Truffa a nome di Crosetto: Ai imita voce ministro Difesa per chiedere milioni di euro a imprenditori

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Il titolare della Difesa presenterà denuncia contro ignoti per sostituzione di persona e raggiro dopo la truffa in cui è stata usata la voce di Guido Crosetto. Nel frattempo sono attese nuove segnalazioni dopo quelle di imprenditori e professionisti raggirati

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Telefonare a nome del ministro della Difesa italiano Guido Crosetto, e del suo staff, chiedendo ingenti somme di denaro. È la truffa sui cui la Procura di Milano ha aperto una indagine la scorsa settimana dopo la segnalazione del ministro.

Un lungo elenco di nomi di imprenditori e professionisti ai quali nei giorni scorsi è arrivata una insolita chiamata, tra cui Giorgio Armani e Patrizio Bertelli, Ceo di Prada. A ognuno di loro è stato chiesto di versare una cifra attorno al milione di euro a un conto corrente con base Hong Kong. I soldi dovevano servire per pagare il riscatto necessario a liberare giornalisti italiani rapiti in Medio Oriente.

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Domenica Crosetto ha detto che presenterà un esposto-denuncia per sostituzione di persona e raggiro nei confronti degli ignoti truffatori.

Truffa a nome di Crosetto, la vicenda giudiziaria

L’assurda vicenda, così l’ha definita lo stesso ministro su X, “inizia martedì con la chiamata di un amico, grande imprenditore, che mi chiede perché la mia segreteria avesse chiamato la sua per avere il suo cellulare”. Crosetto gli dice che era assurdo e impossibile ma verifica per sicurezza e gli confermano che nessuno lo ha cercato.

“Archivio la cosa. Dopo un’ora mi dicono che c’è un noto imprenditore, che non conosco, che vorrebbe mettersi in contatto con me”, continua il capo della Difesa. Crosetto autorizza a dargli il suo cellulare: durante una telefonata gli racconta di essere stato chiamato da lui e poi da un Generale e di aver effettuato un bonifico di circa un milione di euro ad un conto su richiesta proprio del ministro e del sedicente generale.

È in quell’occasione che Crosetto dice alla persona dall’altra parte della cornetta di essere vittima di una truffa, vengono subito avvisati i carabinieri che vanno a casa dell’imprenditore e raccolgono la denuncia. L’indomani accade una cosa simile, il giorno dopo ancora altre due volte: due grandi imprenditori contattati a nome di Guido Crosetto con lo stesso identico schema.

Le persone truffate con la finta voce di Crosetto

Al momento sono in corso le verifiche su un elenco che inquirenti e investigatori hanno in mano con i nomi di tutti coloro che sarebbero stati chiamati per quella che i truffatori hanno cercato di spacciare come una “questione urgentissima” che riguarda “la sicurezza nazionale”.

Nella lista Marco Tronchetti Provera, Diego Della Valle, Giorgio Armani, Patrizio Bertelli, marito di Miuccia Prada e presidente del gruppo, le famiglie Caltagirone, e i Del Vecchio. Tra quelli che hanno già sporto denuncia la famiglie Aleotti, azionista del gruppo Menarini, i Gussalli-Beretta, proprietari della multinazionale produttrice di armi e l’ex presidente dell’Inter Massimo Moratti.

“Hanno contattato anche me”, ha rivelato a Repubblica Moratti. Preferirei non raccontare altro, vediamo come va avanti l’inchiesta. Al momento preferisco stare tranquillo. Ho fatto denuncia, certo”.

Moratti risulterebbe l’unica vittima ad aver eseguito due bonifici su un conto di Hong Kong per un totale di un milione di euro, secondo quanto riportato dal Corriere della Sera. Alla domanda se fosse corretto dire che Moratti abbia pagato l’ingente somma di denaro, l’imprenditore milanese ha risposto: “È corretto dire che ho fatto denuncia, aspettiamo e poi le saprò dire”.

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Le ipotesi degli inquirenti

Non ancora chiaro se la voce di Crosetto fosse un messaggio registrato o un filtro vocale creato con l’intelligenza artificiale che permetteva ai malfattori di modificare la sua voce in diretta.

Tra le ipotesi della truffa quella che il meccanismo sarebbe stato architettato sfruttando il recente caso dell’arresto Cecilia Sala in Iran, rilasciata a gennaio dopo 21 giorni di detenzione. I truffatori hanno preso di mira solamente industriali e professionisti con determinate caratteristiche e con alte facoltà economiche.

Gli inquirenti e gli investigatori stanno ora battendo proprio la pista del denaro per capire dove siano finiti i bonifici inviati ai criminali informatici.



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