Il personaggio figlio dell’estro di Antonio Albanese, Cettolaqualunque, neopolitico rampante, tuona dal palco: “Cosa faremo per i poveri?“. Breve sospensione e Cetto proclama accompagnando le parole con un’opportuna gestualità: “UNA BEATA MINCHIA” e girando la testa da destra a sinistra e viceversa e muovendola contemporaneamente dall’alto in basso in segno di assenso, si gode il mare di applausi.
I 10 milioni di poveri assoluti che fingiamo di non vedere, potrebbero aver pensato a lui in questi giorni di schermaglie, gabellate per scontri hasta la muerte in uno scenario che sembra il set di una serie un po’ sgangherata di fantapolitica. Il surreale dibattito parlamentare sulla questione del criminale libico è una riprova del livello della dialettica di questo periodo. Un tiro al piccione senza il piccione, rivelatosi ancora una volta una volpe intemerata.
La qualità degli interventi hinc et inde, confermano il disagio per la pletora di nullismo verboso che la realtà sta propinando. Non è un caso che non si sia opposto immediatamente il segreto di Stato e che la premier non lo voglia utilizzare neppure adesso. Né è incomprensibile l’aver preso come manna dal cielo l’errore-Lo Voi e l’alzo zero nella guerra ormai senza quartiere fra una magistratura in ansia di governo e un governo in ansia per rimanere dov’è.
Come da copione, la sinistra interpreta la parte di opposizione ciarliera da assemblea studentesca e si batte con una maggioranza di pari livello e qualità. Una montatura utile al partito post democratico unito (da fdi a pd) per tirare avanti e ribadire l’assegnazione dei ruoli. Fra baruffe e mille “vergogna” sputati gli uni in faccia agli altri, i problemi sono lì irrisolti e privi di ogni dibattito serio. Mentre lo sconforto quotidiano aumenta specialmente dopo aver pagato bollette e pieni carburante. Il compito è distrarre e andare avanti ognuno con la propria parte da mettere in scena.
Aiutano la follia collettiva gli annunci europei della Corte dell’Aja e dagli Usa quelli dell’Asperger man il primo tifoso di Make America Great Again. Costui in perfetta incoerenza fonda un partito Make Europe Great Again. Da una parte compie azioni che penalizzano l’Europa candidata a spolparsi per la grandezza americana e dall’altro pensa a rivendicare per l’Europa quello che auspica per l’America. Che il quadro sia una cosa a metà fra “l’asilo infantile e il manicomio criminale” come era solito ripetere Fabrizio Cicchitto parlando del gruppo di 242 deputati di cui era presidente, lo riprova anche la volontà espressa dal neo padrone di tutto, di fare di Gaza la Costa Azzurra del Medio Oriente.
Facile prevedere che il gioco di società che impazzerà, sarà la ricerca di resti umani, di ordigni inesplosi e residuati bellici scavando nella sabbia dorata della spiaggia divenuta miliardaria. Secondo il boss del first America la diaspora degli evacuati da Gaza dovrebbe avere per traguardo Egitto e Giordania, dove – guarda caso – vige il divieto di accesso per i palestinesi. In questo quadro cicchittiano ci sono dei qualificati osservatori e politici che auspicano per il premier la funzione di “ambasciatore” e mediatore fra il novello Hulk e la miracolata di Bruxelles insensibile al buon senso e agli interessi comuni. Mentre il nuovo padrone del mondo con il suo “trivella trivella” predica il ritorno a un’economia energetica tradizionale, la leader Ue insiste ostinatamente sul green deal.
Si è creato uno scontro frontale e un campo minato dove “vili affaristi”, presuntosi, improvvisati guru del niente, renderanno più incredibile una realtà già più avanti della fantasia. Gli amici(?) della premier le vorrebbero attribuire con orgoglio e sicumera il ruolo di “ambasciatore” o “mediatore”. L’ordinaria prudenza consiglierebbe adeguata distanza da un campo minato che riserva ogni giorno esplosioni e trappole. Potrebbe essere il momento di tornare al punto di partenza, a pensare al paese come diceva di voler fare.
Come dessert di questo brunch di follie c’è chi vorrebbe far risorgere l’Ulivo. Colleghi di parte e partito degli esorcisti auspicano invece un percorso contrario, guidato dalla divisione, più redditizio a loro dire. Certo è che tutto sembra concorrere alla rivalutazione di Cetto e all’apprezzamento della visione cicchittiana. Indubbio è che questo baillame è un classico nella tecnica delle armi di distrazione di massa. Poi arriverà Sanremo che penserà a dispensare un paio di mesi di spensierata incoscienza. Poi…poi …vedremo..
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