Deutsche Regas, la società che gestisce il rigassificatore “Deutsche Ostsee” di Mukran, ha annullato il contratto di noleggio con il governo tedesco per la nave “Energos Power”, riducendo della metà la capacità del terminale
Acque agitate per i rigassificatori tedeschi. Una delle due navi del terminale di gas naturale liquefatto (GNL) “Deutsche Ostsee” di Mukran ha spento i motori. Come riporta il quotidiano Handelsblatt, Deutsche Regas, la società che gestisce l’infrastruttura, ha annullato il contratto di noleggio con il governo tedesco per la nave “Energos Power”, riducendo della metà la capacità del terminale. Il motivo, secondo l’azienda, è da ricercare nella “rovinosa politica dei prezzi” portata avanti dal governo di Berlino.
La decisione di Deutsche Regas non è arrivata a cuor leggero. Ingo Wagner, socio amministratore dell’azienda, ha espresso il suo rammarico, sottolineando come la politica tariffaria della Deutsche Energy Terminal GmbH (DET), società statale che gestisce quattro navi metaniere in diverse località del paese, abbia reso insostenibile il mantenimento della “Energos Power”.
IL RUOLO CRUCIALE DEL RIGASSIFICATORE DI MUKRAN
Questo colpo di scena segna una battuta d’arresto – peraltro nel pieno di una difficile campagna elettorale – per il governo tedesco, che solo due anni fa, in risposta alla crisi energetica del 2022, aveva acquistato la nave con un investimento strategico per garantire la sicurezza delle forniture. All’epoca, il contratto di noleggio stipulato con Deutsche Regas prevedeva un costo totale di 500 milioni di euro fino al 2032. Le navi come la “Energos Power” e la sua compagna ancora operativa, la “Neptune”, svolgono un ruolo cruciale nell’importazione di GNL in Germania. Il terminale di Mukran, situato in una posizione strategica nel Mar Baltico, è stato progettato per rafforzare la sicurezza energetica non solo della Germania, ma anche di altri paesi dell’Europa centrale e orientale. Governo e operatore hanno dovuto fare fronte a forti proteste da parte della popolazione dell’isola, che vive prevalentemente di turismo, e delle organizzazioni ambientaliste, preoccupate per la sorte delle tante aree naturalistiche della zona. Ma ora, con la chiusura della “Energos Power”, la sua capacità si è ridotta sensibilmente.
CONCORRENZA E TENSIONI SUL MERCATO DEL GAS
Dietro la rottura del contratto tra Deutsche Regas e il governo tedesco si cela un acceso dibattito sulla concorrenza nel settore energetico. Deutsche Regas accusa DET di praticare prezzi al di sotto di quelli stabiliti dall’Agenzia federale per le reti, minando la competitività degli operatori privati. Wagner ha parlato apertamente di una “distorsione illegale della concorrenza”, mentre il governo respinge le accuse, sostenendo che i prezzi praticati sono in linea con il mercato europeo.
Il dibattito non si limita ai confini tedeschi: come osserva l’Handelsblatt, la Commissione europea, già intervenuta in passato con un pacchetto di aiuti di quasi quattro miliardi di euro per sostenere la gestione delle quattro FSRU statali, dovrà ora valutare se questo supporto possa effettivamente alterare le dinamiche concorrenziali.
LA PALLA PASSA AL GOVERNO
Con la rescissione del contratto, la nave tornerà sotto il controllo del governo federale. La questione ora è capire se verrà affidata direttamente alla DET per continuare a operare o se sarà destinata ad altri progetti.
Nel frattempo, Deutsche Regas ha assicurato che rimarrà in stretto dialogo con il governo per trovare soluzioni rapide in caso di crisi di approvvigionamento. Il ministero dell’Economia, dal canto suo, ha dichiarato di essere pronto a prendere tutte le misure necessarie per tutelare gli interessi statali.
L’OPINIONE DEGLI ESPERTI
Tuttavia, alcuni esperti di diritto della concorrenza hanno espresso comprensione per le posizioni di Deutsche Regas. Jürgen Kühling, docente di Diritto della concorrenza e degli aiuti di Stato all’Università di Regensburg, ha sottolineato in un colloquio con l’Handelsblatt come il sostegno economico ricevuto dal DET possa creare un vantaggio sleale rispetto agli operatori privati che non beneficiano di aiuti analoghi. Per questo motivo, Kühling ritiene necessario che sia l’Agenzia federale per le reti che la Commissione europea valutino attentamente la situazione per prevenire eventuali distorsioni del mercato.
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