Villaggio Olimpico a Milano, pronte le palazzine per gli atleti. Ma scoppia il caso dei 100 milioni di extra-costi. Come ripagarli?

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Il villaggio olimpico è quasi pronto a partire a poco meno di un anno dall’inaugurazione dei giochi olimpici Milano-Cortina 2026. Le sei palazzine che compongono la struttura del VilIaggio Olimpico sono state completate a livello edile e architettonico, mentre sono in corso i lavori per completare le aree esterne.

L’annuncio è stato dato dal Fondo immobiliare Coima Olympic Village e dal Fondo di investimento immobiliare Porta Romana (promosso e gestito da Coima in cui coinvestono Covivio, Prada Holding e Coima Esg City Impact Fund) in occasione della visita istituzionale del vicepremier e ministro delle Infrastrutture Matteo Salvini, a cui hanno partecipato, tra gli altri, anche il presidente di Regione Lombardia Attilio Fontana e Manfredi Catella, founder e ceo di Coima. 

Il nodo degli extra-costi e le modalità

Sul progetto pesa ancora però il nodo degli extra-costi, che ammontano a circa 40 milioni e per il quale, secondo gli stessi protagonisti, non è ancora stato definito il modo con cui verranno rimborsati. Una situazione simile a quella dell’altra opera olimpica di rilievo in costruzione a Milano: l’Arena, situata nell’area di Santa Giulia e in mano a Cts Eventim, su cui gravano invece 60 milioni di extra-costi, e che dovrebbe completata a ottobre con un ufficiale chiusura dei lavori entro dicembre di quest’anno (gli investimenti complessivi sul progetto sono lievitati nel corso del tempo passando da 180 a 300 milioni).

I conti tornano. La somma delle spese aggiuntive per i due progetti ammonta corrisponde infatti ai 100 milioni, chiesti dal sindaco di Milano Giuseppe Sala al governo. «Più o meno la cifra è quella», ha confermato il sindaco lunedì 10 febbraio, a margine di un appuntamento in città, sottolineando poi di «essere disponibili, anche con il presidente Fontana, a considerare di fare la nostra parte». Il nodo non sembra però essere il quanto, ma anche il come. «Oggi», ha detto Sala, «il problema, più che gli extra-costi che sono il tema iniziale, sono anche le modalità con cui il pubblico può intervenire su un’opera privata. Quindi, discutiamo del quanto ma anche molto della modalità, ci stiamo lavorando e speriamo di trovare una soluzione». Parole, quelle del primo cittadino di Milano, che riflettono anche la fiducia emersa la scorsa settimana dall’incontro sul tema svoltosi con il presidente del comitato olimpico Thomas Bach, l’amministratore delegato della Fondazione Milano Cortina Andrea Varnier e il governo, durante il quale Roma sembrerebbe aver già avanzato delle ipotesi per rispondere alle spese aggiuntive.

La conversione del villaggio in studentato

«Sono felicissimo che l’Italia ospiti le Olimpiadi invernali del 2026», ha detto Salvini. Il villaggio è uno di quei posti che renderà Milano più bella e più socialmente accessibile a fine Olimpiadi». Il villaggio sarà pronto entro luglio 2025 e sarà poi convertito in uno studentato da 1.700 posti letto.

La riconsegna al fondo avverrà da aprile 2026 e «la struttura potrà poi essere convertita per accogliere gli studenti già a partire da settembre 2026, in tempo per l’anno accademico 2026/27», ha aggiunto Catella. Il fondo ha già avviato interlocuzioni con gli atenei per siglare accordi e convenzioni finalizzati ad ospitare gli studenti delle principali università di Milano.

L’obiettivo è che gli atenei possano pubblicizzare i posti letto presso i propri studenti già a partire dal giugno 2025, in tempo per l’anno accademico successivo.

La timeline per il resto dello Scalo

La visita istituzionale è stata anche l’occasione per fare il punto sulla timeline per il resto dello Scalo di Porta Romana. «La previsione è di arrivare alla firma della convenzione relativa al piano aggiornato entro la fine dell’anno», ha spiegato Catella, a ben quattro anni e mezzo di distanza dalla presentazione del piano per l’area.

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Da quel momento potranno iniziare progressivamente i cantieri sul resto dell’area «a cominciare da quello dove sorgeranno 320 unità abitative in edilizia sociale o convenzionata, con i primi lavori che potranno partire nel primo trimestre 2026». Nel dettaglio, è stata firmata una convenzione con il Consorzio cooperative lavoratori che prevede 225 unità in edilizia convenzionata ordinaria e 95 in edilizia residenziale a canone sociale, che copriranno il fabbisogno di 2.500 persone. 

Per completare l’intero progetto «ci vorranno circa cinque anni dalla firma della convenzione». Confermata dallo stesso ministro Salvini, invece, l’impossibilità di realizzare la Foresta sospesa, come aveva rivelato questo giornale, per mancanza di fondi pubblici. «I costi sono diventati eccessivi, impossibile realizzarla completamente», ha aggiunto il ministro. La copertura dei binari rimarrà sotto il parco centrale e sotto la piazza sospesa vicino a Piazzale Lodi. (riproduzione riservata)



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