Topi, strade, verde urbano, marciapiedi, parcheggi possono aspettare….
La domanda oggi è: quanto spende l’Amministrazione comunale di Settimo Torinese per la cultura? Se la fanno in tanti e puntualmente, seguono risposte vaghe, nebulose, quasi esoteriche.
Il totale esatto? Un mistero degno di un romanzo giallo, con una trama intricata e personaggi sfuggenti. Bisognerebbe mettersi con pazienza certosina a spulciare l’elenco dei “mille” contributi che l’Amministrazione comunale assegna alle varie associazioni, un elenco lungo e contorto, dove si nascondono voci di spesa apparentemente incomprensibili. Ma qualcosa, per fortuna, ogni tanto sfugge dalle nebbie dell’albo pretorio, lasciando intravedere numeri e cifre che fanno girare la testa anche al più esperto degli economisti.
C’è una delibera fresca fresca della Giunta guidata dalla sindaca Elena Piastra, che non lascia spazio a interpretazioni.
Due milioni di euro destinati alla Fondazione “Esperienze di Cultura Metropolitana”, un bell’assegno “sull’unghia”, senza troppi giri di parole, che garantisce ossigeno puro a un sistema culturale tutto da decifrare.
A firmare il progetto (e la richiesta di “piccioli”) ci sono Dario Netto, direttore della Fondazione, e Silvano Rissio, il presidente.
Cosa ci fanno con questa montagna di soldi?
Il menù è variegato: c’è il Festival dell’Innovazione, c’è il teatro, c’è la gestione del Museo della Chimica e poi c’è il mitico Cirko Vertigo, che già dal nome promette emozioni forti, forse persino un capogiro. Ma non finisce qui.
La Fondazione ECM si occupa anche di organizzare eventi letterari, progetti di valorizzazione del patrimonio locale, iniziative di promozione della lettura e, ovviamente, della gestione di spazi culturali come la Biblioteca Archimede e i poli espositivi della città. Spazi che dovrebbero essere animati da un continuo fermento culturale. Lo sono davvero? Probabilmente sì.
Non manca il capitolo formazione: con i suoi fondi, la Fondazione finanzia laboratori didattici per scuole, corsi di aggiornamento per chi vuole avvicinarsi al mondo della cultura e anche progetti di inclusione per chi non è più attivo nel mondo del lavoro. Il tutto, ovviamente, condito da una pioggia di convegni, rassegne cinematografiche e spettacoli teatrali. Ma questi corsi sono accessibili a tutti? O sono sempre gli stessi circuiti a beneficiarne?
E se i 2 milioni non bastassero? Tranquilli, l’Amministrazione ha pensato anche a quello. Nel caso arrivassero fondi extra da enti superiori o privati, nessun problema: saranno prontamente dirottati alla Fondazione ECM. E se neanche quelli fossero sufficienti, a fine anno ci sarà il “saldo”. Insomma, una cultura “a rubinetto”, sempre aperto.
Inutile chiedersi chi controlla. Spetterà all’Amministrazione comunale sulla base della “dettagliata” rendicontazione della Fondazione. Il controllo sarà, evidentemente un’operazione all’acqua di rose, considerando che la Fondazione fa quello che Piastra dice. Un meccanismo perfetto: si spende prima e si giustifica poi.
Ironia dei soldi e delle “priorità”, la giunta, per non perdere tempo, ha pensato bene di dichiarare immediatamente eseguibile la delibera, così da evitare lungaggini burocratiche e partire subito con le spese.
La domanda è: il progetto culturale di Settimo funziona davvero? Quanti cittadini di Settimo si sentono davvero coinvolti? Quanti partecipano attivamente agli eventi?
La verità è che, a fronte di tutti questi soldi, si fatica a vedere un fermento culturale reale. Il Comune si vanta del sostegno alla cultura, ma molti si chiedono se questo non sia, piuttosto, un modo per finanziare sempre lo stesso “mondo”, con pochi benefici tangibili per la cittadinanza.
E mentre i milioni scorrono a fiumi, la domanda iniziale resta: quanto spende Settimo in cultura?
Non lo sappiamo con certezza, ma una cosa è sicura: 2 milioni sono già andati. E non è ancora finita…
Ah già giusto, dimenticavamo. Con una delibera così come si fa a credere ad un’Amministrazione comunale quando dice di non avere 80 mila euro in bilancio per regalare a tutti i cittadini 15 minuti di sosta gratuita? Potevano davvero inventarsene un’altra…
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