In Colombia Gustavo Petro vuole rifare il governo

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In Colombia il governo del presidente di sinistra Gustavo Petro è in crisi: lunedì Petro ha chiesto a tutti i componenti (ministri e sottosegretari) di dimettersi, e almeno cinque lo hanno fatto in modo irrevocabile, alcuni ancora prima della richiesta del presidente. I problemi sono in parte dovuti alla decisione di Petro di nominare come capo di gabinetto Armando Benedetti, un politico di lungo corso, liberale e molto controverso: è accusato di corruzione in vari processi e lo scorso luglio fu denunciato dalla moglie per violenza domestica (lei ha poi ritirato le accuse). Nei prossimi giorni Petro dovrebbe nominare i ministri del suo nuovo governo, che in teoria dovrebbe arrivare fino alle prossime elezioni, previste a maggio del 2026.

Petro è il primo presidente di sinistra della Colombia: fu eletto nel 2022 con un programma ambizioso di riforme, che finora non è riuscito ad attuare, se non in minima parte. Secondo i piani di Petro, la nomina di Benedetti dovrebbe servire a rilanciare la sua azione politica.

Benedetti è stato senatore fra il 2006 e il 2022, ha cambiato varie formazioni politiche e ha appoggiato presidenti di diversi orientamenti. In generale è un personaggio molto noto in Colombia per essere stato al centro di litigi e polemiche, con esternazioni spesso sopra le righe, nonché per essere stato coinvolto in alcuni scandali e indagini per corruzione. Ha anche contribuito all’ascesa politica e alla vittoria elettorale di Petro, che negli ultimi anni lo aveva già nominato ambasciatore in Venezuela e poi all’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’alimentazione e l’agricoltura (FAO), a Roma. Tra le altre cose a lui è attribuito il successo politico di Laura Sarabia, che lo scorso gennaio è stata nominata ministra degli Esteri nonostante non avesse alcuna esperienza nel campo.

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Gustavo Petro, a destra la vicepresidente Francia Marquez e altri membri del governo nel 2023 (EPA/Mauricio Duenas Castaneda)

La nomina di Benedetti ha causato malcontento nel governo. Il 4 febbraio Petro ha cercato di sistemare le cose convocando un Consiglio dei ministri che è andato in diretta televisiva, una cosa irrituale: nelle sei ore di riunione davanti alle telecamere Petro ha rimproverato tutti i ministri, uno a uno, accusandoli di non aver portato avanti il programma di governo, con toni molto duri e attacchi diretti. Ha detto che 146 delle 195 promesse del governo non sono state rispettate: «Mi vergogno: il presidente è rivoluzionario, il governo no».

Alcuni dei ministri hanno risposto. Tra gli altri la ministra dell’Ambiente Susana Muhamad, una delle più rispettate e popolari (e indicata come possibile candidata aklla presidenza di Colombia Humana, il partito di Petro, nel 2026) ha annunciato le sue dimissioni: «Come femminista e come donna, non posso sedermi al tavolo di questo gabinetto e di questo progetto progressista con Armando Benedetti».

Nel luglio del 2024 Benedetti fu denunciato per aggressione da Adelina Guerrero, sua moglie dal 2016: i due si erano separati per un periodo, ma poi quando sono tornati insieme Guerrero ha ritirato la denuncia (martedì scorso ha detto di non essere mai stata aggredita).

La ministra dell’Ambiente Susana Muhamad (AP Photo/Peter Dejong)

Le dimissioni della ministra Muhamad sono seguite a quelle del ministro della Cultura Juan David Correa e di un sottosegretario, e dopo di lei si sono dimessi la ministra del Lavoro Gloria Inés Ramírez, considerata molto vicina a Petro, e il ministro dell’Interno, il liberale Juan Fernando Cristo, che con un approccio più diplomatico ha detto di voler essere libero di «partecipare senza limitazioni al dibattito politico». Petro ha quindi chiesto di dimettersi a tutti i 19 membri del governo, una mossa non così inusuale nella politica colombiana: lo aveva già fatto nel 2023.

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Dopo il Consiglio dei ministri di martedì e le conseguenti polemiche, Petro è partito per un viaggio all’estero: l’11 e il 12 febbraio sarà a Dubai per il World Government Summit, poi andrà in Qatar. Secondo i media colombiani le prossime nomine dovrebbero coinvolgere persone più giovani rispetto ai ministri dimissionari e forse qualche “tecnico”, ossia persone non direttamente legate alla politica. Sarebbe un cambiamento notevole rispetto al suo primo governo, nel 2022, nel quale i ministri erano tutti politici e di età piuttosto avanzata. Alcuni esponenti della sinistra colombiana hanno espresso dubbi su questa svolta, temendo che nel governo vengano inserite persone meno coerenti con il progetto progressista e criticando i metodi di gestione e di comunicazione del presidente.

Armando Benedetti e la moglie Adelina Guerrero nel 2022 (Pedro Rances Mattey/dpa)

Petro non potrà ricandidarsi nel 2026, perché la costituzione colombiana non prevede il doppio mandato, ma resterà una figura centrale nella sinistra colombiana. Il principale obiettivo della sua presidenza è raggiungere la cosiddetta “pace totale” con tutti i gruppi armati ancora attivi in Colombia, un progetto che sembra però destinato a fallire.

Nei prossimi mesi il suo governo dovrà affrontare questioni complesse come la riforma della sanità, del lavoro e della giustizia, nonché progetti ambiziosi tra cui una ridistribuzione dei terreni agricoli. In Colombia la proprietà delle terre coltivabili è perlopiù concentrata in pochi latifondi: Petro ha promesso di ridistribuirle fra i contadini e ha stanziato molti fondi perché lo Stato potesse acquistarle, ma l’operazione al momento è bloccata.

– Leggi anche: Al confine tra Colombia e Venezuela sono tornati gli eserciti



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