“Su Paragon serve una commissione d’inchiesta europea”. Casarini: operazione da regime. Cancellato: mi auguro che il Governo chiarisca

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“Adesso è necessaria una Commissione d’inchiesta del Parlamento Europeo sullo spionaggio in danno di giornalisti e attivisti”. Lo hanno annunciato poco fa i parlamentari europei di Pd, Movimento 5 Stelle, e Avs nel corso della conferenza stampa cui hanno preso parte Francesco Cancellato e Luca Casarini e introdotta dal deputato Sandro Ruotolo, che ha parlato subito di “fatto gravissimo” in relazione all’applicazione dello lo spyware Graphite di Paragon Solutions nei cellulari di 90 persone di 16 paesi europei. Ci sono dei punti fermi da cui partire in questa storia: il programma è stato acquistato dal Governo italiano e risulta ch e la società israleliana che lo fornisce abbia interrotto il contratto perché sono state, appunto, violate regole della policy che vietano di utilizzare il programma su giornalisti, attivisti e politici.
Cancellato e Casarini sono tra i sette italiani controllati con Graphite. Come si sa, inizialmente il Governo italiano aveva negato qualsiasi coinvolgimento nello spionaggio, nella conferenza stampa però Ruotolo, anche a nome degli altri deputati presenti, ha detto che “adesso vogliamo chiarmenti dal Governo che dovrà rispondere in Parlamento alle interrogazioni depositate su questa storia ed è sicuro che noi non molleremo. Come delegazione del Pd abbiamo deciso di portare a Strasburgo la voce delle vittime di questo spionaggio, perché ci troviamo davabti ad uno dei più forti attacchi allo stato di diritto in Europa, vogliamo conoscere la verità. La Meloni ha provato a dire che non c’entra nulla con questa storia, invece noi crediamo che c’entra tutto con questa storia”.  Il direttore di fanpage.it che è stato il primo degli “spiati” ad intervenire ha detto anzitutto che mai si sarebbe aspettato una tale incursione nella sua vita privata: “…è stato come rientrare a casa e trovare tutto sottosopra, mai mi sarei immaginato di trovarmi nella situazione di essere un direttore di giornale italiano, europeo, spiato da uno spyware considerato il più evoluto al mondo; sono entrati nel telefono senza che nessuno abbia fatto un click per farlo entrare e una volta dentro hanno potuto navigare liberamente in tutto il telefono;  ci sono tutta una serie di passaggi che come giornalista sto cercando di ricostruire, quindi vorrei non prestarmi e  neanche avallare speculazioni; Fanpage ha fatto importanti inchieste in questi mesi, in questi anni, che hanno avuto come oggetto l’attuale partito di Fratelli d’Italia… Bisogna attenersi ai fatti e i fatti ci dicono che, al netto di quello che so io, cioè che sono stato attaccato insieme ad altre persone e l’abbiamo saputo da Meta, cioè da chi ha subito insieme a noi quell’attacco, nel senso che Spyware è entrato in Meta, in Whatsapp, abbiamo saputo che l’Italia è uno dei 37 paesi che ha stipulato dei contratti con Paragon; sono fiducioso che il Governo intenda far piena luce rispetto a una vicenda che vede coinvolto, ripeto, un giornalista, un direttore di giornale italiano spiato, sia che questo spionaggio avvenga dall’interno, sia che questo spionaggio avvenga all’esterno e che avvenga addirittura da parte di un Paese straniero. Mi auguro che il Governo faccia di tutto perché per ora c’è stato solo un comunicato, tanto silenzio e addirittura un attacco dal responsabile organizzativo di Fratelli d’Italia”.

Nel corso della conferenza stampa sono state ricordate le parole di queste ore pronunciate dal vocepremier Matteo Salvini in merito alla vicenda, ossia “E’ un regolamento di conti nei Servizi”. Frase che secondo i partecipanti alla conferenza stampa andrebbe di sicuro spiegata meglio.
Durissimo l’intervento di Luca Casarini che ha riportato l’ìattenzione su due punti: il vulnus ai diritti civili e la chiara intenzione di accedere al teleofno di un attivista che si occupa di immigrazione. “Forse nel mio telefono ci sono cose che scottano e che riguardano i rapporti tra Italia e Libia, forse si tratta delle foto dei mezzi italiani che trasportano migranti attraverso il deserto o delle motovedete fornite dall’Italia che sparano e bastonano i migranti in mare. Me le avessero chieste le avrei consegnate io. Quando ci ha mandato l’avviso, Meta ci scrive, se siete attivisti e giornalisti rivolgetevi qui. Quindi cosa vuol dire? Che questo elemento dell’attivismo e del giornalismo d’inchiesta o del giornalismo scomodo, chiamatelo come volete, è già evidente in chi ha tutti i 90 target, perché sennò non lo scriveva dentro un messaggio a tutti. E questa è la prima grande questione per l’Europa. Dove stiamo andando? Noi sappiamo che queste cose avvengono, ma bisogna segnalarle quando avvengono, perché significa, se no, che questo elemento che puzza molto di regime, quando si spiano gli attivisti politici e i giornalisti, gli oppositori, quelli che danno fastidio, è il regime che lo fa. Sono i regimi che lo fanno questo tipo di operazioni. Questo il primo dato che noi portiamo a Strasburgo e alla Presidente del Parlamento europeo, chiediamo che ci sia un’attenzione su quello che sta accadendo in Europa, in Italia, in Ungheria e da altre parti. Cominciamo a farci attenzione”.
(Nella foto Francesco Cancellato)


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