La metamorfosi del sindaco di Taormina: “A Palazzo d’Orleans per imparare l’alta politica”
PALERMO – Cateno De Luca a scuola di politica dal governatore Renato Schifani. L’immagine era impensabile fino a qualche mese fa, ora non più. Il sindaco di Taormina, arrivato secondo alle ultime Regionali dietro a Schifani, chiederà al presidente della Regione di “fare tirocinio” a Palazzo d’Orleans “per colmare”, dice, le sue lacune sul piano della politica.
L’ultima metamorfosi deluchiana viene spiegata ad una platea di oltre 1.200 militanti di Sud chiama Nord giunti a Palermo per assistere a ‘La Sicilia che vorrei’, costituente voluta dal fondatore del movimento che alla fine svelerà anche la sua ultima creatura: ‘Ti amo Sicilia’.
Schifani, De Luca e l’incontro del 30 ottobre
Prima però c’è da far digerire al proprio popolo l’inversione di rotta rispetto ai giudizi negativi e sferzanti della prima parte di legislatura. “Sono un bravo amministratore ma mi sono reso conto anche di avere tanto da imparare nell’arte della politica da uno come Schifani, che mi ha colpito positivamente in un incontro avvenuto il 30 ottobre”.
Il ruolo di Galvagno
Qui De Luca svela chi ha vestito i panni da garante dell’incontro con Schifani: il presidente dell’Ars Gaetano Galvagno, vero regista del feeling tra i due ex contendenti alla poltrona di Palazzo d’Orleans. “Schifani ha una maggioranza bulgara e avrebbe potuto fregarsene del dialogo con l’opposizione, ma non è stato così e ha deciso di parlamentarizzare i temi importanti come la Finanziaria”.
De Luca parla per oltre un’ora e tesse le lodi del presidente della Regione (“grande storia politica e di rapporti istituzionali”), al quale “manca però – evidenzia – quel rapporto con il territorio che gli avrebbe consentito di velocizzare alcune decisioni”. Una figura, insomma, dalla quale il ‘nuovo’ De Luca intende imparare portando però anche il suo contributo di amministratore.
De Luca: “Torno a costruire…”
Nessun coinvolgimento politico, però. Il leader, del resto, toglie la cravatta brandizzata con il logo di Sud chiama Nord e si chiama fuori dalla contesa. Il fu ‘Scateno’ lascia il ruolo di segretario nazionale e affida il suo movimento a Laura Castelli e Danilo Lo Giudice per potere avere mani libere e “tornare al mio ruolo – dice – di costruttore”.
L’addio al centrosinistra
Alla fine della mattinata del San Paolo Palace restano due dati di fatto: il successo indiretto di Schifani, che dopo Gaetano Armao e Caterina Chinnici riesce a portare dalla sua parte anche il più acerrimo nemico delle ultime Regionali; l’immediata conseguenza del definitivo addio di De Luca alla coalizione di centrosinistra. “Siamo fatti per governare e non per fare eterna opposizione”, dice il sindaco di Taormina agli unici due rappresentanti dell’area progressista in sala: il leader regionale del Movimento 5 stelle, Nuccio Di Paola, e il segretario del Psi Sicilia Nino Oddo.
Il teorema deluchiano è semplice: rinunciare, almeno per il momento, a diventare governatore per potere centrare comunque la possibilità di guidare la Sicilia nell’ambito di una coalizione vincente che ad oggi ha almeno tre possibili candidati. L’addio al tandem Pd-M5s è ormai conclamato, con Di Paola che va via anzitempo ma non prima di avere ricordato a De Luca che “se alla Sicilia mancano tante cose è per colpa di quei governi che tu – rivolgendosi al padrone di casa – oggi inizi ad adulare”.
Il centrodestra ‘chiama’ De Luca
Dall’altra parte il centrodestra è al gran completo e nelle parole di ogni singolo rappresentante c’è il corteggiamento per il protagonista del giorno. De Luca, a scanso di equivoci, precisa che la sua eventuale presenza più assidua a Palazzo d’Orleans non avrà nulla a che vedere con ruoli di governo. “Non sarebbe corretto verso chi ci ha votato per fare opposizione né verso coloro i quali già fanno parte della coalizione che governa – sottolinea -. Per collaborare, poi, non c’è bisogno di essere politicamente organici”.
L’ultima creatura: Ti amo Sicilia
Il nuovo Cateno ha abbandonato l’idea (ma non il sogno) di diventare presidente della Regione e ha deciso, quindi, di aspettare e “imparare l’arte dell’alta politica” in un palazzo “meraviglioso dove ha sede la complessa macchina amministrativa regionale”. Si dedicherà poi alla sua ultima creatura: ‘Ti amo Sicilia’. “Non una nuova casa ma una nuova ‘cosa’”, è il messaggio in perfetto stile De Luca, che mischia sapientemente il linguaggio criptico con le sfuriate di un tempo.
Sarà una “fucina per coloro che vorranno fare un percorso e imparare, ma anche un luogo nel quale elaborare proposte di legge”. Anche questo, quindi, un tirocinio”, che però per i prossimi due anni lo vedrà nei panni di docente. La presidenza della Regione è rinviata a data da destinarsi, il nuovo De Luca ha imparato ad aspettare.
***** l’articolo pubblicato è ritenuto affidabile e di qualità*****
Visita il sito e gli articoli pubblicati cliccando sul seguente link