Bufera Ast. Bandecchi sul piede di guerra, la nota di De Rebotti

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Non si placa la bufera sull’accordo (mancato) di programma per l’Ast di Terni. Dopo le dichiarazioni dell’ad di Arvedi Dimitri Menecali che sul problema del costo dell’energia elettrica ha eretto un muro, è chiaro che la soluzione dopo anni di battaglie e scontri è ancora ben lontana. Il sindaco di Terni, Stefano Bandecchi ha promesso scontro aperto e senza sconti, dalla Regione, l’assessore allo Sviluppo economico Francesco De Rebotti invoca l’intervento del Parlamento italiano ed europeo.

Bandecchi: “Da ora in poi comincerà una guerra santa, il nostro rapporto con Ast si guasta”

In un post su Instagram Stefano Bandecchi non le manda di certo a dire ad Arvedi. L’accordo di programma si trascina da troppo tempo. Da Ast temporeggiano e la firma, a questo punto, chissà se mai arriverà. “Credo per dire una cosa cosa così importante, credo che Menecali abbia avuto ordini precisi da Cremona, dalla proprietà – ha dichiarato il primo cittadino di Terni -. Posso solo rispondere che da ora in poi purtroppo inizierà una guerra santa perché il loro atteggiamento è insostenibile e inaccettabile dalla città di Terni, dalla Regione e anche dal governo italiano. Il nostro rapporto che era buono si guasta e diventa cattivo. Da domani stesso comincerò a mandare i vigili urbani per vedere che cosa succede all’interno delle acciaierie e a fare misurazioni più precise“.

In più dico anche ai sindacati – prosegue Bandecchi – che non si fa un comunicato con otto ore di sciopero, io forse ne avrei fatto qualcuna in più. Credo che Arvedi se continuerà con questo muro contro muro avrà dei problemi perché l’energia elettrica non è mai entrata nell’accordo di programma. Il signor Arvedi ha fatto a Terni il fatturato più importante di sempre pagando l’energia più cara di sempre. Ast farà bene a chiedere scusa e a tornare indietro sennò la guerra è iniziata perché questo atteggiamento insostenibile, quello che hanno detto ieri è inaccettabile. Se poi se ne vogliano andare, rimettono in vendita l’acciaieria e se ne vanno.

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Sono preoccupato – ha detto ancora Bandecchi – del fatto che Terni debba avere una svolta, l’acciaieria è fondamentale per lo sviluppo economico dell’Umbria. Il signor Arvedi prima chiede un accordo di programma, non parla dell’energia elettrica e poi questo all’improvviso diventa l’elemento fondamentale. Qui siamo in Italia, non siamo in Francia, purtroppo non abbiamo il nucleare, il signor Arvedi si deve adattare come tutti gli altri. Da Ast dopo la riunione con i sindacati e la Regione, se ne sono usciti come i dolori: se vogliano la guerra, guerra avranno.

E la questione ambientale adesso pesa ancora di più.All’acciaieria si devono ricordare che per troppi giorni vengono superati i valori di inquinamento dell’aria e d’ora in poi saranno problemi e in più non otterranno alcun permesso per costruire niente che possa andare perché l’atteggiamento che hanno avuto fa schifo. Io sostengo i lavoratori, sostengo Terni e sostengo che gli imprenditori debbano fare gli imprenditori. Arvedi ha ca***o fuori dal vaso. Io mi ricordo quando ha detto a me che se non davamo retta a lui, lui chiudeva tutto e mandava a casa tutti. L’ha detto davanti a me, davanti al vicesindaco e al’ad e a suo nipote. Ho tenuto questa cosa riservata fino ad oggi ma il governo deve intervenire senno ha fatto la stessa cosa di Arvedi“.

De Rebotti: “Da Ast stanno procrastinando il nulla”

Critico anche l’assessore De Rebotti. ”Sono passati tre anni ma ci sono volute poche settimane per capire che la vicenda dell’Accordo di Programma è stata un’enorme perdita di tempo e una generale e infruttuosa pantomima” così in una nota diffusa nella serata di ieri.

Fin da subito – prosegue De Rebotti – è stato chiaro che l’incaglio fosse, come più volte ripetuto, il tema del costo dell’energia e i rinvii per la firma dei mesi scorsi, giustificati dalla prossimità delle elezioni regionali, si dimostrano oggi con evidenza solo un inutile e dannoso tentativo di procrastinare il nulla. Perché, è questa la verità, mai si sono costruite soluzioni che ne permettessero la definizione”.

In ballo c’è il futuro dei lavoratori, quello di Terni e dell’Umbria intera, di uno degli impianti siderurgici strategici per il Paese. Tutti soggetti che di fronte a una lunga e estenuante negoziazione ancora non hanno stretto nulla. La firma dell’accordo non c’è e chissà se mai ci sarà a questo punto.

Ma ora è indispensabile – conclude l’assessore regionale – dopo la presa di posizione di AST, riportare immediatamente la questione sul tavolo del governo. Non sono più permessi disimpegni per nessuno degli attori in campo. Lo dobbiamo ai lavoratori e alla comunità ternana e regionale. Questo è il motivo che ci spinge a chiamare rapidamente a Terni i rappresentanti del Parlamento Italiano ed Europeo. E a richiedere, come anticipato sopra, l’immediata convocazione del tavolo ministeriale su progetto industriale di AST”.





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