Capolavori in saldo: quando un mercatino nasconde un’opera d’arte

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L’arte è fatta di scoperte, riscoperte e, talvolta, di autentiche sorprese. Se oggi il mercato dell’arte è regolato da esperti e case d’asta che valutano ogni singolo pezzo con rigore, non è raro che alcuni dipinti finiscano dimenticati in soffitte, dietro mobili impolverati o venduti per pochi soldi in mercatini dell’usato. Eppure, la storia ci insegna che anche tra cianfrusaglie e quadri dimenticati possono celarsi autentici capolavori, che solo per caso o grazie a un occhio esperto vengono riportati alla luce.

Ecco cinque tra le più affascinanti storie di dipinti acquistati per una cifra irrisoria e poi rivelatisi capolavori dal valore inestimabile.

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Cimabue – “Il Cristo deriso” (circa 1280)

Nel 2019, una tranquilla signora francese mise in vendita un piccolo quadro che aveva sempre avuto nella sua cucina, senza mai immaginare la sua importanza. L’opera, di circa 25 cm per 20 cm, raffigurava Cristo deriso prima della Crocifissione. Non sembrava nulla di eccezionale: il supporto era in legno e l’immagine, seppur antica, non destava particolari sospetti. La proprietaria la considerava una semplice icona religiosa.

Fu un esperto d’arte, visitando la casa prima della vendita, a intuire che potesse trattarsi di un’opera straordinaria. Dopo una serie di analisi e studi approfonditi, il dipinto venne attribuito a Cimabue, uno dei più importanti pittori del Duecento e precursore del Rinascimento italiano. L’opera faceva parte di un ciclo di pannelli, di cui altri due frammenti sono conservati alla National Gallery di Londra e alla Frick Collection di New York.

Il quadro fu messo all’asta e venduto per 24 milioni di euro, segnando un record assoluto per un dipinto medievale. La signora che lo possedeva, ignara di tutto, si ritrovò improvvisamente milionaria.

Rembrandt – “Studio di giovane con berretto” (attribuito, circa 1630)

Nel 2016, un uomo della Carolina del Nord acquistò in un mercatino delle pulci un piccolo dipinto per 5 dollari. Il quadro raffigurava un giovane con un berretto, ed era annerito dal tempo, con colori spenti e segni di usura. Il compratore, incuriosito, decise di sottoporlo ad alcuni esperti.

Le prime analisi rivelarono che sotto lo strato di sporco si celava una mano raffinata: il dipinto era stato realizzato con pennellate tipiche della scuola olandese del XVII secolo. Dopo ulteriori ricerche, venne attribuito a Rembrandt, uno dei più grandi pittori fiamminghi. L’opera era probabilmente uno studio per un ritratto più grande.

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La notizia fece scalpore nel mondo dell’arte e il valore stimato dell’opera superò 3 milioni di dollari. Un incredibile colpo di fortuna per il suo nuovo proprietario, che con una manciata di spiccioli aveva acquistato un pezzo di storia.

John Constable – “The Lock” (attribuito, XIX secolo)

Nel 2012, un uomo britannico acquistò in una casa d’aste un piccolo dipinto di paesaggio per 30 sterline (circa 35 euro). Il quadro raffigurava un corso d’acqua con un lucchetto fluviale e una vegetazione lussureggiante. Inizialmente, il dipinto venne catalogato come opera di un ignoto artista ottocentesco.

Il compratore, sospettando una possibile attribuzione più prestigiosa, decise di far esaminare l’opera da alcuni esperti. Dopo accurate analisi, emerse che il dipinto era una versione autentica di “The Lock”, uno dei più celebri lavori di John Constable, il grande paesaggista inglese del Romanticismo.

Una volta autenticato, il dipinto fu rivenduto all’asta per più di 2 milioni di sterline, trasformando l’investimento iniziale in una vera e propria fortuna.

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Caravaggio – “Giuditta e Oloferne” (attribuito, circa 1607)

Nel 2014, durante la ristrutturazione di una vecchia casa a Tolosa, in Francia, fu scoperto un dipinto nascosto in una soffitta. La tela era rimasta chiusa in un baule per almeno 150 anni, coperta da polvere e detriti.

L’opera raffigurava Giuditta che decapita Oloferne, un tema già trattato da Caravaggio. La qualità delle pennellate, la drammaticità della scena e l’uso della luce fecero immediatamente pensare a una scuola caravaggesca. Alcuni esperti attribuirono il dipinto al maestro stesso, sostenendo che fosse un’opera perduta.

Il valore dell’opera fu stimato tra 100 e 150 milioni di euro, ma l’attribuzione è ancora oggetto di dibattito. Il dipinto venne poi acquistato privatamente prima di essere battuto all’asta, evitando così il rischio di una vendita sottovalutata.

Guercino – “Mosè con le tavole della legge” (attribuito, XVII secolo)

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Un altro incredibile ritrovamento riguarda un dipinto acquistato per 590.000 euro in un’asta, con l’attribuzione generica a un pittore seicentesco della scuola bolognese. Il quadro, che raffigurava Mosè con le Tavole della Legge, sembrava interessante ma non eccezionale.

Dopo un’analisi più approfondita, tuttavia, alcuni esperti notarono dettagli che ricordavano lo stile di Guercino, uno dei maestri del Barocco italiano. Studi successivi confermarono la paternità dell’opera e il suo valore schizzò alle stelle, raggiungendo oltre 2 milioni di euro.

Queste storie dimostrano che capolavori perduti possono celarsi nei luoghi più impensabili: tra le bancarelle di un mercatino, in una soffitta dimenticata o persino appesi alla parete di una cucina. A volte basta un colpo di fortuna, altre volte serve l’occhio esperto di un conoscitore d’arte per riconoscere il valore di un dipinto impolverato.

La prossima volta che troverete un quadro sconosciuto in vendita per pochi euro, osservatelo con attenzione: potrebbe non essere solo una vecchia stampa ma il prossimo capolavoro da milioni di euro.



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