Un defunto sconosciuto nella tomba di famiglia, il caso irrisolto del morto abusivo: “Va spostato”

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Come il defunto Giuseppe Di Piazza sia finito nella tomba della famiglia Tranchina ancora non è affatto chiaro. La certezza, in questa storia dai contorni pirandelliani, è che il Comune ha messo nero su bianco che quella salma lì è di un morto… abusivo. “Le spoglie, indebitamente immesse (nella sepoltura gentilizia dei Tranchina, ndr), devono essere traslate”, scrive lo scorso dicembre il capo area dei Servizi cimiteriali, Luigi Galatioto, dopo aver appurato che “il signor Di Piazza non ha alcun legame di parentela con il concessionario Salvatore Tranchina”. Insomma, uno sconosciuto: “Pertanto – sottolinea il dirigente comunale – la sua tumulazione sarebbe potuta avvenire solo con l’autorizzazione di tutti gli aventi diritto, circostanza non verificatasi”.

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Da qui l’ipotesi che siano state fatte “carte false” per seppellire un estraneo nella tomba di proprietà della famiglia Tranchina, che si trova nella sezione 155, lotto 6, del cimitero dei Rotoli. Il morto abusivo è stato ufficialmente sfrattato dal Comune, ma – nonostante le diffide – è ancora lì. Un caso irrisolto. L’odissea va avanti dall’agosto del 2021, quando il signor Di Piazza – morto qualche mese prima e fino a quel momento “parcheggiato” in un deposito dei Rotoli, cimitero allora in piena emergenza – viene seppellito nella tomba dei Tranchina. C’è di più. Per fare spazio al morto abusivo viene tolta dalla sepoltura gentilizia la salma di Castrenze Tranchina, i cui resti vengono ritrovati solo successivamente in una cassetta.

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I concessionari della sepoltura chiedono conto e ragione al Comune. E qui emerge un’altra anomalia: ai Servizi cimiteriali il fascicolo cartaceo della sepoltura è sparito e le uniche informazioni disponibili vengono recuperate dai computer dell’ufficio comunale di via Lincoln. Seguono le denunce ai carabinieri e una causa giudiziaria, che si conclude nel 2022 con un decreto penale di condanna (impugnato) nei confronti di Nicolò Tranchina per aver autorizzato la sepoltura del defunto Giuseppe Di Piazza senza l’ok dei fratelli. “Oltre al danno la beffa, perché la firma sulla pratica cimiteriale non apparterrebbe a Nicolò Tranchina”, sostiene l’avvocato Maria Antonietta Falco, legale di Roberto Tranchina, ovvero colui il quale materialmente si è accorto della presenza – con tanto di nome e foto – del morto abusivo nella sepoltura gentilizia di famiglia. “Va spostato, ma ancora nessuno lo ha fatto”.   

Vengono così tirati in ballo i responsabili e gli operatori dei Servizi cimiteriali dei Rotoli, il responsabile dell’impresa funebre che si era occupata del disbrigo della pratica e il familiare del defunto abusivo. L’accusa è di “avere messo una firma falsa su un atto pubblico, ritenuto valido da un pubblico ufficiale, relativamente alla richiesta di estumulazione e spurgo del cadavere e alla conseguente autorizzazione alla inumazione di un soggetto non facente parte della famiglia, nella sepoltura gentilizia data in concessione dal Comune ai Tranchina”. L’avvocato Falco ha presentato querela e una memoria in procura che ricostruisce i fatti; inoltre si costituirà ad adiuvandum nella causa che riguarda il parente del suo assistito. “Dopo la presentazione della memoria, però, non abbiamo avuto più notizie dal Tribunale”, afferma il legale.

Intanto, il caso è finito al centro di un’interrogazione al sindaco Roberto Lagalla presentata dal consigliere del M5S, Antonino Randazzo, per “fare chiarezza su chi ha autorizzato l’estumulazione di Castrenze Tranchina e la successiva tumulazione di Giuseppe Di Piazza senza alcun via libera dai sette titolari della concessione”. L’esponente pentastellato, ricordando irregolarità e abusi avvenuti al’interno del cimitero, ha chiesto al primo cittadino “se intende avviare o ha già avviato indagini, verifiche e controlli, valutando anche eventuali esposti a tutela dell’ente, e se intende l’amministrazione comunale procedere a traslare la salma indebitamente immessa nella sezione 155, lotto 6, del cimitero dei Rotoli”.



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