Traffico di stupefacenti e rapina, 26 arresti in flagranza di reato e 39 indagati su tutto il territorio nazionale


I Carabinieri del Comando Provinciale di Rimini hanno dato esecuzione a una ordinanza di applicazione di misure cautelari, emesse dal Giudice delle Indagini Preliminari del locale Tribunale su richiesta della Procura della Repubblica di Rimini, nei confronti di 39 indagati ritenuti responsabili, a vario titolo, dei reati di rapina, furti in abitazione, traffico, detenzione e spaccio di quantità ingenti di stupefacenti, cocaina in particolare. I provvedimenti sono stati eseguiti, oltre che nella provincia di Rimini, anche in quelle di Bologna, Campobasso, Cagliari, Forlì-Cesena, Imperia, Milano, Monza, Parma, Piacenza, Pesaro e Ravenna, con il supporto di militari dei locali Comandi Provinciali, dei Reparti Anticrimine di Bologna e Padova, della componente aerea del 13º Nucleo Elicotteri Carabinieri di Forlì, dei Nucleo Carabinieri Cinofili di Pesaro e delle Polizie Locali di Rimini e Riccione.

L’operazione, che ha visto la partecipazione di oltre 200 Carabinieri, è l’epilogo di una complessa e articolata attività investigativa condotta dai Carabinieri della Sezione Operativa di Riccione, avviata a seguito di una serie di furti in abitazione consumati durante lo scorso inverno nella Perla Verde e nei comuni limitrofi.

Le indagini, allo stato attuale hanno consentito di risalire a una serie di soggetti, tutti di nazionalità albanese ma stanziali in Emilia Romagna che, di volta in volta, reclutavano connazionali fatti appositamente giungere in Italia per consumare reati contro il patrimonio: i correi, dopo breve periodo, venivano fatti rientrare nel paese d’origine e rimpiazzati con nuove figure criminali.

Oltre ai reati predatori, gli indagati erano attivi anche nel fiorente settore degli stupefacenti, frequentemente acquistati da connazionali appartenenti ad altra struttura operante anch’essa in Riviera. Anche questi ultimi, benché trattassero il commercio di ingenti quantitativi di stupefacente, erano comunque dediti anche alla vendita al dettaglio e come gli altri, al fine di eludere le indagini, utilizzavano un rigido turnover di spacciatori per le cessioni. Nonostante tutte le accortezze poste in essere, i Carabinieri riuscivano comunque ad individuare i luoghi ritenuti essere le basi operative e a delineare così il modus operandi utilizzato.

Attraverso un costante monitoraggio dei vari target, i militari, sin dallo scorso mese di giugno, iniziavano a conseguire i primi riscontri a quanto ipotizzato, sia per quanto riguarda la consumazione di furti sia per lo spaccio di cocaina. Venivano così documentate decine e decine di cessioni effettuate, come già accennato, da giovani incensurati a tossicodipendenti del luogo, di ogni estrazione sociale e culturale; in più circostanze e per quantitativi maggiori, i cavalli albanesi si attivavano per effettuare consegne a domicilio in zona ma anche a Cervia (RA), nel nord delle Marche (Fano, Pesaro) e a San Marino. Gli arresti eseguiti mettevano in allarme il gruppo, il quale, nel mese di novembre, spostava la base operativa tra Cesenatico e Cervia, località ove in data odierna sono state eseguite 3 catture.

 

Rilevante anche il ruolo delle compagne italiane dei cittadini albanesi tratti in arresto, destinatarie anch’esse di misure cautelari detentive: il loro compito era quello di trasportare la droga che in precedenza avevano concorso a suddividere in dosi, confermando così la loro piena e consapevole partecipazione alle illecite attività. Con la prosecuzione delle indagini, lo sforzo investigativo andava a focalizzarsi sulla seconda struttura criminale che, come ricostruito dai militari, reinvestiva i proventi illeciti dei furti consumati nell’acquisto di grossi quantitativi di cocaina. La redditizia attività, pur saldamente radicata a Rimini e Riccione, portava gli arrestati ad avere rapporti con soggetti in vari paesi Europei e non, in particolare con soggetti in Belgio, Olanda e Gran Bretagna.

Tra i risultatiti operativi conseguiti nel corso dell’attività, si segnalano i 30 arresti effettuati in flagranza di reato che hanno portato gli investigatori al sequestro complessivo di 253 kg di cocaina e 40 di hashish. In particolare i Carabinieri di Riccione, il 27 settembre scorso, in collaborazione con i militari dei comandi Arma di Milano e Vimercate (MB), in due distinte perquisizioni eseguite contestualmente, sequestravano ben 203 kg di cocaina. Un altro duro colpo veniva inferto a Imola nel mese di novembre, allorquando il carico intercettato era di oltre 20 kg, sempre del medesimo stupefacente. Altre località teatro di ingenti sequestri sono state Termoli (CB) a gennaio, Pesaro a luglio e novembre, Cento (FE) e Treviso sempre nello scorso mese di novembre, nonostante il maggior numero di catture sia stato effettuato in Riviera.Riccione Traffico di stupefacenti e rapina, 26 arresti in flagranza di reato e 39 indagati su tutto il territorio nazionale

Da segnalare per rilevanza è stata inoltre la cattura, avvenuta a Piacenza nel mese di dicembre di un pericoloso latitante, ricercato per reati contro il patrimonio e la persona che, con false generalità, aveva trovato rifugio nella città emiliana nell’attesa di trasferirsi all’estero: il 36enne cadeva nella rete degli inquirenti e arrestato con numerosi preziosi ed oltre 100 gr. di oro. Anche le catture eseguite solo pochi giorni fa a Rimini, che hanno portato all’arresto di quattro cittadini albanesi, al sequestro di oltre 750 grammi di cocaina, gioielli, orologi e capi griffati per decine e decine di migliaia di euro e soprattutto al rinvenimento di 6 armi corte da fuoco (tre revolver e tre pistole semiautomatiche) e quattro fucili, rappresentano un significativo tassello dell’indagine che ha avuto il suo coronamento nella giornata odierna.

 

Da ricordare, sempre per la rilevanza di quanto rinvenuto, è il sequestro eseguito a giugno a San Donato Milanese, ove erano stati 36 i chilogrammi di hashish sottratti al gruppo. Il valore dello stupefacente sequestrato all’ingrosso è stato calcolato dai Carabinieri in oltre 8 milioni di euro, che al dettaglio, una volta tagliato e suddiviso in dosi, avrebbe reso ai membri della struttura criminale oltre 25 milioni di euro. Anche i riscontri effettuati in relazione ai furti in appartamento consumati hanno portato al recupero di ingente refurtiva sequestrata nei porti di Bari, Ancona e in quello di Durazzo, risultati ottenuti con sinergica collaborazione fornita anche delle altre forze di polizia nazionali e albanese operante negli scali, con il concorso delle due Agenzie delle Dogane, della Direzione Centrale per i Servizi Antidroga e il contributo di appartenenti allo SCIP (Servizio per la Cooperazione Internazionale di Polizia) dislocati all’estero. Il valore di quanto recuperato è stato stimato in oltre 800.000 euro.

Gli investigatori hanno inoltre accertato presunte responsabilità di 5 soggetti in ordine ad una rapina consumata la scorsa estate in Riviera: un uomo, facendo rientro a casa, è stato avvicinato da due giovani che, travisati con passamontagna, lo hanno aggredito sottraendogli un orologio di pregio indossato. A conclusione di complesse indagini, sono stati identificati i complici: un terzo cittadino albanese e una coppia di coniugi italiani. L’uomo è emerso essere un appartenente all’Arma dei Carabinieri che prestava servizio nella provincia di Rimini, che unitamente alla moglie aveva organizzato la rapina in tratto ai danni di un conoscente fornendo i dettagli necessari sugli spostamenti della vittima ai correi.Riccione Traffico di stupefacenti e rapina, 26 arresti in flagranza di reato e 39 indagati su tutto il territorio nazionale

Il militare, per l’intera durata delle indagini, è stato attentamente monitorato dagli organi investigativi dell’Arma procedenti per accertarsi che non ponesse in essere nuove condotte criminali o potesse trarre vantaggi dalla sua posizione di appartenente alle forze di polizia. I presunti autori del fatto sono stati tutti ristretti in carcere, così come un sesto cittadino albanese che dovrà rispondere del reato di riciclaggio, mentre la donna è stata sottoposta agli arresti domiciliari presso la propria abitazione.

 

Alla luce del quadro indiziario ricostruito dai militari e dalla Procura della Repubblica di Rimini il Giudice delle Indagini Preliminari del Tribunale ha disposto l’esecuzione di:

  • 26 misure cautelari in carcere, presso i Penitenziari di Rimini, Pesaro, Forlì, Ravenna, Bologna, Piacenza, Monza e Larino (CB);
  • 3 misure cautelari agli arresti domiciliari;
  • 10 interrogatori precautelari.

Durante l’esecuzione odierna dei provvedimenti restrittivi sono stati tratti in arresto, in flagranza di reato, altri due soggetti, uno di nazionalità albanese ed una donna marocchina, trovati in possesso di oltre un chilogrammo di cocaina. Nell’occasione l’uomo opponeva resistenza all’arresto procurando gravi lesioni ad uno degli operanti. Recuperati, inoltre, altri 250 grammi di cocaina nelle pertinenze di uno degli obiettivi interessati dalle ricerche. Alcuni destinatari della misura al momento irreperibili sul territorio nazionale, sono tutt’ora ricercati all’estero.

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Ora, questo non vuol dire che il giorno dopo aver ceduto Dorgu buttiamo 30 milioni sul mercato, non è così che fa il Lecce. Noi dobbiamo continuare a prendere giocatori a 2 per formarli, andando ovviamente ad accrescere l’aspetto delle possibilità. Un altro aspetto: nessuno dei soci ha mai preso 1 euro. Abbiamo investito 26 milioni per la nostra scalata, cosa che ha fatto anche il Napoli investendo e poi dando sostenibilità ad una società strutturata. E’ così che un certo tipo di società fanno calcio. Noi abbiamo fatto un regalo al territorio, investendo soldi privati che qui non è facile reperire. Le aziende locali come sponsor tramite Confindustria sono riuscite a sommare 27mila euro, quest’anno la Camera di Commercio ha provato a fare lo stesso per acquistare uno skybox da 50mila euro tramite aziende locali e non ci è riuscita. Noi invece abbiamo investito 26 milioni nel Lecce, facendo una scalata che non era scontata. C’è chi ha speso 70 milioni ed è ancora in C. Sostenibilità non vuol dire che non si investe, ma che si generano ricavi reinvestiti”. Il tifoso non c’entra nulla, perché girano numeri a casaccio. Ad esempio sugli innesti. Parliamo di cifre reali che entrano nel club, per Pongracic sono entrati 10 milioni e per Gendrey poco più di 6. Si riduce di parecchio. Grazie al lavoro dei direttori abbiamo fatto cessioni importanti, incassando escluso Dorgu 40 milioni effettivi, spendendone 42. Però io so che quei 42 diventeranno 200. Il tifoso sbaglia perché ha numeri sbagliati, c’è chi dice che ci mettiamo i soldi in tasca. Affrontiamo questo tema, perché ai tempi di Semeraro si ruppe tutto dicendo che se li intascavano anche se avevano in realtà perso 100 milioni. Il tifoso può stare tranquillo, i soldi di Dorgu verranno reinvestiti. E’ un tema che verrà sgomberato. Abbiamo fatto un accordo con l’Ordine dei commercialisti e metteremo a disposizione un professionista per ogni curiosità che i tifosi possano avere. 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Prendiamo ad esempio Gendrey, perché giocatori così li puoi avere a zero come fatto da noi se poi fai degli accordi come riconoscere percentuali future al club che te lo cede ma anche agli intermediari che possono aver favorito la trattativa. Sono tanti gli aspetti da prendere in considerazione. Poi non dimentichiamo che ci troviamo in una Serie A complicatissima, con di fronte club che investono cifre importanti come Como, Parma e non solo. Non dimentichiamo che si è parlato tanto di fair play finanziario, un tetto che noi ci siamo auto imposti perché è importante per stare in salute come club. Siamo stati criticati perché parliamo del centro sportivo magari dopo una sconfitta. Non dobbiamo farci trascinare dal risultato del momento, un club come il nostro deve convivere con la sconfitta. Non dobbiamo fermarci all’oggi, serve visione a lungo termine. Non so perché il centro sportivo sia stato preso in antipatia da alcuni, io non mi stancherò mai di sottolineare invece l’importanza di alcune cose perché sono sintomo di salute e lungimiranza. Il centro sportivo ti porta meno infortuni, quindi punti. E’ importante e non dobbiamo farci prendere troppo dalle difficoltà del momento”.