La realizzazione dell’impianto elettrico gode nel 2025 della detrazione fiscale. Come funziona. Aliquote fiscali in vigore. Modalità di pagamento. Beneficiari. Certificazione dell’impianto.
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Nel momento in cui si effettua la ristrutturazione di casa o si procede all’acquisto di una vecchia abitazione, é buona norma verificare di avere l’impianto elettrico in funzione e in regola con la normativa vigente, condizione vitale per la sicurezza di chi risiede.
Ad aiutare il contribuente esiste la possibilità, da alcuni anni, di detrarre le spese per la realizzazione impianto elettrico.
In questo modo si può garantire la sicurezza domestica senza dover pesare troppo sul budget per sistemare e rinnovare l’immobile in cui si desidera vivere.
Bonus impianto elettrico 2025: quali opere
Rifare l’impianto elettrico è un’operazione facente parte della tipologia di lavori considerati opera di manutenzione straordinaria.
Dunque i costi sostenute dal contribuente, purché venga rispettata una serie di requisiti, possono essere portati in detrazione.
Aliquote
L’agevolazione fiscale concessa a chi effettua lavori di rifacimento dell’impianto elettrico consiste nella detrazione IRPEF del 50% del costo sostenuto fino ad un massimo di €96.000 di importo totale.
In sostanza si può detrarre in dichiarazione fino ad un massimo di €48.000 (50% di 96.000).
La detrazione viene effettuata in 10 rate annuali di pari importo.
L’aliquota 50% è in vigore fino al 31 dicembre 2025. Questo però vale solo per i lavori effettuati sulla prima casa. E già il Governo, in previsione dei prossimi anni, ha in calendario di ridurre al 36% nel 2026 e nel 2027, mantenendo però sempre il tetto della spesa massima di 96.000 euro.
In caso di interventi sulla seconda casa, l’aliquota di detrazione è pari al 36%. Anche in questo caso, la detrazione scenderà al 30% nel 2026 e 2027.
Modalità di pagamento
Requisito importante è che i pagamenti vengano effettuati mediante un bonifico parlante, postale o bancario, sul quale risultano:
- causale del versamento, con riferimento alla norma (articolo 16-bis del Dpr 917/1986)
- codice fiscale del beneficiario della detrazione
- codice fiscale o numero di partita Iva del beneficiario del pagamento
- estremi della fattura, numero e data
Non è assolutamente consentito il pagamento in contanti: tale modalità non consentirà di beneficiare del bonus. Presso gli istituti bancari è possibile farsi consegnare moduli pre-compilati che indicano la dicitura completa ed idonea, altrimenti ci si indicare la seguente formula:
Lavori edilizi (articolo 16-bis del Dpr 917/1986) – Pagamento fattura n. XXX del XXX a favore di XXX partita Iva XXX, Codice fiscale beneficiario detrazione XXX.
Beneficiari
Innanzitutto è importante affermare che i lavori di ristrutturazione e le relative detrazioni, possono riguardare in maniera indistinta prima casa, seconda casa, etc.
Ad essere ammessi al beneficio fiscale della detrazione sono le seguenti categorie di soggetti:
- proprietari o nudi proprietari;
- titolari di un diritto reale di godimento (usufrutto, uso, abitazione o superficie);
- locatari (affittuari) o comodatari;
- soci di cooperative divise e indivise;
- imprenditori individuali, per gli immobili non rientranti fra i beni strumentali (investimenti che l’azienda utilizza per il suo funzionamento) o merce;
- soggetti indicati nell’articolo 5 del Tuir, che producono redditi in forma associata (società semplici, in nome collettivo, in accomandita semplice e soggetti a questi equiparati, imprese familiari), alle stesse condizioni previste per gli imprenditori individuali.
Qualora sia stato stipulato un contratto di preliminare di vendita (compromesso), l’acquirente può effettuare i lavori e godere successivamente del bonus se:
- è nel possesso dell’immobile
- i lavori di ristrutturazione sono svolti a suo carico
- il compromesso è stato regolarmente registrato.
Certificazione
L’impianto elettrico deve rispettare la norma CEI 64-8, la quale indica tutta una serie di parametri e vincoli da rispettare riguardanti il progetto, la messa in opera e la verifica degli impianti elettrici.
La certificazione, effettuata da un professionista abilitato, è necessaria per indicare che l’impianto non presenta difetti.
Ulteriori documenti che devono essere in possesso del proprietario dell’appartamento è il Certificato di conformità o la Dichiarazione di rispondenza dell’impianto alle normative.
La Dichiarazione di conformità (DiCo) è il documento obbligatorio che si deve aver in possesso nel momento in cui viene installato un nuovo impianto di tipo elettrico, idraulico, riscaldamento, cottura o evacuazione fumi (canna fumaria).
La Dichiarazione di rispondenza (DiRi) è invece il documento che viene redatto nel momento in cui viene a mancare, perchè inesistente od irreperibile il Certificato di conformità, nel caso quest’ultimo fosse inesistente.
Rifacimento impianto elettrico: serve permesso?
Quando si parla di lavori di ristrutturazione dell’appartamento di cui si dispone, sorge quasi immediatamente la domanda se sia necessaria una particolare richiesta o documentazione da presentare all’Ufficio Tecnico del Comune ove è sito l’immobile.
Il rifacimento dell’impianto elettrico non richiede alcun titolo in quanto trattasi di opera in edilizia libera e quindi senza alcuna necessità di chiedere permesso apposito per intervenire.
Dichiarazione ENEA: cosa fare
Il dubbio ci assale: è necessaria la dichiarazione ENEA una volta terminati i lavori di rifacimento dell’impianto elettrico?
La risposta è negativa: la comunicazione per questo tipo di lavori non è richiesta.
Bonus impianto elettrico 2025: foto e immagini
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