RHO – Si concluderà domani la BIT – Borsa Internazionale del Turismo – tra le più importanti fiere del settore in Italia e in Europa che quest’anno è tornata a svolgersi nella sede di Fiera Milano-Rho. Ma già siamo in grado di fornirvi un resoconto avendo partecipato alla giornata di apertura di ieri. Ovviamente un resoconto che guarda al turismo attraverso gli occhiali del cicloturismo.
Che il settore sia in crescita lo abbiamo ripetuto più volte su queste pagine, riportando i numeri di studi che parlano di fatturati ed altri che mettono l’Italia sul gradino più alto del podio delle mete preferite dai tour operator del settore ciclo.
Razzia di depliant
E’ un peccato quindi aver riscontrato anche qualche assenza di peso tra i padiglioni di Rho. In quello italiano mancavano lo stand del Trentino e dell’Alto Adige, oltre a quello della Valle d’Aosta. In quello estero non c’era traccia di Francia, Germania e Spagna, solo per fermarci alle Nazioni europee più grandi. Anche se non è piacevole sottolineare chi non era presente, la questione dovrebbe sollevare qualche interrogativo…
A parte ciò, l’occasione ci è stata utile per fare razzia di depliant e brochure e prendere contatti di iniziative su due ruote che riproporremo nelle prossime settimane. Nonché per scambiare contatti con attori più o meno affini al settore ciclo, alcuni anche veri pedalatori capaci di far trasparire la propria passione. Come nel caso di Etna Travel Service, un piccolo tour operator che porta (anche) i ciclisti sulle pendici del vulcano con le e-bike, per un’esperienza davvero unica.
L’effetto Giubileo
Al di là dei contenuti, ci ha colpito un aspetto dei vari stand italiani che strizza l’occhio a chi pedala. Infatti, ormai quasi tutte le Regioni hanno a disposizione nell’allestimento un ledwall o un maxi schermo (esagerato quello della Sicilia che ha fatto praticamente da sfondo all’intero stand), per cui molte di esse vi hanno proiettato immagini in movimento e quasi sempre la bici era presente. Vuoi per una ciclabile pianeggiante da fare con la famiglia, vuoi per un freeride a tutta velocità tra i single track dei boschi per i più esperti, vuoi per spostarsi da un’area archeologica ad una degustazione enogastronomica. Considerando che la BIT non è una fiera mirata all’outdoor, ciò non può che farci piacere e confermare l’avanzare delle due ruote nel conquistare sempre maggiori segmenti di mercato.
Nell’anno giubilare, i cammini (religiosi e non) si fanno sempre più spazio. Tanto che accanto alle classiche operazioni di tracciatura e presentazione, si comincia a parlare anche di accessibilità, per permettere a tutti di goderne. E’ quello che ad esempio è successo con Cammini Aperti, un’iniziativa giunta alla sua edizione con una novità rispetto al 2024. Invece di promuovere un po’ tutti i cammini della Penisola, si è scelto di puntare su tre direttrici: le Vie e i Cammini di Francesco, il Cammino di San Benedetto e le Vie e i Cammini Lauretani.
Ne parleremo in dettaglio prossimamente, ma intanto va sottolineato come tale iniziativa sia stata possibile grazie alla sinergia di 5 Regioni del Centro-Italia sotto l’egida del Ministro del Turismo: l’Emilia-Romagna, il Lazio, le Marche, la Toscana e l’Umbria. I vari assessori, anche di colore politico diverso, hanno ribadito l’importanza di superare campanilismi per raggiungere un obiettivo comune. Musica per le orecchie di questi tempi…
Bit: una suggestione e si parte
Qr code e app di tracciamento semplificano la vita nel dialogo tra domanda e offerta. Ma prendere in mano la cara vecchia mappa di carta, con gli itinerari di vari colori, e farla scivolare nello zaino, pregustando il momento in cui tutto il contenuto si squadernerà sul tavolo di casa, ha ancora il suo perché.
Così come ha il suo perché fare un salto dall’altra parte del mondo spostandosi di stand in stand: due passi e sei in Vietnam, altri due e sei in Marocco. Magari qui alla Bit i posti più esotici non hanno direttamente materiale inerente al cicloturismo, ma ognuno si sforzerà di darvi il contatto della persona più adatta allo scopo. Del resto, a volte basta una gigantografia del deserto o una musica cubana a seminare i germogli del vostro prossimo cicloviaggio.
I nostri desideri
Chiudiamo tornando all’Italia, dove si consolidano i trend degli ultimi anni. Dall’agriturismo in Molise che implementa i servizi bike, al noleggiatore locale che lavora in comunione con le strutture ricettive. Dal distretto turistico che traccia una rete di ciclabili alle guide accompagnatrici che ormai coprono le mille esigenze dei cicloturisti (bici elettriche, muscolari, gravel, persino fat bike per andare sulla neve…). A livello locale il territorio è ben mappato.
Per cui, se avessimo tre desideri da esprimere forse ce ne basterebbero due: primo, spingere a tutta sulle ciclovie nazionali per dare un’offerta sistemica e di ampio respiro. Secondo, dato che per il nostro blitz alla Bit abbiamo attraversato mezzo Stivale in treno, quanto sarebbe “figo” avere la possibilità di caricare le bici (intere, non smontate) sui treni Alta Velocità? Qualcuno riesce ad immaginare le potenzialità anche solo di un weekend mordi e fuggi in ogni angolo della Penisola?
***** l’articolo pubblicato è ritenuto affidabile e di qualità*****
Visita il sito e gli articoli pubblicati cliccando sul seguente link