Terni: «Spettacolo ‘usato’ per fare propaganda». Il Pd interroga e polemizza


«Una rappresentazione teatrale, destinata agli studenti delle scuole superiori, è stata strumentalizzata e utilizzata per fare propaganda su un argomento, quale l’interruzione di gravidanza, da sempre al centro di un acceso dibattito sociale, culturale e politico». È questo, in estrema sintesi, il contenuto di un’interrogazione presentata al consiglio comunale di Terni da Pierluigi Spinelli ed Emidio Gubbiotti, consiglieri del Partito democratico.

«Il 4 febbraio – si legge nell’interrogazione – è stata pubblicata sul sito del Comune la dichiarazione dell’assessore alla scuola Viviana Altamura, che annunciava il tutto esaurito per lo spettacolo teatrale, riservato agli studenti delle scuole superiori di Terni, ‘Cinque donne del sud’, che sarebbe andato in scena il 5 febbraio alle ore 10 al teatro Secci. L’assessore nella nota esaltava la lungimiranza dell’amministrazione comunale che, parole testuali, ‘continua ad investire nella cultura come strumento di formazione ed identità’, rivolgendo un particolare ringraziamento all’associazione Movimento per la vita che, insieme al Comune, ha contribuito alla realizzazione dell’iniziativa, inserita nel calendario delle celebrazioni Valentiniane, approvato dalla Diocesi di Terni-Narni-Amelia».

La rappresentazione teatrale è stata introdotta, «oltre che dal vescovo, anche da rappresentanti dell’associazione e al termine della rappresentazione l’attrice protagonista, dal palco, ha esternato proprie personali considerazioni sul tema dell’interruzione di gravidanza. Secondo quanto appreso – si legge ancora nell’interrogazione – agli studenti presenti, non è stata data alcun tipo di informazione preliminare sullo spettacolo teatrale e l’attività non è stata proposta come opzionale. Inoltre, al termine dello spettacolo o nei giorni successivi, i temi trattati e il particolare punto di vista dell’attrice e del Movimento per al vita non sono stati oggetto di approfondimento o discussione».

I consiglieri del Pd chiedono quindi di «sapere se si ritiene opportuno utilizzare un contesto teatrale che, come giustamente afferma l’assessore Altamura, dovrebbe essere un luogo di crescita, riflessione e scoperta, come luogo invece per presentare a ragazzi e ragazze, che non hanno liberamente e consapevolmente scelto di partecipare, un unico punto di vista su un argomento, quale l’interruzione di gravidanza, da sempre al centro di un acceso dibattito sociale, culturale e politico consentendo che uno spettacolo teatrale, di indiscusso valore e pregio, venga strumentalmente utilizzato per fare propaganda».

Sull’argomento è intervenuta anche la segreteria dell’unione comunale del Pd di Terni facendo presente che «in Italia vige una norma, che negli anni ha tutelato la salute e la vita stessa di migliaia di donne che hanno potuto usufruire di servizi sanitari pubblici sicuri senza bisogno di ricorrere a quello di pietose ‘mammane’ o a pericolosi rimedi casalinghi per interrompere gravidanze. Aggiungiamo che le persone di fede cattolica hanno sensibilità diverse rispetto a questo tema e che dare per scontato che non siano offese dalla propaganda antiabortista è tutt’altro che lungimirante. Peccato per lo spettacolo, che nonostante sarà sicuramente di alta qualità, è stato messo in secondo piano dalla semplificazione della propaganda. Rimane un’occasione persa per tanti studenti che avrebbero potuto fruire di un momento culturale sereno attraverso la scuola e avere il giusto spazio di elaborazione, proprio per formare la loro identità».

Al Pd ha risposto l’assessore Viviana Altamura: «Si conferma, come già dichiarato, che la rappresentazione ha avuto in massima parte un particolare apprezzamento dei docenti e degli studenti per i contenuti, per la forza emotiva e per l’iniziativa in sé. Non sono note lamentele o disagi legati ai messaggi veicolati attraverso il mezzo creativo del linguaggio teatrale. Con riferimento al fatto ‘che alle scuole non è stata data alcun tipo di informazione preliminare sullo spettacolo teatrale’ oppure che ‘al termine dello spettacolo, né nei giorni successivi, i temi trattati né il particolare punto dell’attrice e del Mpv sono stati oggetto di approfondimento o discussione’ non corrisponde al vero, né può essere verosimile poiché lo spettacolo, se fosse stato comunicato alle scuole solo con il titolo, ma non è stato così, è comunque ampiamente rintracciabile su web, con approfondimenti e commenti dedicati».

Lo spettacolo, aggiunge l’assessore, «ci racconta di come è cambiata la nostra vita: la coppia, il rapporto tra madri e figli, l’emancipazione femminile. Ma anche di come, nonostante tutti i progressi fatti, quando si parla di sentimenti, siamo sempre alle prime armi. Dal 1887 al 2018, queste cinque donne ci portano per mano attraverso i grandi cambiamenti epocali, le abitudini e le superstizioni, le leggende e il folclore. E cambia anche la lingua che parlano, in un’evoluzione che attraversa generazioni e continenti: dal profondo sud che usciva appena dal brigantaggio all’America degli emigranti e poi di Woodstock; dai primi movimenti di emancipazione della donna al vuoto di valori degli anni ’90 del novecento; dalla donna evoluta, indipendente e di successo che ha tre mariti e non ne indovina nessuno, fino alla ragazzina che ha già le idee chiare e quando rimane incinta decide di fare famiglia nonostante vada ancora al liceo. La mamma meridionale, la ribelle femminista, la figlia dei fiori, la manager e l’adolescente nativa digitale: ognuna di queste donne ci fa conoscere un pezzo di storia, la sua personale ma anche quella del nostro Paese. Le loro conquiste le abbiamo vissute, le loro paure sono le nostre, la loro forza ci appartiene».

«Se le scuole abbiano, noi ce lo auguriamo, approfondito i temi, ampi e degni di attenzione legati all’emancipazione femminile e alla battaglia per i diritti delle donne, questo non è rientrato nelle attività dirette dell’assessorato ma è stata o sarà libera e autonoma iniziativa didattica dei docenti delle singole classi, proprio per evitare di fare propaganda. Riguardo alla dichiarazione che ‘al termine della rappresentazione la stessa attrice protagonista, dal palco, ha esternato proprie personali considerazioni sul tema dell’interruzione di gravidanza’ non deve essere oggetto di alcuna interrogazione o discussione perché la stessa attrice ha fatto considerazioni personali che vanno rispettate. Le considerazioni personali dell’attrice, in quanto tali e al di fuori peraltro della rappresentazione teatrale, restano tali, degne del massimo rispetto e attenzione per la storia personale delle singole donne e del loro vissuto. Non ritengo – conclude Viviana Altamura – che lo spettacolo teatrale sia stato ‘utilizzato per fare propaganda’, né dall’attrice cui va la massima nostra stima, né da altri».



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