il movimento progressista “5 Febbraio” dichiara i propri obiettivi

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Sono sette i «primi indispensabili interventi» che emergono dall’assemblea pubblica «partecipata e vivacissima» tenuta a palazzo Gagliardi dai partiti di area progressista che sostengono l’amministrazione comunale di Enzo Romeo e che, sulla scorta dei numerosi interventi registrati, ha dato vita al movimento civico “5 Febbraio” per ricostruire la sanità pubblica vibonese. Per Raffaella Cosentino e Gianpiero Menniti (Europa Verde-Verdi), Antonella Pupo (Centro studi “Progetto Vibo”), Luisa Santoro e Michele Furci (Movimento 5 stelle), Antonio Camillò e Michele Mirabello (Liberamente progressisti), Fortunato Petrolo (Sinistra italiana), Germando Marasco ed Enzo Insardà (Partito democratico) «ci si trova a un punto di non ritorno per la sanità vibonese. Non è più tempo di perdersi in tecnicismi da imbonitori per un sistema ormai in decadimento».

«Ed è proprio da qui – hanno sottolineato in un comunicato stampa congiunto – che occorre partire per intraprendere un percorso che sarà lungo e difficile ma finalmente virtuoso e determinato negli scopi finali: una sanità a misura di una cittadinanza che chiede rispetto e imprescindibile attenzione. Un’utenza vasta sempre più anziana, dunque più fragile, che necessita di maggiori premure e di un sensibile miglioramento organizzativo e qualitativo nell’azione di cura». Con una «visione comune, connessa alla redazione di un documento che risponda alle aspettative richieste», l’area progressista chiede:

  • Creazione di un tavolo tecnico-organizzativo permanente sulla sanità in Prefettura;
  • Impostazione di un metodo nuovo di lavoro: non più tamponare le emergenze ma imporre una
    visione manageriale complessiva per Vibo e per l’intero territorio provinciale;
  • Attivazione delle “Case della salute – Ospedale di comunità – Case di comunità” e la creazione delle “Centrali operative territoriali” (Cot) per assorbire le emergenze di piccola e media gravità,
    recuperando il Pronto soccorso alle emergenze acute;
  • Previsione accurata del fabbisogno di personale e attivazione delle graduatorie pregresse per
    attingere alle figure mancanti;
  • Piano di gestione accurato e funzionale dei lavori di adeguamento sismico del presidio ospedaliero “Jazzolino”, senza interrompere alcun servizio esistente e impedendo l’attivazione di procedure farraginose e disagevoli, come quelle relative al trasporto di pazienti da un nosocomio all’altro e viceversa, nel caso di interventi chirurgici. Ipotesi ritenuta improponibile e “cervellotica” oltre che irrispettosa per i pazienti stessi e le loro famiglie;
  • Verifica effettiva della situazione del cantiere del nuovo ospedale, il cui cronoprogramma indicato
    dalla Regione e dal commissario regionale alla sanità Roberto Occhiuto appare invece asincrono con l’andamento effettivo delle opere poiché, attualmente, non risulta posata nemmeno la pietra
    dell’edificio in questione ma si sta operando esclusivamente per la realizzazione delle opere
    preparatorie, ancora nemmeno ultimate;
  • L’avvio e il rapido completamento di un procedimento organizzativo radicale e poderoso
    nell’erogazione dei servizi affidati alla Farmacia territoriale, per come richiesto unanimemente dal
    Consiglio regionale, che prevede il servizio in tre punti del territorio provinciale.

Per il gruppo è dunque fondamentale «ricostruire la sanità a Vibo e in tutto il Vibonese, presentando proposte molto chiare e imponendo, sopratutto, un punto di vista inoppugnabile: i cittadini di Vibo e di tutta la provincia non accetteranno più che questo disastro, in termini di gestione e di depauperamento dei servizi, organizzativo e del personale, delle risorse e dell’efficienza complessiva del sistema sanitario, venga ulteriormente perpetrato dalla gestione fallimentare del centro-destra».

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L’area progressista, rimarcando poi il fatto che la giunta regionale «è rimasta sotto silenzio», ha evidenziato come tale atteggiamento abbia «messo la sordina ai danni, ormai plateali, che la Conferenza dei sindaci avrebbe dovuto svelare se la linea di concertazione intelligente e veritiera della situazione proposta dal sindaco di Vibo fosse stata seguita». Al contrario, «l’arroganza dei sindaci targati centro-destra ha tentato di coprire, con un velo impresentabile e lacero, una situazione insostenibile».

Oltre agli esponenti dei Partiti e dei Movimenti che sostengono l’amministrazione comunale di Enzo Romeo, sono state tantissime le rappresentanze sindacali, associative e datoriali intervenute all’evento, «al punto da rendere necessario contingentare i tempi degli interventi per dare parola a tutti. Il risultato? Una forte propensione a ripartire da zero», è stato infine il commento del gruppo sulla larga adesione all’evento.

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