Cosenza, la vittoria e la cessione “estorta”. Catanzaro ambizioso con un Quagliata in più

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Un pareggio e una vittoria. È stata una giornata di campionato tutto sommato favorevole quella disputata nell’ultimo fine settimana da Catanzaro e Cosenza. Le Aquile sono riuscite a raggiungere il Frosinone grazie a un bellissimo gol di Quagliata che si conferma un acquisto azzeccato del mercato di riparazione. Vittoria sofferta per i Lupi contro la Carrarese che permette di sperare ancora nella salvezza.

Cosenza, la vittoria e la cessione “estorta”

La squadra rossoblù che sabato scorso ha sconfitto di misura la Carrarese rispecchia in pieno il momento che sta attraversando da tempo l’intera realtà cosentina. Ha una faccia sporca, stanca, arrabbiata, piena di rughe profonde e cicatrici che difficilmente si rimargineranno. Eppure, è ancora viva. Vuole a tutti i costi esserlo. Lo dimostra non tanto la prestazione offerta sul campo, da definire preoccupante – in prospettiva futura – più che brillante, quanto quell’esultanza scomposta, irrazionale ed emozionante dei calciatori dopo il gol, con aiutino avversario, di Hirstov: tutti, o quasi tutti, intorno a Massimiliano Alvini, tecnico sfiduciato da una società che continua a dimostrarsi non in grado di leggere la realtà che la circonda.
Il Cosenza che torna a vincere e spera in un nuovo miracolo sportivo, sembra il lontano parente di quello ammirato ed elogiato a inizio stagione: ha poche idee, non riesce a fare due passaggi di fila, butta la palla in avanti senza alcun criterio e lascia in panchina chi quella palla potrebbe trattarla con maggiore garbo. Però, lo ripetiamo, vince, ha vinto. Almeno stavolta. Forse anche perché non aveva alternative e chiudere i giochi con oltre tre mesi di campionato davanti sarebbe stato un gioco al massacro per tutti, vittime e carnefici.
Alvini, per tentare l’impresa delle imprese, ha deciso di snaturarsi e la fortuna lo ha premiato. Ma è evidente che sarà, o sarebbe, necessario tanto altro per beffare un destino che al momento continua ad essere già segnato.

Crema: una vittoria spuntata dal nulla in pieno marasma generale è riuscita a riportare in città un po’ di speranza nel futuro. Fa parte del gioco e di una passione che non conosce pronostici e coerenza.
In un momento in cui Eugenio Guarascio, solo perché accerchiato, annuncia di voler cedere ciò che non vuole cedere, serviva una boccata d’ossigeno e di sbornia collettiva a rallentare l’avanzamento inesorabile della rassegnazione. Serviva rivedere i calciatori guidati dal solito straordinario Micai, combattivi, compatti e sorridenti, nonostante i soliti limiti evidenti. Serviva tutto quello che si è visto al 90′ minuto. A cosa non è ancora ben chiaro, ma pazienza. 
Amarezza: li avevamo lasciati giovedì mattina a Palazzo dei Bruzi fuggire silenziosamente dagli sguardi indiscreti dei cronisti e dagli epiteti liberatori dei tifosi. Li abbiamo ritrovati sabato pomeriggio in un luogo più o meno sicuro: la tribuna del San Vito-Marulla. Dopo il successo dei Lupi contro la Carrarese, la giornalista Anna Franchino è riuscita a strappare qualche battuta surreale ad Eugenio Guarascio e a Rita Rachele Scalise. Il patron, alla domanda sugli sviluppi della trattativa (o trattative) in corso per la cessione del club di cui ha parlato in una nota, ha risposto con un convinto «ce la faremo» riferito alla permanenza del Cosenza in serie B. Una risposta simile l’ha data l’amministratore unico: «Io credo nella salvezza». Esternazioni condivisibili anche se non centrate, che lasciano nell’aria una strana sensazione: oltre alla squadra di Alvini, anche la ormai famosa trattativa sarà costretta a compiere un’impresa per salvarsi. (Francesco Veltri)

Le ambizioni del Catanzaro e la scelta azzeccata di Quagliata

Dopo due vittorie a suon di gol il Catanzaro ritrova il risultato più gettonato del suo torneo, il pareggio. Il quindicesimo segno “x” della stagione delle aquile arriva allo Stirpe in una sfida, quella contro il Frosinone, caratterizzata dai tanti ex, da una parte e dall’altra, da Brighenti e Iemmello, passando per Di Chiara, Ambrosino e il più fresco di tutti, Koutsoupias, approdato alla corte di Greco in questo mercato di riparazione.
Una gara sicuramente condizionata dalla pioggia, caduta copiosamente dal primo all’ultimo minuto. Una gara nella quale il Catanzaro ha fatto il Catanzaro. Tanto possesso palla, grande circolazione e manovra sempre fluida e corale, seppure si avverta la mancanza di particolari geometrie dovuta all’assenza di Petriccione in mezzo al campo.
Al gol del Frosinone con Lusuardi, nel primo tempo, ha risposto il Catanzaro con Quagliata (gran colpo da biliardo il suo), nella ripresa. A causa della scarsa vena realizzativa dei suoi attaccanti, Iemmello escluso, il Catanzaro non è riuscito ad approfittare poi di un’inerzia del match decisamente a suo vantaggio.
Il pareggio vale un altro punticino da mettere in cascina per un bottino che si fa di giorno in giorno più corposo. «Si alza l’asticella» aveva detto mister Caserta dopo la vittoria sul Cesena e le aspettative sul Catanzaro si sono inevitabilmente alzate. Per quanto il primo obiettivo resti la salvezza da centrare il prima possibile, i play-off rappresentano adesso un gustoso traguardo al quale ambire. La zona salvezza sembra essere a distanza di sicurezza, si può ora (perché no?) magari strizzare l’occhio anche al quarto posto.

Crema: il Catanzaro aveva già avuto la certezza di aver azzeccato la scelta di Quagliata, individuando nell’esterno ex Cremonese un ottimo elemento in fase di ultimo passaggio, ora ne scopre anche le doti da finalizzatore. Il primo gol della sua stagione è bellissimo per coordinazione e mira, un sinistro al volo, su assist al bacio di Pagano, che complice il terreno bagnato si infila, in diagonale, alle spalle di Cerofolini. Quello contro i ciociari è l’undicesimo risultato utile consecutivo in trasferta. Dopo il ko di Cesena il Catanzaro non ha più perso lontano dal Ceravolo inanellando 2 vittorie e 9 pareggi.
Amarezza: la mancanza di incisività, in fase offensiva, di La Mantia che tocca davvero pochissimi palloni senza riuscire a valorizzarne nessuno. Mai pericoloso, quasi mai capace di entrare nel vivo dell’azione. Anche Pittarello che ne prende il posto nella ripresa riesce a fare davvero poco. Mancano, al Catanzaro, i gol degli attaccanti, ad eccezione ovviamente di Iemmello. Alle spalle del capitano giallorosso, capocannoniere del torneo con 12 reti, c’è infatti il vuoto. Secondo miglior marcatore è Bonini, un difensore, con 5 reti, più staccati ancora due centrocampisti come Pompetti e Pontisso e finalmente un attaccante, Biasci, tutte tre a quota 3. (Stefania Scarfò)

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