, arrivando a un’altitudine di 550 metri s.l.m., dove sono state individuate le cavità oggetto di studio.
L’accesso alle grotte è stato effettuato con attrezzature speleologiche standard, tra cui corde statiche, caschi con illuminazione frontale e strumenti di misurazione laser.
Analisi delle Cavità
1. Primo Complesso Carsico
La prima cavità esaminata presenta un ingresso parzialmente ostruito da detriti rocciosi, probabile risultato di crolli interni.
L’analisi del suolo ha evidenziato la presenza di frammenti calcarei di medie dimensioni, suggerendo un’origine tettonica della struttura.
La conformazione a “anticamera” con fori laterali indica un’attività idrica passata, tipica dei processi di corrosione carsica.
Non sono stati identificati cunicoli percorribili, ma la morfologia suggerisce la possibile esistenza di gallerie collassate.
2. Grotta Buffa: Ipotesi e Conferme
La seconda cavità, identificata come potenziale Grotta Buffa, si sviluppa orizzontalmente per circa 25 metri, con un reticolo di cunicoli secondari.
All’interno, è stato rilevato un corridoio stretto (diametro medio di 40 cm) che sembra condurre a una sala non accessibile senza attrezzature specifiche.
Un cunicolo discendente è stato parzialmente esplorato da tre membri del gruppo, interrotto da un restringimento a 15 metri dall’ingresso.
La struttura a due livelli sovrapposti (Buffa I e Buffa II), già documentata in studi precedenti, è stata confermata da rilievi topografici.
Fonti regionali indicano che la grotta fu utilizzata come necropoli tra l’Età del Rame e il Bronzo Antico, ipotesi supportata da reperti ceramici rinvenuti in passato.
3. Anfratto Minore
Il terzo punto esaminato consiste in un anfratto superficiale, privo di sviluppi interni. Nonostante l’assenza di cunicoli, la parete mostra stratificazioni calcaree ben visibili, utili per studi di datazione geologica.
Rilevanza Archeologica
Oltre agli aspetti geologici, Pizzo Chiarastella offre spunti per ricerche interdisciplinari.
La Grotta Buffa, in particolare, è stata oggetto di indagini archeologiche a partire dagli anni ’70, che hanno portato alla luce frammenti di ceramica e strumenti litici.
La presenza del bicchiere campaniforme di Villafrati (conservato al Museo Archeologico di Palermo) collega l’area a rotte commerciali del Neolitico, confermando il ruolo della Sicilia centro-occidentale come crocevia culturale.
Terme Arabo-Normanne: Un Correlato Storico
Al termine dell’esplorazione, il gruppo ha visitato i Bagni Termali di Cefalà Diana, struttura risalente al XII secolo che unisce elementi architettonici arabi e normanni. L’edificio, alimentato da acque sulfuree, rappresenta un esempio di continuità d’uso di risorse idrogeologiche, dalle epoche preistoriche al Medioevo.
Prospettive Future
I dati raccolti saranno integrati in un database regionale accessibile a ricercatori e istituzioni.
Le Taddarite hanno annunciato l’intenzione di programmare ulteriori sopralluoghi, con l’obiettivo di approfondire la relazione tra attività tettonica e formazione delle cavità.
Sono previste collaborazioni con università siciliane per analisi isotopiche sulle acque di stillicidio, utili a ricostruire i cicli climatici del passato.
Conclusioni
L’esplorazione di Pizzo Chiarastella ha fornito informazioni aggiornate su un geosito di rilevanza scientifica, evidenziando la complessità dei processi geologici e la stratificazione storica del territorio.
L’attività del gruppo Le Taddarite sottolinea l’importanza della speleologia come strumento multidisciplinare, capace di coniugare ricerca ambientale e valorizzazione del patrimonio culturale.
Fonte e articolo originale: https://www.letaddarite.it/2025/01/29/esplorazione-speleologica-a-pizzo-chiarastella/
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