Dal palco di Godega lanciato un nuovo corso per i Consorzi: «Facciamo sinergia»

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Padiglione giallo del polo fieristico di Godega di Sant’Urbano gremito da oltre mille persone che ieri sera, 7 febbraio, hanno partecipato alla 12esima edizione del convegno dedicato al mondo vitivinicolo, alle sue denominazioni e alle prospettive dei prossimi mesi che come tradizione funge da preludio all’Antica Fiera di Godega, in programma quest’anno dall’1 al 3 marzo. Il tema di quest’anno era “Le strategie 2025. Attingimenti e mercati per mantenere il futuro del Prosecco e delle altre denominazioni del nostro territorio”. Sul palco i presidenti dei Consorzi di tutela delle denominazioni a Prosecco, Pinot grigio delle Venezie e Vini Venezia moderati dall’ambasciatore delle Città del vino e co-autore del convegno, Fiorello Terzariol. Tra il pubblico numerose autorità, come i consiglieri regionali Roberto Bet, Sonia Brescacin e Nazzareno Gerolimetto, il presidente della provincia di Treviso Stefano Marcon, vari sindaci e amministratori, i rappresentanti delle associazioni di categoria del mondo agricolo e di altre realtà istituzionali del settore.

Ad aprire la serata la sindaca del Comune di Godega di Sant’Urbano, organizzatore del convegno. «La presenza di molte persone questa sera – ha dichiarato la sindaca Paola Guzzo – dimostra come questo appuntamento sia sempre molto sentito perché oltre a parlare della situazione attuale delle denominazioni vitivinicole, parla anche del loro futuro». E poi rivolta ai viticoltori e produttori presenti in sala ha aggiunto: «Con il vostro amore e il vostro impegno avete creato una realtà importante che va ben oltre i confini nazionali».

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Come sempre molto atteso l’intervento del presidente del Veneto, Luca Zaia, che ancora una volta ha voluto esserci a questo importante convegno. «Stiamo parlando – ha affermato il presidente con riferimento al Prosecco – della più grande denominazione al mondo e se nel 2009, quando ero ministro, non avessi fatto quel decreto, ecco che ora il nome Prosecco non sarebbe stato ad uso esclusivo, ma del mondo intero. Una bollicina su tre nel mondo oggi è Prosecco doc o docg. Ma il vero tema di oggi è qual è il futuro e credo che sia un futuro che possa darci ancora proiezioni nel mercato. Però è fondamentale che sui mercati non si vada in ordine sparso, ma ci sia una buona dirigenza come questa che programma e sui mercati si vada con prezzi tarati». Poi in relazione al tema della serata degli attingimenti ha aggiunto: «Abbiamo seimila ettari, tre più tre potrebbero essere, ma su questo spetta ai vostri rappresenti trovare un accordo rispetto a valorizzazione di Glera che c’è già a terra ante 2018. Il tema è che non dobbiamo andare avanti in ordine sparso, il mondo dell’enologia mondiale farebbe i salti di gioia se ci vedesse saltare per aria, abbiamo tanti nemici. Pensate solo quanti vini abbiamo buttato fuori dal mercato. Sui tremila più tremila un ragionamento per premiare chi ha creduto nelle certificazioni è fondamentale». «Sono preoccupato per le rive, cuore e storia del prosecco – ha aggiunto – la parte dell’agricoltura eroica che fa pendant con patrimonio Umanità va aiutata. Se perdiamo la viticoltura eroica, perdiamo tutti, anche la pianura. Finché ci sono giovani in questo comparto, c’è futuro: portano idee, innovazione e certificazioni che ci servono».

Quindi il punto con Alberto Zanol della direzione agroalimentare della Regione Veneto. Zanol ha proiettato al convegno grafici e dati dell’andamento delle denominazioni nell’ultimo anno e della superficie vitata (vedi link). Ha evidenziato come la superficie a vigneto sia aumentata rispetto agli ultimi anni (+2,30%) e come, tra il 2023 e il 2024, gli impianti siano stati il doppio rispetto agli estirpi. Quanto all’andamento della superficie vitata, la Glera ha registrato un aumento del 5,91% rispetto al 2023, mentre il Pinot nero dopo un aumento tra il 2022 e il 2023, ha rallentato (+1,76%), mentre il Pinot grigio con un –0,83% sta recuperando rispetto all’andamento passato. Dal 2021 si è registrato un balzo in avanti per la superficie con certificazione sqnpi che è quasi raddoppiata tra il 2021 e il 2024, mentre stabile quella a biologico. Ha poi fatto il punto sui limiti agli incrementi di potenziale: per l’Asolo Prosecco il blocco per Glera scade il 31 luglio 2025, mentre per il Prosecco doc e per il Conegliano Valdobbiadene Prosecco si va al 2026 e al 2027. Da capire se ci sarà o meno la richiesta per lo sblocco. In chiusura un invito a non abbassare la guardia sulla flavescenza dorata.

Spazio poi ai presidenti dei Consorzi: per tre di loro – quelli della denominazione a Prosecco – era la prima volta. Per il Consorzio Vini Venezia doc e docg era presente il vicepresidente Franco Passador. «Il nostro Consorzio per primo ha messo sotto un unico ombrello cinque denominazioni così da svolgere politiche di governance delle denominazioni in maniera ordinata. Le nostre denominazioni in questo ultimo quinquennio – ha sottolineato Passador – hanno mantenuto un andamento stazionario grazie anche ad un comportamento commerciale gestito con oculatezza. Stiamo valutando cosa fare al 31 luglio 2025, se conservare oppure no il blocco per il Pinot grigio. È una discussione che vorremmo trattare anche con altri consorzi che hanno Pinot grigio essendo un problema comune. Quest’anno l’andamento delle vendite è migliore e il prodotto sta registrando una tenuta del prezzo di vendita quindi arriveremo alla vendemmia 2025 con scorte ridotte. Ora ci sono timori per l’applicazione dei possibili dazi da parte dell’amministrazione Trump. Auspichiamo collaborazione tra denominazioni».

«Il Pinot grigio – ha evidenziato il presidente del Consorzio Pinot grigio delle Venezie doc, Albino Armani – ha registrato nell’ultimo anno un +3% nel 2024, con una media di imbottigliamento 2024 pari a 142.205 ettolitri/mese contro i 138.449 dell’anno prima. La produzione delle doc delle Venezie in Veneto ha registrato una crescita in ettari del 7,18% nell’ultimo anno. Prossimi impegni sono lo svincolo dello stoccaggio del Pinot grigio doc delle Venezie. C’è poi la volontà di stare abbastanza uniti tra denominazioni. La domanda che si pone il nostro cda è se aprire qualche ettaro annualmente oppure lavorare sulle rese. Infine un tema difficile da portare avanti e che impatta anche culturalmente è quello di un Pinot grigio a bassa gradazione alcolica, che significa creare un nuovo modo di presentare il nostro Pinot grigio sotto gli undici gradi così da seguire dei trend in atto. Se riusciremo a convincere il ministero avremo un nuovo Pinot grigio che correrà parallelamente a quello storico».

Franco Adami, presidente del Consorzio Conegliano Valdobbiadene Prosecco docg, nel suo intervento ha sottolineato la responsabilità sociale che il mondo del Prosecco ha a tutti i livelli. Quindi rivolgendosi ai “cugini” – così li ha definiti lui – del Prosecco doc e dell’Asolo Prosecco docg il suo invito «a lavorare insieme perché parte del valore delle nostre denominazioni è condiviso ed è un valore per tutti e tre. Significa che quando parliamo di Prosecco, dobbiamo dire tutti la stessa cosa. Noi come Conegliano Valdobbiadene esportiamo il 45%, ma facciamo fatica a far conoscere il valore immateriale del Conegliano Valdobbiadene: abbiamo bisogno anche dei nostri cugini. E un dialogo, in via personale tra presidenti, è già iniziato. Altro aspetto che ci preoccupa molto sono le rive: qui i piccoli produttori su una pendenza incredibile prima sono stati decimanti dalla flavescenza, poi hanno dovuto reimpiantare le viti con un costo pazzesco essendo lavorazioni tutte fatte a mano. Poi con le piogge ci sono state le micro-frane. Se noi oggi non impegniamo tutti i fondi sulle rive, quelle fotografie che tutti amano fare, e che sono quelle che tirano su l’immagine, non ci saranno più. Le rive vanno protette in tutti i modi».

Il Consorzio Asolo Prosecco docg, come ha sottolineato in apertura il suo presidente Michele Noal, quest’anno festeggerà i suoi primi 40 anni. «Siamo una denominazione cresciuta in termini di numeri a doppia cifra – ha evidenziato -. E prudenza ed equilibrio è l’indirizzo che ho dato: noi dobbiamo conservare un valore e consegnarlo alle nuove generazioni. A me piacerebbe che chi vive all’interno di questi nostri territori si senta partecipe di questa realtà legata ad un prodotto. Dobbiamo lavorare tra di noi e verso la comunità per far capire che non è solo valore economico, ma anche sociale». Il 2024 si è chiuso con 32 milioni di bottiglie. Per il terzo anno si è attinto alla riserva vendemmiale per far fronte alla domanda e per questo Noal ha annunciato di aver aperto un’apposita commissione tecnica sul potenziale vitivinicolo anche per studiare nuovi strumenti. «Il prodotto ci sarebbe, ma abbiamo un problema che sono gli 860 ettari ante 2019 e non ci dà possibilità di avere un piano fermo su cui intervenire e ragionare – ha detto Noal -. Abbiamo la scadenza della rivendica dell’impianto al 31 luglio e dobbiamo capire cosa fare».

Con 660 milioni di bottiglie e un +7% sul 2023, e un export dell’82%, si è chiuso il 2024 del Prosecco doc, rappresentato a Godega dal presidente del Consorzio Giancarlo Guidolin. «La proposta per quest’anno – ha dichiarato il presidente – è di stabilizzare 3mila ettari e altri 3mila a condizioni di mercato negli anni a seguire. Il blocco degli impianti terminerà nel 2026. La proposta che sarà fatta e che è ancora in corso di discussione e di valutazioni è di stabilizzare 3mila ettari. Come ci comporteremo? La prima cosa è di avere una certificazione ambientale, biologica o sqnpi; bisognerà aderire alla biodiversità cioè o mettere siepi o eventualmente monetizzare il valore; e manifestazione di interesse verso i provvedimenti che fa la ragione. Questo è per cautelare tutta la nostra produzione. Non sappiamo ancora quanti ettari sono certificati e sulla base della certificazione, potremmo prendere delle decisioni: sarà una valutazione che andremo a fare insieme a tutte le associazioni di categoria e alle istituzioni». «Abbiamo delle minacce che qualcuno sottolinea e sono il codice della strada con le nuove sanzioni e i dazi dell’amministrazione Trump– ha concluso il presidente -, ma quello che preoccupa di più è la situazione economica generale perché noi esportiamo oltre 500 milioni di bottiglie: il mondo deve stare bene».

«Complimenti ai presidenti dei Consorzi da cui ho sentito stasera parole di apertura – ha commentato l’assessore regionale all’agricoltura, Federico Caner -: da un pezzo sento sul territorio acredine, ma stasera ho sentito la volontà di lavorare bene e assieme. Adami ha parlato della necessità di tutelare le rive e credo sia fondamentale e anche il sistema doc deve tenere a questo. C’è un rischio anche idrogeologico sulle rive e, se vengono abbandonate, il problema si crea anche per la doc. Non è un caso che la parola più ricercata come destinazione turistica è “prosecco”. Non serve fare un consorzio unico, basta lavorare insieme anche per singole operazioni come il tema della sostenibilità o delle certificazioni. Come, insieme, bisogna capire come funziona il mercato estero». Sulle deroghe ha aggiunto: «La deroga serve, ma se ogni anno vai in deroga non è più una cosa temporanea e nascono problematiche, per questo va data stabilità. Non va abbassata la guardia sulla flavescenza dorata, la situazione è migliorata, ma con questa cosa bisogna convivere. Bisogna fare trattamenti e tagliare le piante. Quanto agli attingimenti, i provvedimenti li facciamo ascoltando i produttori». Poi allargando il ragionamento l’assessore regionale ha detto: «Un blocco delle nuove autorizzazioni a livello nazionale non lo troverei male. Almeno temporaneo. Al ministro lo ho già detto». Quanto al vino de-alcolato ha detto: «Dobbiamo guardare a come si muove il mercato. Se il mercato ce lo chiede, ragioniamoci».

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Le conclusioni del convegno sono state affidate al vicesindaco di Godega di Sant’Urbano con delega all’Antica Fiera di Godega, Paolo Attemandi: «In 12 anni di convegno, stasera per la prima volta abbiamo sentito che c’è una volontà di fare sinergia fra Consorzi e denominazioni. Come è stato ribadito da tutti l’aspetto sociale: quando facciamo i trattamenti, prestiamo attenzione a chi ci sta attorno, al territorio, alle persone, ai corsi d’acqua».

Il convegno è promosso dal Comune di Godega di Sant’Urbano. Partner dell’evento sono Banca Prealpi SanBiagio, la Cantina sociale cooperativa di Orsago, AgriBibano, EuroPiave e Zarpellon Agricoltura.



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