La pace fa discutere in consiglio comunale

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Non è stata trovata una posizione comune, venerdì scorso nella seduta del consiglio comunale a Palazzo Pretorio, sulla richiesta di Rita Dioli (Futuro Insieme) che, con un’interpellanza, chiedeva all’amministrazione comunale di Sondrio di aderire alla campagna di Emergency R1PUD1A la guerra.

Passaggio mancato

La mancata adesione è stata motivata, da un punto di vista formale, dal sindaco di Sondrio Marco Scaramellini, dalla mancata ricezione della proposta di Emergency che, peraltro, sempre il consigliere Dioli aveva allegato alla sua interpellanza.

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“Prima di ricevere e leggere l’interpellanza non ero e non eravamo a conoscenza della campagna di Emergency, delle modalità di adesione e neanche del fatto che altri Comuni abbiano aderito. Ho chiesto agli uffici di verificare a protocollo in ingresso se fosse arrivata la nota di Emergency, anche allegata all’interpellanza, e la verifica ha dato esito negativo – ha infatti precisato il primo cittadino sondriese -. Valutato però che mi si chiede se io ritenga utile prendere in considerazione la richiesta formale di incontro proposta da Emergency, rispondo che volentieri fisserò un incontro non appena perverrà la richiesta. A seguito dell’incontro riferirò al gruppo di maggioranza per le valutazioni del caso”.

Approccio personale

Inoltre, sempre sull’adesione alla campagna di Emergency, se da un lato il sindaco Scaramellini ha evidenziato come la pace sia un valore supremo e un obiettivo da perseguire senza esitazioni, dall’altro ha sottolineato, invece, come le modalità con cui ognuno vive questo stesso valore supremo e cerca di diffonderlo sono diverse e tutte da rispettare.

“Nel mio messaggio natalizio ho voluto esprimere quello che è un sentimento comune perchè, riflettendo sull’anno trascorso è giusto allargare lo sguardo a quello che accade nel resto d’Europa e del mondo. Condividiamo quello che è un valore supremo, al quale tutti dobbiamo ambire al di là delle ideologie e delle convinzioni personali. Anche se i conflitti non coinvolgono il nostro Paese, anche se sono lontani da noi ne siamo intimamente toccati – ha sottolineato il sindaco Marco Scaramellini -. Non solo: nel caso della guerra in Ucraina la nostra città si è attivata, e continua a farlo, per accogliere e sostenere chi ha dovuto lasciare territori diventati pericolosi. Questo è essere contro la guerra, questo è essere per la pace”.

“Certamente guardiamo con preoccupazione a quello che sta avvenendo, certamente auspichiamo un intervento risolutore da parte della democrazia, ma ciascuno di noi ha un approccio personale a queste problematiche e riteniamo siano le parole le più appropriate possibili a sollecitare la riflessione – ha proseguito Scaramellini -. Rispettiamo chi manifesta con gesti plateali la sua opposizione alla guerra, assecondando la propria indole, ma allo stesso modo abbiamo riguardo nei confronti di coloro i quali, pur disprezzando la guerra, non condividono queste azioni, fino a considerarle strumentali, preferendo vivere intimamente questa convinzione”.

Gesti concreti

“Come amministrazione comunale, il nostro impegno è nelle azioni quotidiane, nella partecipazione convinta alle celebrazioni, nella promozione di iniziative per ricordare gli orrori della guerra e della bieca violenza che porta con sé. Proprio lunedì scorso, per la Giornata della Memoria, abbiamo organizzato dei momenti di riflessione e messo a disposizione materiale per approfondire i tragici eventi che hanno coinvolto i nostri padri e i nostri nonni. Lo faremo anche per il Giorno del Ricordo: ricordare e dibattere su quanto è avvenuto è molto più educativo, soprattutto per i ragazzi, di uno striscione che, in quanto ostentato, rischia di essere travisato nella sua finalità, come una propaganda, nell’accezione negativa del termine, fine a sé stessa – ha concluso il sindaco -. Conoscere gli orrori della guerra, tra passato e presente, favorire la divulgazione dei fatti è, a nostro modo di vedere, molto più importante. Come amministrazione comunale abbiamo scelto di trasmettere un messaggio di speranza attraverso le parole e offrendo occasioni per riflettere sull’assurdità della guerra”.         

Aspetti positivi

“Mentre immaginavo quale potesse essere la risposta del sindaco ho pensato a possibili fattori che, indipendentemente proprio da questa risposta, potessero darmi soddisfazione e ne ho trovati due – ha invece replicato in consiglio comunale Rita Dioli -. Il primo motivo è che si parla di pace: parleremo di pace per un quarto d’ora in consiglio comunale e questa è già una cosa positiva indipendentemente dalla risposta che è arrivata dal sindaco. Abbiamo preso in considerazione la possibilità di parlare di pace in consiglio comunale. Il secondo motivo di soddisfazione è quello di avere finalmente la platea piena di persone: quel che si auspicava nel notiziario del Comune del 2024, circa la partecipazione dei cittadini, che è carente, perchè le panche del pubblico sono sempre vuote, ha trovato risposta perchè le panche sono piene. E’ perchè il discorso sulla pace interessa alle persone. Probabilmente nelle serate del consiglio comunale in cui le panche sono vuote, le persone non ritengono che quello di cui si discute possa interessare loro direttamente”.

L’insoddisfazione

“Non sono soddisfatta della risposta perchè sul discorso dell’impegno di Emergency non credo che ci sia dubbio: è apolitico, non soltanto si interessa di guerre recenti, cercano di prevenirle, ma si interessano di guerre da anni, oramai da quando è stata fondata, di guerre in Africa, dove fanno interventi, così come in ogni luogo dove effettivamente c’è bisogno. Il nostro impegno mi sembra poco visibile, non ci mettiamo in mostra, parlo al plurale perchè anche io faccio parte del gruppo “Donne per la pace”, non urliamo slogan, la nostra presenza è silenziosa – ha puntualizzato sempre l’esponente di Futuro Insieme -. Quello che propone Emergency non è soltanto l’esposizione di uno striscione: è un percorso da fare per prevenire la guerra, non per intervenire a sostegno dopo che le guerre sono già esplose e devono essere gestite e deve essere gestito un percorso di pace in una situazione di guerra. Quello che propone Emergency è un percorso di prevenzione, da fare in una situazione in cui la guerra non è ancora esplosa. E’ quello che noi possiamo fare sulla valorizzazione dell’Articolo 11 della Costituzione e di modi ce ne sono tantissimi”.

“Mi impegnerò personalmente, visto che la richiesta di Emergency non è arrivata perchè non esiste, purtroppo, una rappresentante locale, a farla arrivare da parte di qualche altro rappresentante di Emergency che non sia necessariamente del luogo – ha concluso Dioli -. Mi spiace che, per ora, non sia stata ancora raccolta questa proposta: speriamo che in un futuro si possa fare”.

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Ulteriori precisazioni

Dopo la seduta del consiglio comunale, poi, la stessa prima firmataria dell’interpellanza, Rita Dioli, ha voluto effettuare alcune ulteriori precisazioni rispetto a quanto accaduto a Palazzo Pretorio una settimana fa.

“Come prima firmataria dell’Interpellanza e a nome del mio gruppo di Futuro Insieme esprimo la seguente valutazione  sulla risposta del sindaco Scaramellini e, in particolare, sulla sua premessa garbata ma ma non priva di provocazioni. Sono delusa e anche meravigliata per come sindaco e giunta si siano sentiti in dovere di illustrare quanto questa amministrazione sta facendo contro la guerra e per alleviare i disagi delle popolazioni (Ucraina) colpite dalla guerra; l’interpellanza non ha, e nessuno ha inteso puntare il dito contro una presunta immobilità, mai neppure immaginata e accennata, di questa amministrazione nei riguardi delle tante situazioni di conflitto e delle tragedie umane da esse provocate – ha sottolineato Dioli -. L’interpellanza semmai chiedeva, anzi continua a chiedere, di aggiungere la campagna di Emergency alle altre iniziative, degne di interesse e di sostegno, che il Comune organizza e sostiene con convinzione.  Dispiace che questa “ansiosa” dimostrazione di concretezza abbia portato la risposta del sindaco ad utilizzare termini come “plateali” o “strumentali”  là dove la sua premessa accenna a manifestazioni e ad azioni di pubblico (e io aggiungo anche legittimo)  dissenso nei confronti  delle scelte di guerra sempre più frequenti in questi ultimi anni”.

“Sono certa che l’intenzione di sindaco e giunta non era quella di riferirsi  al gruppo di “Donne per la pace” i capelli bianchi di molte di noi raccontano molto bene la nostra adolescenza passata a ricordare guerre vicino a nonni e padri privati di ricordi: nonni reduci, invalidi, della prima guerra mondiale e padri reduci dai campi di prigionia sparsi in tutta Europa della seconda guerra mondiale. Non solo dall’impossibilità di parlare dell’orrore odierno, ma anche dalla memoria di coloro che non erano in grado di ricordare, nasce il silenzio di “Donne per la pace”; silenzio denso, concreto, persistente e, per quanto accennato, meritevole di rispetto e attenzione – ha proseguito la rappresentante di Futuro Insieme -. Dispiace anche che sia stato espresso un certo sospetto nei riguardi della modalità  di attuazione della campagna R1PUD1A: liquidare l’apposizione dello striscione “R1PUD1A” (piccolo o grande che sia) sulla facciata del comune come un gesto ostentato di “propaganda fine a se stessa” significa ignorare o voler minimizzare, in nome di una presunta compostezza istituzionale, quanto altro di interessante ed educativo può generare il percorso proposto da Emergency sull’articolo 11 della nostra Costituzione”.

“Nel merito della risposta del sindaco, che ha dichiarato di aver ignorato l’esistenza della proposta “R1PUD1A LA GUERRA” fino alla presentazione dell’interpellanza, noi di Futuro Insieme ci impegniamo fin d’ora – ha concluso Dioli – affinché si possa stabilire un contatto efficace con la rappresentanza di Emergency operante nei comuni e nelle province vicine che hanno già da tempo aderito alla campagna”.  



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