Strad sfida sé stesso: all’asta il Joachim Ma

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CREMONA –  Potrebbe diventare il violino più prezioso del mondo e, va da sé, è uno Stradivari. Domani a New York il Joachim – Ma andrà all’asta da Sotheby con una stima iniziale tra i 12 e i 18 milioni di dollari, ovvero tra gli 11 milioni e mezzo e i 17 milioni e 300mila euro (migliaia più, migliaia meno), superando potenzialmente il valore dello Stradivari Lady Blunt, venduto nel 2011 alla cifra record di 9 milioni e 808mila sterline, cioè poco oltre i 12 milioni di dollari e un po’ meno di 12 milioni di euro. Il Joachim Ma è stato realizzato da Stradivari nel 1714, nel suo periodo aureo.

A rendere particolarmente prezioso lo strumento è la sua storia leggendaria. Ora, nel corso della Masters Week, questo Stradivari viene presentato in un’asta a lui interamente dedicata. Nel corso della settimana andranno all’incanto anche opere di Raffaello, Guercino, Tiepolo, nonché un disegno di Giulio Campi. Il violino di Stradivari è proposto in vendita dal New England Conservatory (NEC), a cui saranno destinati i proventi di vendita, poi trasformati in borse di studio per gli studenti. Come si è detto, qualora l’ipotesi di vendita venisse confermata, l’aggiudicazione potrebbe andare ad aggiornare il record di violino più caro di tutti i tempi, detronizzando il Lady Blunt.

Lo Stradivari Joachim-Ma Stradivarius, dice il catalogo della prestigiosa casa d’asta, colpisce «per il calore nel suono, con una profondità di fondo che gli conferisce un carattere unico, rendendolo tutt’altro che ordinario. La voce del violino non è solo ascoltata ma anche percepita, rivela sottili sfumature e offre una qualità espressiva senza tempo a ogni nota. Non c’è da stupirsi che sia noto come uno dei grandi violini di sempre, e che per secoli musicisti di altissimo livello lo hanno cercato per suonarlo».

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In passato lo strumento è appartenuto, tra gli altri, a Joseph Joachim, uno dei musicisti più influenti del XIX secolo, le cui collaborazioni con compositori come Johannes Brahms hanno influenzato in modo decisivo il corso della musica classica. Il secondo nome del violino si deve a Si-Hon Ma, violinista ex studente e professore del New England Conservatory. Ma lo donò all’istituto con la promessa che sarebbe stato venduto in modo da devolvere il ricavato a supporto della scuola.

Joseph Joachim, violinista e compositore ungherese

Nel 2014, per alcuni mesi, il Joachim Ma tornò a Cremona – al Museo del Violino – per festeggiare il suo trecentesimo compleanno. Grazie alla rete friends of Stradivari, lo strumento fu esposto all’MdV e suonato nel corso di concerti e audizioni speciali.

«Il giovane Joseph Joachim si innamorò della sua bellezza e la sua voce ispirò Brahms – è scritto nella pagina dei friends dedicata al violino -. Benché Joseph Joachim (1831-1907) abbia avuto non meno di 10 violini realizzati da Antonio Stradivari, il suo nome resta indissolubilmente legato al ‘Joachim – Ma’, del 1714, probabilmente lo strumento impiegato, nel 1879, in occasione della prima esecuzione del concerto opera 77 di Brahms. W.E. Hill&Sons, nel 1914, descrisse così l’acquisto dello strumento da parte del diciottenne Joachim: “Questo strumento apparteneva ad Herr Heinrich Muller quando Joachim, nel 1849, lo vide la prima volta. Subito se ne innamorò così intensamente da volerlo. Tuttavia, come egli stesso ricordava, solo dopo lunghe preghiere agli zii riuscì, finalmente, a realizzare il suo intendimento e assicurarsi il violino, al prezzo di 200 sterline. Lo custodì fino al 1890 circa, quando suonò in quartetto con Diedrich Meier. Questi possedeva uno splendido Stradivari e, quando gli propose lo scambio, Joachim accettò. In seguito Diedrich Meier vendette lo strumento al barone Knoop, che, dopo diversi anni lo donò alla baronessa May Knoop, dalla quale lo acquistò W.E. Hill&Sons per rivenderlo, nel 1913, all’ingegnere britannico e violinista dilettante Alexander Kennedy (1847-1928). Nel 1923 fu ceduto all’americano Albert E. Stephens, quindi a John H. Bennett Hugh e, nel 1964, al collezionista statunitense Hugh Long. Nel 1967 la ditta Rembert Wurlitzer di New York lo vendette al violinista Si-hon Ma, che lo custodì fino al 2009, divenendo l’unico proprietario registrato ad aver conservato la proprietà dello strumento più a lungo di Joachim stesso”.

«Il Joachim Ma – prosegue la scheda dei friends – fu realizzato da Stradivari nel ‘periodo d’oro’ e presenta diverse analogie con altri grandi capolavori coevi quali, ad esempio il Dolphin del 1714 ed il Titian del 1715. Benché il Cremonese 1715 (custodito a Cremona, ndr) presenti una larghezza leggermente maggiore, anche il Joachim Ma è stato realizzato utilizzando la forma grande. È considerato uno dei migliori strumenti di Stradivari per resa sonora e qualità timbriche».

Joseph Joachim (1831 – 1907) è stato un violinista, insegnante, compositore e direttore d’orchestra ungherese. Talento precoce, ha studiato a Pest e a Vienna, prima di approdare a Lipsia, dove Joachim era tra i musicisti prediletti di Felix Mendelssohn che allora dirigeva la Gewandhausorchester Leipzig. Nella sua prima esibizione con quella formazione orchestrale, Joachim suonò il Concerto per violino di Heinrich Wilhelm Ernst, ma la sua più celebre performance sotto la direzione di Mendelssohn fu senza dubbio quella di Londra del 1844: l’esecuzione da parte del violinista ancora dodicenne del Concerto per violino di Ludwig van Beethoven fu un vero trionfo.

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In seguito la carriera di Joachim fu segnata profondamente dall’amicizia con Johannes Brahms, nonostante un periodo di raffreddamento. La collaborazione fra i due musicisti portò benefici a entrambi. L’opera più significativa che simboleggia questa amicizia è sicuramente il Concerto per violino e orchestra di Brahms (op. 77). Nella stesura di questo concerto, Brahms fu molto aiutato da Joachim specialmente in materia di tecnica violinistica, come si può osservare nel loro carteggio. La cadenza di questo concerto che solitamente viene eseguita, è stata scritta da Joachim.





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