Esodo e foibe: la mostra del piacentino Paolo Terdich alla Camera dei deputati

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Paolo Terdich: l’artista piacentino in mostra a Roma. Martedì 11 febbraio alle ore 16 s’inaugura la sua personale “Esodo – Per non dimenticare” nella Sala del Cenacolo del Complesso di Palazzo Valdina – Camera dei deputati. Un evento promosso dal presidente dell’Aula di Montecitorio, Lorenzo Fontana, a cura dell’Archivio Paolo Salvati.

Il Giorno del ricordo

L’esposizione, aperta fino al 21 febbraio (ingresso libero dal lunedì al venerdì, ore 11-19.30), è stata organizzata in coincidenza con il Giorno del Ricordo (10 febbraio 1947), in memoria dell’esodo giuliano-dalmata e delle tragiche foibe. Con l’intenzione di rappresentare un esempio di come l’arte e la cultura possano fungere da ponte tra passato e presente, invitando a riflettere su eventi storici dolorosi ma fondamentali, per meglio comprendere, pienamente, la complessità del nostro tempo.

Fontana: viaggio coinvolgente

“Sono lieto di accogliere nel Complesso di Vicolo Valdina della Camera dei deputati la mostra ‘Esodo – Per non dimenticare’ dell’artista Paolo Terdich”, afferma il presidente Fontana, che inaugurerà l’esposizione. “Questo evento si inserisce nel quadro delle celebrazioni per il Giorno del ricordo, istituito per onorare la memoria delle vittime delle foibe e degli esuli giuliano-dalmati, un dramma rimasto ai margini della Storia e della coscienza collettiva del nostro Paese per tanto, troppo tempo”.

Con la sua maestria pittorica, aggiunge la terza carica dello Stato, “l’artista guida lo spettatore in un viaggio che, intrecciando passato e presente, lo coinvolge sul piano emotivo e intellettuale. Particolarmente emblematiche sono le rappresentazioni delle mani: mani che parlano senza bisogno di parole, tese verso la speranza; mani che si aggrappano alla vita, che raccontano la fatica e il dolore dell’esilio”.

Un simbolo universale, prosegue Fontana “che riesce a catturare, con straordinaria forza espressiva, l’essenza stessa della condizione umana. Quello delle foibe e dell’esodo giuliano-dalmata rappresenta, infatti, un capitolo doloroso e complesso, che non possiamo e non dobbiamo dimenticare. Narrare quegli eventi significa dare voce a chi ha sofferto, a chi ha perso la propria casa, la propria terra, i propri affetti. E rendere giustizia a una verità storica che è rimasta nell’ombra, sepolta dal silenzio”.

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Il catalogo della mostra, evidenzia il presidente della Camera, “è anche un dono prezioso, un invito a riflettere, comprendere e non dimenticare. Perché solo attraverso la conoscenza e il dialogo possiamo sperare di costruire un mondo in cui simili tragedie non avvengano mai più. Esso rappresenta un tributo a chi non è sopravvissuto, un omaggio a chi ha vissuto e sofferto per quei fatti e un monito per le generazioni future. Le testimonianze raccolte in queste pagine non sono soltanto cronache del passato, ma un invito a riflettere sul valore della pace e del rispetto reciproco, sul dovere della verità e della restituzione della dignità a chi la dignità è stata negata e, con essa, l’identità”.

Fontana conclude: “Desidero dunque esprimere un sentito ringraziamento a Paolo Terdich, per il suo impegno e le sue opere d’arte, e a tutti coloro che hanno reso possibile questa mostra, contribuendo a creare un momento di grande valore culturale e umano. Il ricordo è un ponte tra passato e futuro. Coltivarlo significa nutrire il rispetto per la dignità umana, un valore imprescindibile su cui si fondano la nostra Repubblica e la convivenza civile.”

Omaggio alle origini

In esposizione 23 opere di vari formati: “Ho voluto fornire il mio piccolo contributo, viste le mie origini, al ricordo di tale triste vicenda, che ritengo non abbia avuto in passato il dovuto risalto”, spiega Terdich, figlio di un esule. “Nelle composizioni riferite all’esodo, in cui sono rappresentati nuclei familiari e vari esuli che lasciano con vari mezzi la propria terra, ho lasciato le figure e le masserizie, appena abbozzate, vagamente distorte, cercando di rendere l’atmosfera di dolore, di ansia e di rassegnazione della scena nel suo insieme”.

Il tutto “per cercare di creare un’atmosfera surreale, quasi metafisica, ho lavorato sul contrasto fra lo sfondo, piatto, vago, che suscita una sensazione di vuoto, e le figure in primo piano. In alcuni casi, richiamo i temi del romanticismo, del viandante, del senza patria; un eroe che è arreso al mondo e al suo destino e si avventura verso il suo futuro drammatico”.

Un contrasto che è ben visibile ne “Il ritratto del profugo”, spiega la nota a corredo dell’evento, nel quale l’artista ha voluto esaltare il contrasto fra il dettaglio del volto riprodotto, che esprime, anche attraverso le profonde rughe, un sentimento di sofferenza passata, ma parzialmente mascherata, con la drammaticità dello sfondo, giocato su toni scuri, cupi, realizzato a spatola.

 Il curriculum dell’artista

Paolo Terdich nasce a Piacenza, il 28 gennaio del 1960. Pittore fortemente espressivo, catturato da una ricerca intima e sentimentale e naturalistica. La sua carriera artistica lo porta ad esporre in numerose mostre personali, a partire dagli anni duemila fino ai nostri giorni.

Ha esposto con Appunti di viaggio presso l’Istituto Italiano di Cultura al Cairo in Egitto, nel 2002; con la mostra Stati d’animo al palazzo Municipale del Comune di Sauze d’Oulx (Torino) e nel 2004 all’American Women Cultural Association The Hague in Olanda.

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Dal 2008 al 2009 è a Piacenza, prima con la mostra Le Forme e i Colori dell’Anima, presso l’Atelier d’Arte, e poi con Trasparenti Emozioni, allo Spazio Rosso Tiziano. Nel 2010 espone in Nigeria all’Ambasciata d’Italia a Contemporary Italian Painter con Cultural Evening with Paolo Terdich.

Torna ad esporre con tre mostre personali a Piacenza nel 2015 con Luci e contrasti, a Spazio Rosso Tiziano, nel 2017 a Transparency, La pittura di Paolo Terdich in Biffi Arte; nel 2018 ancora allo Spazio Rosso Tiziano con la mostra Due mondi a confronto, un percorso espositivo che verrà ripetuto a Berlino nel 2019 alla Von Zeidler Art Gallery.

Nel 2021 espone a Parigi presso la Galerie Sonia Monti con la mostra dal titolo Paolo Terdich. Nel 2022 con le mostre  Acqua e Dal materico all’etereo, a New York, presso la Saphira & Ventura Gallery e nella sua amata Piacenza presso Palazzo Ghizzoni, Nasalli Rocca. Si segnala la partecipazione su invito alla 59ª Biennale di Venezia 2022, all’interno del Padiglione Nazionale Grenada.

Il progetto sulle foibe

Dal 2023 Terdich si dedica al progetto artistico “Ricordo delle foibe, esodo giuliano-dalmata”, concepito con l’unico obiettivo di una divulgazione della memoria di queste tragiche vicende storiche, in una forma artistica inedita. Il progetto rappresenta un suo tributo al ricordo di un dramma che non ha avuto in passato il dovuto risalto e che esige di essere ricordato nella sua corretta prospettiva storica.

Pur rimanendo in un ambito figurativo realistico, in queste opere Terdich sperimenta un approccio diverso rispetto al suo stile abituale, utilizzando una pittura materica e con cromie neutre. Qui rappresenta atmosfere che esprimono il senso di terrore delle vittime italiane innocenti delle foibe e di incertezza, ansia, smarrimento degli esuli, cimentandosi in un territorio, già sperimentato in passato, di realismo surreale e talvolta metafisico.

Nel Getty Vocabulary

Terdich partecipa anche a numerose mostre contemporanee di carattere collettivo dal 2000 al 2025: in Italia, tra Milano, Torino, Venezia e Roma; all’estero, tra Miami, Londra, New York e Zurigo. Nel 2024 viene inserito su Ulan (Union List of Artist Names) da Getty Union Research per Getty Vocabulary, con ID 500780730. Membro dal 2023 di Professional Artist Association; dal 2022 Mastering the Business of Art, Professional Art Institute; dal 2008 di Master in Business Administration Degree, the Edinburgh Business School/Heriot, Watt University. Fra i critici e storici d’arte che hanno scritto di Paolo Terdich si citano: Paolo Levi, Alfredo Pasolino, Elisa Manzoni, Fabio Bianchi, Stefania Pieralice, Daniele Radini Tedeschi e Alberto Moioli.

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Il saggio per la mostra

A corollario dell’esposizione “Esodo – Per non dimenticare”, conclude la nota degli organizzatori, sarà pubblicato un volume a cura di Alberto Moioli, direttore dell’Enciclopedia d’Arte Italiana, Catalogo generale artisti dal Novecento ad oggi. La pubblicazione sarà curata da Editions of Italian Modern and Contemporary Art Archives, grazie alla concessione gratuita dell’Archivio Paolo Salvati.


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