Dopo la pubblicazione del nuovo bando regionale per i collegamenti nazionali e internazionali per i tre aeroporti sardi (Alghero-Olbia-Cagliari), si continua a discutere sulle iniziative prese da Villa Devoto per stimolare maggiormente le compagnie aeree a investire sui flussi di turismo in Sardegna. Ma soprattutto uno dei temi che divide è il reinserimento di un finanziamento pubblico per il ritorno dei collegamenti interni all’isola, con le tratte brevi Alghero-Cagliari e Olbia-Cagliari.
Contesto
Ieri, 6 febbraio, in esclusiva ai microfoni di SassariToday l’amministratore delegato di Aeroitalia Gaetano Intrieri ha confermato la volontà della compagnia italiana di interessarsi alle tratte interne della nostra isola, sfruttando gli ATR in dotazione. Con Aeroitalia che attualmente gestisce la continuità territoriale negli scali di Olbia e Cagliari e che in passato ha gestito la stessa nell’aeroporto di Alghero. Una realtà che conosce dunque bene sia bandi e finanziamenti regionali che la realtà della viabilità isolana. La domanda però è: al momento, al di là degli interessi di una o l’altra compagnia su dei finanziamenti regionali, la viabilità sarda ha davvero bisogno di una serie di collegamenti aerei interni?
Tempi
Il primo dubbio è sulla reale necessità dei collegamenti interni, visti i costi del finanziamento e l’inquinamento che verrebbe prodotto da una scelta di spostamenti regionali sicuramente non rivolta al green e alla sostenibilità. Il primo punto è dato dai tempi: chi ha un’auto difficilmente preferirà prendere un volo da Alghero a Cagliari, e viceversa. Anche perché se consideriamo dei tempi di arrivo in aeroporto tirati (circa 40-45 minuti prima della partenza in caso di viaggio senza bagagli e intorno a un’ora prima qualora si dovessero imbarcare delle valigie) e a questi aggiungiamo la percorrenza fino all’aeroporto di Alghero, che comunque dista 30 minuti da Sassari, e poi sommiamo anche i tempi tecnici di imbarco, volo e sbarco, di fatto non c’è alcun tipo di risparmio temporale rispetto a un viaggio in auto. Se non davvero minimo e con il problema di non avere poi un mezzo proprio in uno dei due aeroporti di arrivo. Che guardando ai collegamenti dei mezzi pubblici e privati che durante tutto l’anno gravitano sullo scalo Riviera del Corallo è più che un piccolo problema.
Costi
Il secondo punto è dato dai costi. Qualora davvero dovesse partire un collegamento tra Alghero e Cagliari per la buona riuscita dell’esperimento, già fatto in passato, è necessario anche pensare a dei costi dei singoli biglietti molto al ribasso. Salire e scendere in treno da Nord a Sud della Sardegna, con tempistiche lunghe (spesso oltre le tre ore a tratta), scomodi vagoni e più che volentieri anche con dei cambi intermedi, è necessario spendere poco più di 30 euro. Qualora un singolo biglietto Alghero-Cagliari costasse molto oltre i 50 euro difficilmente la presa sarebbe molto diffusa sui passeggeri isolani. Fermo restando che secondo la regione la rotta Alghero-Cagliari può avere una portata annua di 15.000 passeggeri.
Turismo
La rotta potrebbe avere più senso in un ottica di flusso turistico allargato. In che senso? Sfruttando i collegamenti già esistenti per portare ad Alghero passeggeri destinati da altri aeroporti verso Cagliari. Una sorta di piccolo scalo interno pensato per gruppi turistici nel periodo estivo. Aspetto che si complica però nel caso di Aeroitalia che su Alghero non ha altre destinazioni collegabili. Mentre su Cagliari, quindi con questo ultimo aeroporto usato come scalo, potrebbe permettere il biglietto unico verso la Riviera del Corallo ai suoi altri collegamenti nazionali ed europei. Come la Romania, la Repubblica Ceca, la Polonia o la Sicilia con Catania e Palermo. Insomma, un filo sottile unisce l’idea della nuova nascita dei collegamenti interni dentro la Sardegna. Tra quella che sembra un po’ una scelta utile anche a “far parlare” in chiave politica del nuovo bando e una realtà che porta a chiedersi anche quando, a proposito di viabilità interna, la regione punti davvero a una rete ferroviaria strutturata che consenta collegamenti commerciali e turistici più facili per vacanzieri e imprese che scelgono l’isola. Anche perché quella attuale, tra lavori e degrado, è ferma quasi all’inizio dello scorso secolo. Nonostante le spese pubbliche non siano rimaste ferme come spesso accade invece ai passeggeri sui vagoni e nelle fermate remote dell’isola in attesa di raggiunge Cagliari da Sassari, e viceversa.
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