Dal 1° gennaio 2025, Donald Tusk è il nuovo Presidente del Consiglio dell’UE e ha fissato sette priorità e ribadito la necessità di un’Europa forte e sicura.
La Polonia assume la presidenza del Consiglio dell’Unione Europea in un periodo caratterizzato da incertezze geopolitiche e sfide economiche. L’aggressione russa contro l’Ucraina, la transizione energetica, la sicurezza economica e la disinformazione sono alcune delle principali questioni che la presidenza polacca intende affrontare e sono definite le 7 priorities.
Uno dei pilastri della presidenza polacca è il rafforzamento della sicurezza europea in tutte le sue dimensioni: esterna, interna, economica, energetica e informativa. La Polonia mira a promuovere una cooperazione più stretta con la NATO e con partner come Stati Uniti, Regno Unito, nonché alla stabilizzazione del Medio Oriente e il rafforzamento della partnership con l’Africa e l’America Latina.
Dovranno essere intensificati gli sforzi per aumentare il finanziamento della difesa, il potenziamento dell’industria militare e lo sviluppo di infrastrutture come la East Shield e la Baltic Defence Line.
East Shield fa parte della strategia teorica e privilegia una difesa flessibile e tecnologica, mentre la BDL punta su fortificazioni statiche ma con alcuni problemi di sostenibilità economica e sociale. La combinazione di entrambe potrebbe offrire una migliore strategia difensiva ed un aumento di opzioni tattiche, a disposizione degli europei. Questa è la chiave interpretativa della prima priorità per la presidenza polacca. Infatti, l’obiettivo centrale della strategia di Varsavia ruota intorno al sostegno all’Ucraina, sia per quanto riguarda l’assistenza militare che per la sua ricostruzione post bellica. La Polonia spingerà per il mantenimento e l’inasprimento delle sanzioni contro la Russia e la Bielorussia e promuoverà l’utilizzo dei profitti derivanti dai beni russi congelati.
Tuttavia, ci sono vari schieramenti politici in Polonia. Sui media internazionali vengono descritte tensioni con l’Ucraina per l’importo di prodotti agricoli a basso prezzo, per il numero di migranti ucraini e per alcune incomprensioni con Zelensky. La Polonia ha deciso di sostenere l’Ucraina ma ha anche ribadito di pensare anche ai propri interessi economici, ricordando la cosiddetta Real Politique.
Un altro punto critico della presidenza polacca, il quale sta creando molta divisione in Europa, è la questione della sicurezza e della migrazione. La presidenza polacca lavorerà per ridurre la migrazione irregolare, migliorare l’efficacia della politica di rimpatrio e contrastare l’uso strumentale della migrazione come forma di pressione geopolitica. Saranno promosse misure per rafforzare il controllo delle frontiere esterne dell’UE e per il miglioramento e funzionamento dell’area Schengen. Tusk vuole ricordare all’Europa che il trattato è stato allargato a due nuovi membri, Romania e Bulgaria ma al tempo stesso, negli ultimi anni, è stato sospeso per quasi 400 volte dagli aderenti, sia per motivi di sicurezza e sia per motivi di migrazione irregolare. Il primo ministro polacco sa che le elezioni interne del 2025 saranno fondamentali per il percorso del suo partito e ha deciso di considerare la questione come obiettivo generale per la politica del proprio partito e come obiettivo prioritario della sua presidenza al consiglio dell’Unione Europea.
Pertanto, verrà data priorità al contrasto alla criminalità organizzata, al terrorismo e alle minacce ibride, comprese la disinformazione e la manipolazione delle informazioni da parte di attori stranieri. Un altro chiaro riferimento all’aggressività politica russa in Moldavia, Romania e territori confinanti o ex sovietici. La protezione della democrazia e della libertà di informazione è quindi un elemento chiave dell’agenda polacca. La Polonia sostiene un allargamento basato sul merito, considerando l’adesione di nuovi Stati membri come un’opportunità per rafforzare la stabilità e la crescita in Europa. La presidenza polacca lavorerà per rafforzare la politica dell’UE nei confronti dell’Europa orientale, promuovendo stabilità e riforme democratiche. In campo economico, il tema prioritario è la competitività. La presidenza polacca intende ridurre gli oneri burocratici per le imprese, migliorare l’accesso ai capitali privati e rafforzare il mercato unico. Particolare attenzione sarà dedicata alla revisione delle politiche industriali e alla promozione della ricerca e dell’innovazione tecnologici.
Inoltre, saranno promosse misure per mitigare l’impatto dell’inflazione e degli alti costi energetici, elementi che limitano la crescita economica dell’UE. La Polonia lavorerà anche sulla riforma dell’unione doganale e del sistema fiscale europeo per garantire maggiore equità e trasparenza.
Tuttavia, è l’energia il tema economico cruciale per la presidenza polacca. La Polonia spingerà per una completa indipendenza dalle risorse energetiche russe e per un rafforzamento delle infrastrutture energetiche dell’UE. Saranno adottate misure per ridurre i costi energetici e promuovere la diversificazione delle fonti di approvvigionamento, garantendo parità di accesso a tutte le tecnologie energetiche pulite.
Non solo l’energia stessa ma anche la sicurezza delle infrastrutture energetiche, sia in termini fisici che di cybersecurity, è un altro punto cruciale. La Polonia intende ridurre la dipendenza tecnologica dell’UE da Paesi terzi, incentivando la produzione interna di componenti e materie prime critiche per la transizione energetica.
Per quanto riguarda agricoltura e alimenti, la presidenza polacca lavorerà per garantire una politica agricola comune che protegga gli agricoltori europei, rafforzando la loro posizione nelle catene di valore e garantendo prezzi stabili. Verranno promosse politiche che incentivino piuttosto che obblighino gli agricoltori a adottare pratiche sostenibili. Inoltre, la Polonia analizzerà le implicazioni dell’allargamento dell’UE sul settore agricolo, in particolare rispetto ad un possibile ingresso futuro dell’Ucraina. Notiamo come il “granaio d’Europa” possa rappresentare anche un problema come già appuntato dai polacchi.
Infine, il settore sanitario è un altro ambito di intervento immediato. La presidenza polacca darà particolare attenzione alla digitalizzazione della sanità, alla sicurezza farmaceutica e alla salute mentale di bambini e adolescenti. L’obiettivo è migliorare la resilienza del sistema sanitario europeo per affrontare future pandemie e minacce ibride.
Molti esperti del settore considerano attuale e preciso il programma proposto da Tusk e questo si evidenzia con le critiche subite, sia dagli esponenti di sinistra che da quelli di destra. un’accoglienza contrastante. In particolare, il gruppo dei Socialisti e Democratici (S&D) ha condannato la proposta di deregolamentazione per favorire la competitività economica dell’Unione e ha espresso preoccupazione per l’approccio securitario alla migrazione, ritenendolo squilibrato rispetto ai principi di solidarietà e condivisione delle responsabilità. La posizione di Tusk si scontra con il Patto su Migrazione e Asilo, adottato dall’UE nel 2024 e in fase di implementazione, che prevede una gestione più coordinata delle richieste di asilo a livello europeo. La Polonia, tuttavia, ha optato per una sospensione temporanea e territoriale del diritto d’asilo, mancando le scadenze previste per la presentazione dei piani di attuazione nazionali.
Un ulteriore elemento di frizione è rappresentato dalla richiesta di Tusk di una revisione critica delle normative ambientali legate al Green Deal. Tale posizione è stata contestata da diversi eurodeputati, in particolare da esponenti della sinistra e dei verdi, i quali ritengono che la lotta alla povertà energetica non debba avvenire a scapito degli investimenti nelle energie rinnovabili, essenziali per garantire l’indipendenza energetica dell’UE.
Le critiche più severe sono giunte anche dai gruppi di destra, inclusi i Conservatori e Riformisti Europei (ECR), i Patriots for Europe (PfE) e l’Europe of Sovereign Nations (ESN), che lo hanno accusato di incoerenza e di una gestione interna poco democratica. In particolare, esponenti dell’opposizione polacca, come Patryk Jaki e Piotr Müller, hanno denunciato un apparente scostamento tra le dichiarazioni di Tusk sulla necessità di ridurre la dipendenza energetica dalla Russia e la recente approvazione di un accordo con fornitori russi. Sul piano ambientale, hanno inoltre chiesto un’uscita definitiva dalla revisione del Sistema di Scambio delle Emissioni (EU ETS), piuttosto che un semplice rinvio delle misure restrittive. L’estrema destra polacca ha espresso scetticismo sulle dichiarazioni di Tusk in merito alla protezione delle frontiere esterne dell’UE, evidenziando un’incoerenza tra le sue posizioni attuali e le scelte politiche del passato.
Il discorso di Donald Tusk ha messo in evidenza profonde divisioni all’interno del Parlamento Europeo su questioni chiave come la sicurezza, la migrazione e la sostenibilità ambientale, riflettendo un dibattito più ampio sul futuro dell’Unione e sulle questioni urgenti.
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