«Sintesi di arte e turisti»

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Promozione culturale, valorizzazione e recupero della fruizione di beni in area Unesco, gestione del turismo, sostenibilità, commercio. E ancora tutela del «Patrimonio Immateriale e Culturale», con focus «sulla valorizzazione delle tradizioni culturali, delle arti locali e dei saperi artigianali, esplorando le modalità di preservazione e rilancio del patrimonio immateriale napoletano». L’Unesco ha messo Napoli e il suo Centro storico sotto la sua tutela.

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E da Palazzo Reale – nella Conferenza di novembre 2023 – lanciò la sfida a tutti i governi del mondo con il documento finale dal titolo emblematico: «Lo spirito di Napoli». Che racconta di come essere imbevuti di una cultura che ha una storia di 2500 anni e viverci dentro guardando però al futuro sia una manna piovuta dal cielo che va tutelata. «Lo spirito di Napoli» è l’invito ai Governi a introdurre la cultura quale bene comune universale. Queste le basi della terza edizione della «Maratona dell’ascolto Unesco» che punta a trovare strumenti per tutelare il centro storico dall’overturism e dalla gentrificazione. Per contrastare la perdita di identità dovuta alla fuga dei residenti. L’appuntamento con la “Maratona” è per il 17 all’Arciconfraternita dei Pellegrini.

Una giornata dell’ascolto per sensibilizzare «a tessere una trama di condivisione e progettazione collettiva, dove istituzioni, associazioni e cittadini diventano protagonisti del racconto urbano». Insomma, va bene il business ma se Napoli – come tutte le altre città d’arte e storiche – dovessero perdere la loro identità ci andrebbero a perdere tutti. Lunedì prossimo nella sostanza ci sarà un’altra tappa «nel percorso di ridefinizione del “Piano di Gestione” del sito Unesco avviato nel 2011». Il Comune guidato da Gaetano Manfredi sta affrontando queste tematiche a partire da Puc – Piano urbanistico comunale – in attesa di una norma nazionale che dia ai Municipi più poteri nel difendere i centri storici.

Nella sostanza stabilire che tipo e in che numero i locali possono insistere su un determinato territorio e come diluire gli affitti brevi. Due punti di rilievo strategico che vale la pena sottolineare ancora: l’assetto urbanistico e le misure di contenimento della crescita esponenziale delle attività ricettive – compatibilmente con la vigente normativa nazionale – specie quella in materia di commercio. Palazzo San Giacomo si muove in maniera autonoma ma sempre sub iudice perché basta un banalissimo ricorso al Tar per far rigettare provvedimenti sui quali si è lavorato per anni. A proposito – per esempio – della tutela della arti e commercio locali l’assessora al Turismo Teresa Armato ha immaginato un distretto nel cuore del Centro storico per le botteghe dei liutai e ha già messo in campo un provvedimento dal valore triennale per San Gregorio Armeno: la via dei pastori tutela di quel tipo di artigianato.

Napoli è la tra le mete turistiche più ricercate al mondo e nel 2025 – complice il compleanno di Partenope che compie 2500 anni, il Giubileo e un trend che va avanti da almeno 5 anni – sono previsti nuovi exploit così dai 14 milioni di visitatori del’anno scorso si arriverà almeno a 18 milioni. Considerando che in Campania ne arrivano mediamente 24 milioni Napoli è il motore dello sviluppo dell’economia legata al turismo di tutta la regione. A spiegarlo è sempre la Armato che alla Bit di Milano – Borsa internazionale del turismo – ha toccato con mano la voglia di Napoli, il padiglione del Comune è stato preso letteralmente d’assalto.

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Una vetrina importante la Bit a cui una città come Napoli, la terza più visitata d’Italia non poteva mancare: «Da città di passaggio – racconta la Armato – a destinazione di rilievo internazionale che ammalia, grazie per esempio alla bellezza artistica della metropolitana realizzata da grandi nomi della scena contemporanea. Lo stiamo facendo anche grazie al ruolo prezioso è svolto dalla Dmo, che ci permette di costruire azioni di promozioni concrete e diversificare l’offerta turistica, presentandosi anche all’estero». Il format “Vedi Napoli e poi torni” è stata una mossa vincente per valorizzare itinerari meno noti, aiutando a decongestionare il centro storico e a distribuire meglio i flussi turistici. «Da non sottovalutare, poi, l’importanza dei mercati esteri. Nel 2024 – fanno sapere dallo stand 11 della Bit quello del Comune di Napoli – la città ha registrato che i principali flussi provengono da Francia, Stati Uniti, Germania, Spagna e Regno Unito. E “Parclick.it”, il portale leader in Europa dei parcheggi, ha definito Napoli «la città italiana più cliccata dai viaggiatori della Penisola, con un incremento della domanda del 19% rispetto all’anno precedente, quarta e dietro soltanto a Parigi, Amsterdam e Londra».





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