Fratelli Elkann: 10 milioni alle Entrate, il conto supera il miliardo: l’ipotesi «vitalizio della nonna»

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Mario Gerevini

«Contestazione estranea all’inchiesta penale». L’ipotesi sul vitalizio mensile da 600mila euro della nonna. Il caso Exor-Olanda e l’accomandita Agnelli

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Nuovo capitolo nel confronto tra fisco e famiglia Elkann-Agnelli, con l’ Agenzia delle Entrate che dal 2010 ad oggi ha recuperato oltre un miliardo. Gli ultimi sono poco meno di 10 milioni che i fratelli Elkann – secondo quanto è emerso venerdì 7 febbraio – hanno versato a seguito della notifica di un verbale. Ma l’oggetto della contestazione del fisco a John, Lapo e Ginevra Elkann non riguarderebbe l’inchiesta penale in corso che ipotizza i reati di frode fiscale e truffa ai danni dello Stato. La circostanza, secondo fonti vicine alla famiglia, non sarebbe dunque legata agli sviluppi delle indagini della Procura di Torino sulla gestione dell’eredità Agnelli e, in particolare, a un presunta violazione fiscale sul vitalizio percepito da Marella Caracciolo, vedova dell’Avvocato e nonna dei tre Elkann. 

La sanatoria

Si tratterebbe invece della sanatoria a «una contestazione di tipo amministrativo» che «non ha alcuna rilevanza sul procedimento penale e non comporta alcuna ammissione di responsabilità». Non ha rilevanza ma è “laterale” al procedimento? Nient’altro filtra. 




















































Il super vitalizio

Secondo alcune fonti, tuttavia, potrebbe trattarsi di un “ravvedimento operoso” che riguarda due anni di vitalizio percepito da Marella Caracciolo e pagato dalla figlia Margherita Agnelli sulla base del patto successorio firmato oltre 20 anni fa. Il patto è uno dei documenti chiave dell’ eredità Agnelli che la madre degli Elkann vuole azzerare. La cifra mensile era di quasi 600mila euro e la mancata dichiarazione dell’importo sarebbe stata contestata dalla Gdf ai tre fratelli eredi di Marella Caracciolo. Da qui la decisione di aderire a una sanatoria su una partita fiscale che è fuori dal baricentro dell’inchiesta e forse nata anche prima. 

«Adempimenti fiscali rispettati»

Ma si tratta di ipotesi senza riscontri concreti e che per altro sembrano essere in contraddizione con quanto fanno sapere ambienti vicini ai tre figli di Margherita Agnelli. «I fratelli Elkann – sottolineavano i loro legali a settembre in una nota – hanno adempiuto a tutti gli oneri amministrativi e fiscali che spettano ai soggetti che ereditano da persone residenti all’estero, come indiscutibilmente era Marella Caracciolo».

Un segnale

Trattandosi di una contestazione (sanata con 10 milioni di esborso)) che coinvolge i tre fratelli insieme, evidentemente riguarda interessi comuni e dunque innanzitutto l’eredità della nonna ricevuta per testamento. Poi ci sarebbe anche la Dicembre su cui convergono gli interessi di John (60% del capitale), Lapo e Ginevra (20% ciascuno) ma la cassaforte dell’impero Exor (Ferrari, Stellantis, Juventus, Cnh, Philips) a quanto filtra è estranea a questa vicenda. Comunque per quanto i contorni siano ancora nebulosi, la scelta degli Elkann potrebbe far parte di una “strategia”: sistemare alcune partite fiscali estranee o periferiche rispetto all’inchiesta torinese in attesa della chiusura delle indagini. E, senza ammettere colpe, lanciare un segnale di disponibilità ad aprire il portafoglio (10 milioni non sono pochi). 

Il caso Olanda

Era già successo in passato per cifre ben superiori perché non è la prima volta che a Torino bussano gli esattori del fisco. Il 18 febbraio 2022 il gruppo Agnelli aveva pagato al fisco quasi un miliardo di euro (949 milioni) per chiudere un contenzioso relativo alla ri-domiciliazione in Olanda del 2016: 746 milioni per Exor e 203 milioni per la ex accomandita Giovanni Agnelli. Una decisione «per evitare un lungo e costoso contenzioso» ma nella convinzione «di avere sempre agito correttamente secondo le regole». Tecnicamente si era trattato di un accertamento con adesione, uno fra i più consistenti in Italia, secondo dopo quello con Kering da 1,2 miliardi avvenuto nel 2019. 

Le off-shore dell’Avvocato

E tutto ciò rimanda, per certi aspetti, alla vecchia storia delle società estere dell’avvocato che nel 2010 costò 100 milioni di euro alle eredi (la moglie Marella Caracciolo e la figlia Margherita) e all’allora accomandita Agnelli dopo una transazione con l’Agenzia delle Entrate. Un altro successo per le casse dello Stato che recuperava soldi sottratti agli obblighi fiscali. Oltre un miliardo, finora.

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