il manifesto (comunque andrà) di un fallimento

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Per la salvezza serve un miracolo. Niente potrebbe invece al momento ricostruire un ambiente spezzato e rassegnato

Le promesse si erano sprecate. Restare stabilmente in zona play-off, partecipare alle competizioni europee e una generale crescita del club e dei risultati sportivi. Da un punto di vista tecnico possiamo anche aggiungere la volontà di costruire una squadra più fisica. Tutte completamente disattese. Non solo, dalla conferenza stampa di insediamento del presidente Ron Rowan in cui tali promesse vennero pronunciate dallo stesso patron, la situazione è costantemente sprofondata.

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Al termine della 19ª giornata, Pistoia è crollata all’ultimo posto in solitaria con appena 4 vittorie a fronte di 15 sconfitte. Un bottino misero che alimenta l’incubo retrocessione, ogni settimana sempre più reale. Nonostante le avversarie in corsa non siano irresistibili e le 11 giornate ancora da affrontare, nell’ambiente si inizia a respirare un pesante senso di rassegnazione. Con una contestazione aperta da mesi, appare impossibile ricostruire con immediatezza un rapporto ormai spezzato a prescindere dall’esito della stagione. Che alla fine arrivi o meno una miracolosa salvezza, quanto seminato ha già condotto ad un fallimento.

GRADIMENTO AI MINIMI STORICI

L’indice di gradimento del presidente Ron Rowan ha subito una caduta fragorosa e repentina. Il primo abbraccio nel match contro Reggio Emilia è restato difatti il picco. I tifosi contenti del suo ritorno e del passaggio di consegne alla nuova proprietà, così come anche i più dubbiosi ma magari speranzosi, si sono – chi prima e chi dopo, ormai quasi tutti – ricreduti totalmente, fino a sentirsi anche presi in giro dai proclami iniziali. Prese in mano le redini della società con un sesto posto frutto di una stagione straordinaria per risultati ed entusiasmo creato, Ron Rowan è stato capace di spegnere l’euforia in brevissimo tempo.

Dall’addio di Nicola Brienza, sicuramente lecito – un presidente può avere il desiderio di cambiare guida tecnica – quanto incomprensibile visto il suo sostituto, fino ai numerosi tentativi di rattoppare senza successo le scelte tecniche estive. Fra tutte quella dell’approdo in biancorosso del figlio Maverick, dimostratosi inadeguato al livello del campionato italiano e nonostante tutto messo al centro del progetto come pedina insostituibile difatti con l’unica motivazione apparente di avere il padre presidente. A questo si è unita la frattura tra società e tifosi, la prima in particolare nelle figure dello stesso Rowan e quella del direttore generale Ettore Saracca. Entrambi contestatissimi durante e al termine delle due ultime pesanti sconfitte casalinghe.

FRATTURA INSANABILE?

Una frattura apparentemente ormai insanabile, tanto che – nonostante le speranze di salvezza ormai al lumicino – la classifica sembra ormai essere l’ultimo dei problemi. Un ambiente spezzato non può e non deve essere la base su cui ripartire, qualsiasi sia il campionato in cui Pistoia militerà nella prossima stagione. Un compito questo preso in mano da Dario Baldassarri, con il ds Marco Sambugaro presente in sala stampa a metterci la faccia in rappresentanza della società al termine del match perso con Scafati mentre il presidente Ron Rowan è restato nelle retrovie ancora una volta nonostante la stagione stia piano piano andando a rotoli.

Un percorso che al momento pare legato totalmente alla proprietà. I tifosi, su tutti la Baraonda Biancorossa, chiedono a gran voce la “liberazione del Pistoia Basket“. L’addio di Rowan e una nuova ripartenza potrebbero peraltro essere un’opzione da non scartare. Una Pistoia in A2 non avrebbe più lo stesso appeal attuale e dopo i tanti soldi investiti quest’anno – basti pensare ai 15 giocatori e i tre coach tesserati – per risultati finora pessimi, l’ipotesi di un addio dell’ex Olimpia non sarebbe certo improbabile.

NEL BUIO…

Un futuro oscuro all’orizzonte sul quale ragionare, innanzitutto da un punto di vista sportivo considerando come la permanenza in Serie A o meno potrebbe cambiare le carte in tavola. Pistoia è ultima in classifica da sola con la miseria di 8 punti raccolti in 19 partite. Con la vittoria contro Trapani, anche Cremona si è lasciata alle spalle i biancorossi salendo a quota 10. Gli stessi di Napoli, completamente rinnovata dall’estate e oggi con un roster di alto livello, della quale Pistoia sarà ospite nel prossimo scontro diretto. Scafati ha scavato un solco profondo con l’ultimo successo al PalaCarrara e l’unica su cui poter fare la corsa sembra ora essere una Varese in crisi di risultati — per la quale ha pagato con l’esonero coach Mandole – e, come la stessa Estra, immersa in un ambiente infuocato.

D’ora in poi, in ogni caso, non ci si potrà permettere di “scegliere” le vittorie. Ogni sfida è da non fallire per tenere accesa quella speranza “ultima a morire” di cui ha parlato anche coach Gasper Okorn. La lunga pausa tra la scorsa e la prossima gara potrebbe anche rivelare nuove sorprese. Considerando quanto visto in questi mesi, appaiono plausibili anche ulteriori interventi ad un roster anche per questo mai in grado di diventare un gruppo affiatato. I tanti movimenti non sono infatti fin qui serviti a riaccendere una stagione ora compromessa.

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…UNA LUCE BIANCOROSSA

Un’annata nella quale adesso, nel momento del bisogno, sta uscendo più che mai il contributo dei “senatori” italiani. Gianluca Della Rosa, Lorenzo Saccaggi e Gabriele Benetti, anima e cuore di questa Pistoia. Nonostante tutte le difficoltà, tre ragazzi che continuano a dare il massimo ogni volta che scendono sul parquet con questa casacca dimostrando un attaccamento unico e guadagnandosi con merito maggiore spazio. Anche contro Scafati, è arrivata la giusta risposta ai tanti ingiustificati detrattori. «Gli italiani valgono la categoria e di questo sono orgoglioso», ha ammesso il ds Sambugaro in conferenza. Una luce biancorossa in una stagione nera come la notte.





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