Tachipirina e vigile attesa, depositata denuncia contro Ministero della Salute e Aifa per morti a causa di Linee Guida errate”

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E’ stata depositata presso i Carabinieri di Roma una denuncia indirizzata alla procura di Roma che accusa gli allora vertici del Ministero della Salute e di Aifa di avere provocato, attraverso l’emissione e la mancata modifica di Linee Guida errate, la morte di innumerevoli malati di Covid tra il 2020 e il 2021, tra cui i genitori di alcuni tra i denuncianti che si sono avvalsi anche della consulenza di un collegio di medici che ha redatto una relazione peritale su 10 casi clinici: il Ministero della Salute, in particolare, viene accusato di avere “omesso di comunicare alla popolazione italiana e ai medici di base dati e informazioni scientificamente validi che indicavano la necessità di cure tempestive del Covid sin dai primi sintomi per le persone sintomatiche appartenenti alle fasce della popolazione a rischio di morire per l’infezione ( uomini over 50-60, persone anziane , obese, con pluripatologie, ecc. ), con la consapevolezza che tali omissioni potessero provocare effetti pregiudizievoli per la salvaguardia della vita e della salute pubblica in generale”.

Nella denuncia si riporta la circostanza secondo cui Ministero e Aifa furono informati di tali dati emersi dalla Medicina dell’Evidenza che indicavano appunto la necessità vitale, per alcune categorie di malati di Covid, di cure tempestive, ma sottacerono questi dati e in più ostacolarono dette cure, che consistevano in una somministrazione combinata di antinfiammatori , antibiotici e anti aggreganti già comunemente usati da tempo a domicilio, perché le Autorità sanitarie sconsigliarono fortemente qualsiasi farmaco ai malati a casa nelle prime fasi della Covid 19 e raccomandarono nelle Linee Guida ai medici sul territorio di aspettare a distanza in vigile attesa l’evolversi degli eventi, cioè una guarigione spontanea o un aggravamento con crisi respiratorie che necessitavano il ricovero ospedaliero, dove però spesso le terapie praticate risultavano inefficaci perché tardive” .

Si fa notare nella querela depositata presso la stazione dei carabinieri San Lorenzo in Lucina, che il Ministero fu informato fin dall’aprile 2020, a più riprese, da fonti mediche e accademiche accreditate del fatto che la vigile attesa fosse sbagliata e dannosa per i malati di Covid e che nei mesi successivi arrivarono ulteriori conferme da pubblicazioni scientifiche, senza che però il Ministero revocasse o modificasse le Linee Guida, che non erano per i medici obbligatorie ma che vista la situazione contingente “ne condizionarono fortemente l’operato”, come evidenziato dalla documentazione allegata, “inducendo e/ o istigando i medici di base a venire meno ai loro doveri di soccorso e cura”, si legge ancora nella denuncia depositata lo scorso 27 dicembre, in cui si ritiene che i medici sul territorio abbiano dunque avuto una corresponsabilità nelle morti di malati che si sarebbero potuti salvare, perché applicarono pedissequamente Linee Guida inadeguate contravvenendo ai principi della buona pratica clinica, senza neppure visitare i pazienti e quindi in sostanza abbandonandoli al loro destino. Alla denuncia, di 65 pagine, sono allegati oltre alla relazione peritale di 74 pagine firmata tra gli altri dal cardiologo prof Alessandro Capucci, 20 servizi giornalistici televisivi andati in onda nel corso del 2020/21 alla trasmissione Fuori dal Coro, Mediaset , rete 4, oltre che materiale audio- video inedito tra cui una telefonata che coinvolge il viceministro Sileri.

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Secondo quanto viene sostenuto nella denuncia il Ministero della Salute e Aifa sostennero la validità di quelle Linee guida errate “anche quando fu ad essi evidente che fossero errate” tant’è che quando il TAR a inizio 2021 sospese la nota Aifa che raccomandava appunto la “vigile attesa” , su ricorso di alcuni medici, Ministero e Aifa fecero ricorso presso il Consiglio di Stato per ripristinare la nota , “forse per non ammettere l’errore, fatale, precedente”, si ipotizza nella denuncia, riuscendo Aifa e Ministero a vincere la causa e dunque a ottenere il ripristino del protocollo vigile attesa “perché – c’è’ scritto nella denuncia – Aifa e Ministero omisero di comunicare anche ai giudici amministrativi le evidenze emerse sulle modalità più efficaci per curare il Covid e portarono davanti al giudizio del Consiglio di Stato, a supporto delle linee guida contestate, una serie di studi scientifici che non furono valutati nel merito dal giudice amministrativo perché questo non era il suo compito, ma che se fossero stati valutati avrebbero mostrato quello che è’ evidente consultando le note bibliografiche allegate alle Linee Guida, cioè una serie di studi non inerenti il trattamento precoce della Covid, ovvero studi che non provavano affatto l’utilità della vigile attesa ne’ invalidavano le evidenze emerse a favore delle cure precoci”.

A firmare la denuncia i signori Viviana Molteni, di Como, Gianluca Occhipinti di Ragusa ed Manuela Zamboni, di Vimercate, figli di altrettanti genitori morti di Covid a causa – secondo la relazione peritale – di mancate cure tempestive e mancata assistenza medica a domicilio e la giornalista d’inchiesta Angela Camuso, la quale, avendo documentato nel corso dell’attività giornalistica svolta la realtà che si denuncia nello scritto ha firmato in qualità di testimone oculare di “fatti che costituiscono reati perseguibili d’ufficio”.

Nella denuncia si accusano nello specifico l’ex ministro Roberto Speranza, l’ex viceministro della Salute Pierpaolo Sileri e i vertici all’epoca di Aifa, ovvero il direttore Magrini e i due presidenti Mantoan prima e Palù’ dopo, nonché i funzionari del ministero della Salute che firmarono le circolari contestate. Viene messo sotto accusa anche il presidente della Regione Lombardia Attilio Fontana perché emanò una circolare in cui diceva ai medici di base che il corretto comportamento da seguire fosse visitare soltanto persone asintomatiche e non positive al Covid. Sotto accusa anche il presidente della Federazione Nazionale degli Ordini dei medici e degli odontoiatri, Filippo Anelli, per non avere richiamato i medici ai propri doveri. Denunciati dai parenti delle vittime, per non aver assistito e curato i propri cari, anche i medici di medicina generale Annamaria Cucuzzella, di Vittoria (RG) Paola De Martino di Cantù’ (C0) ed Emanuela Vanni di Vimercate (MB). Sotto accusa anche il medico Giovanni Ferraro fu Vittoria (RG) curante del denunciante Occhipinti: Occhipinti oltre che per la morte del padre ha firmato la denuncia anche per le lesioni subite in prima persona, in quanto finito in ospedale anch’egli secondo la relazione peritale per mancate cure precoci.

“I dieci casi analizzati nella relazione peritale non sono casi di malasanità sganciati fra loro – si sostiene nella denuncia – ma sono emblematici di una situazione generalizzata che si viveva in quel momento nel Paese , posto che la maggior parte dei medici di base italiani si attennero pedissequamente a quelle Linee Guida errate che ignorarono sistematicamente dati invece meritevoli di urgente verifica , approfondimento e attuazione da parte delle Autorità”, anche perché tali dati , si fa notare, evidenziavano tra l’altro che il sovraffollamento delle terapie intensive “fosse causato proprio dal fatto che tanti malati venivano lasciati senza cure nelle fasi lievi della malattia e così si riversavano nei pronto soccorso in condizioni spesso ormai irreversibili”.

Fonte Il Giornale d’Italia

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