Poliziotti sotto sfratto, il Pd chiede la revoca del diritto di superficie alla società immobiliare

Effettua la tua ricerca

More results...

Generic selectors
Exact matches only
Search in title
Search in content
Post Type Selectors
Filter by Categories
#finsubito

Finanziamenti e agevolazioni

Agricoltura

 


Il tribunale di Roma lo scorso 18 dicembre ha dato ragione a un inquilino sotto sfratto nel piano di zona Collina delle Muse. Si tratta di un appartenente alle forze dell’ordine, assegnatario di un alloggio tramite bando della Prefettura del 2002, messo alla porta dalla società proprietaria una volta scaduto il contratto, della durata di 17 anni. Non solo: il Pd in assemblea capitolina chiederà al Sindaco di far decadere la concessione del diritto di superficie per la proprietà degli immobili.

Forze dell’ordine sotto sfratto

Come si legge sulla Dire, l’uomo e la sua famiglia avrebbero dovuto lasciare la casa, avuta in base a una convenzione urbanistica firmata con Roma Capitale e in osservanza di un bando della Prefettura. Fatto ricorso, prima di Natale il giudice ha dato ragione allo sfrattato: il contratto di locazione per un appartamento in regime di edilizia agevolata, rientrante nel programma straordinario di cui all’articolo 18 del decreto-legge 13 maggio 1991, numero 152, in scadenza entro il 31 dicembre 2024, “è prorogato fino a tale data ai medesimi termini e condizioni”. 

Prestito condominio

per lavori di ristrutturazione

 

Collina delle Muse, la Corte d’Appello sospende uno sfratto. Se ne riparlerà nel 2026

L’intervento del Parlamento

Altri non hanno avuto lo stesso esito. Circa una trentina di famiglie nel corso degli ultimi due anni hanno dovuto lasciare casa: “Adesso il Parlamento prevede una serie di norme a tutela, per evitare gli sfratti – commentano alla Dire altri inquilini o ex tali -. Abbiamo vissuto per quasi tre anni in questa situazione e i giudici ci hanno condannato al rilascio delle case”. L’intervento del Parlamento, nello specifico su iniziativa del pentastellato Pasqualino Penza, è mirato proprio a salvare chi si trova in situazioni come quella che vivono le famiglie di via Alfonso Splendore, a Roma ovest. Dove la Boccea Gestioni Immobiliari, titolare del diritto di superficie e destinataria di un contributo regionale di oltre 1 milione di euro per costruire oltre 50 appartamenti, non ha voluto rinnovare i contratti di locazione. 

Il Pd chiede la revoca del diritto di superficie

Adesso, se il Campidoglio decidesse di dare seguito a una proposta di deliberazione depositata il 29 gennaio da tre consiglieri del Pd, rischierebbe anche di perdere il diritto di superficie. Il presidente della commissione Patrimonio Yuri Trombetti, quella della commissione Sociale Nella Converti e infine la presidente della commissione Bilancio Giulia Tempesta, hanno messo nero su bianco la richiesta di revoca della concessione e conseguente “acquisizione delle porzioni immobiliari (54 alloggi)”. Inoltre, verrebbe dato mandato al dipartimento Urbanistica di certificare l’agibilità degli alloggi, documento che la società non ha mai depositato (come più volte, anche al tempo dell’amministrazione Raggi, espresso ufficialmente dagli uffici di Roma Capitale) e di redigere una perizia delle partite attive e passive dell’acquisizione al Patrimonio capitolino”.

Le schermaglie tra Comune e proprietà

D’altronde, come si legge nella proposta di delibera – che dovrà essere approvata in aula e poi acquisita dalla giunta – negli anni il Comune ha potuto anche verificare alcune irregolarità rispetto alla determinazione dei canoni di locazione. Questo perché, recita il documento “la Boccea gestioni Immobiliari s.r.l. non ha mai presentato all’amministrazione comunale la tabella dei prezzi massimi di cessione per la successiva verifica e approvazione da parte dell’Ufficio e pertanto, in virtù delle obbligazioni convenzionali, è stata richiesta alla società, la trasmissione della documentazione necessaria con la dovuta decurtazione del contributo pubblico”. A seguito di una lunga serie di scambi tra la società e il Campidoglio, e solo dopo la nomina di un Commissario ad acta, nel 2021, veniva fornita tutta la documentazione richiesta “consentendo la conclusione del procedimento di rettifica della Tabella Riepilogativa dei corrispettivi massimi di cessione”. Ora cosa succederà? La palla è stata buttata nel campo di Gualtieri e del suo assessore all’Urbanistica, Maurizio Veloccia. 



Source link

***** l’articolo pubblicato è ritenuto affidabile e di qualità*****

Visita il sito e gli articoli pubblicati cliccando sul seguente link

Source link

Contabilità

Buste paga