Le 10 piste di atterraggio più pericolose del mondo

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Chi ha paura di volare non ci crede, del resto le fobie sono radicate nell’irrazionale e non è facile convincersi che gli incidenti aerei sono proporzionalmente molto più rari rispetto agli incidenti con altri mezzo di trasporto. Per non parlare delle insidie che si celano persino dentro casa. Poi capita di atterrare su una delle piste di atterraggio più pericolose del mondo e cambia idea persino chi non aveva mai fatto una piega salendo su un aereo.

Piste da far tremare le ginocchia

No, non tutte le piste sono uguali, cioè sicure, lunghe e agevoli quanto basta per un atterraggio comodo e senza intoppi. In base alla conformazione del terreno, al luogo in cui sono state costruite e ad altri fattori come il vento o altre condizioni meteorologiche ricorrenti ma poco controllabili, certe piste possono essere una sfida non da poco persino per i piloti più esperti. Basti pensare che per atterrare (e pure decollare) da certe piste ai piloti sono richieste certificazioni specifiche extra.

Le piste di atterraggio più pericolose del mondo

Ice Runway, Antartide

Il suo nome non fa pensare a niente di comodo, bisogna pur dirlo. E infatti si tratta di una pista di ghiaccio, né potrebbe essere diversamente visto che si trova al Polo Sud. È pericolosa ma indispensabile perché collega la zona dove si trovano numerose basi scientifiche al resto del mondo.

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Ovviamente si tratta di una pista regolamentare ma solo stagionale. Viene costruita quando inizia l’inverno e appena le temperature salgono si scioglie, scomparendo. Nonostante il materiale appaia alquanto fragile, essendo appunto di ghiaccio, riesce a sopportare tranquillamente anche l’atterraggio di aerei molto grossi.

Aeroporto di Kai Tak, Hong Kong

Non è più operativo dal 1998, ma la sua fama è rimasta inalterata, almeno nei ricordi di chi è atterrato qui almeno una volta. La pista era costruita su una porzione di mare prosciugato tramite un sistema di dighe ma circondato da montagne. Pericoloso già così. In più l’area era densamente popolata. L’aereo doveva virare all’improvviso e passava radente ai tetti dei condomini prima di atterrare. Da brivido.

Aeroporto del Kansai, Giappone

Restiamo in Oriente ma ci spostiamo in Giappone per scoprire che l’aeroporto di Osaka è uno dei più belli al mondo (ha anche vinto dei premi) ma pure uno dei più arditi per chi deve atterrare qui. Le sue piste infatti si trovano su un’isola artificiale in mezzo al mare. Il problema è che se il tempo è cattivo la piattaforma finisce sommersa. È successo nel 2018, quando il tifone Jebi ha sommerso piste e piani inferiori dei terminal.

Aeroporto Princess Juliana, St. Maarten

Tra le piste più pericolose del mondo, questa è forse una delle più famose. Non solo la pista è brevissima, ma si trova anche a due passi dalla spiaggia e dalla strada. Inoltre qui atterrano anche aerei molto grandi come i Boeing 747, che hanno bisogno di frenare al massimo per arrestarsi prima che la pista finisca sotto le ruote!

Aeroporto di Saba

Su un’isoletta delle Antille Olandesi, a Saba, si trova una pista lunga (anzi corta) solo 400 metri. Gli atterraggi qui sono al cardiopalma e consentiti solo a piccoli aerei. A un capo della pista c’è l’acqua, all’altro capo la montagna. Non si può sbagliare.

Aeroporto di Barra, Scozia

Restiamo su un’isola, precisamente alle Ebridi, al largo della Scozia. Le tre piste sono sistemate a triangolo a un passo dalla spiaggia, perciò durante l’alta marea vengono sommerse. Mancando il radar, è permesso usarlo solo di giorno.

Aeroporto di Madeira

Siamo su un’isola nell’Oceano Atlantico, al largo delle coste africane, e qui bisogna fare i conti con il vento e con le correnti marine. La pista si trova su un altopiano e ovviamente termina dritta in mare, ma almeno negli ultimi anni è stata allungata grazie a un ponte di cemento armato sospeso sul mare su piloni altri 70 metri.

Aeroporto di Gibilterra

La pista di atterraggio di Gibilterra ha tutti gli ostacoli immaginabili: da un lato una grossa rocca, dall’altro il mare e in mezzo… la strada! È infatti attraversata da una strada statale. Quando gli aerei sono in atterraggio c’è un semaforo che ferma le auto, come fosse un passaggio a livello. Solo che al posto del treno passa un velivolo.

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Aeroporto di Paro, Bhutan

Se atterrare su un’isola è sempre una sfida, lo è anche riuscirci sulle montagne dell’Himalaya. Parola dei piloti che devono fare i conti con l’aeroporto di Paro, a 2200 metri di altezza in mezzo a montagne che superano i 5500 metri. Qui non solo entrano in gioco gli ostacoli rappresentati dalle montagne, ma pure la densità dell’aria. Perciò è consentito atterrare solo di giorno e solo quando è bel tempo.

Aeroporto di Lukla, Nepal

Siamo in montagna anche qui, a quota 2800. La pista è piuttosto corta, poco più di 500 metri, ed è pure inclinata. Inoltre il meteo da queste parti può essere severo e manca un radar, dunque si naviga a vista, circondati da picchi altissimi e nevi perenni. L’Everest, per intenderci, è a soli 30 chilometri in linea d’aria.



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