Consulenti finanziari: patrimonio in gestione sfonda tetto dei 900 mld

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Un anno da incorniciare il 2024 per le reti di consulenza finanziaria italiane, considerando che il patrimonio dei risparmiatori seguiti dai consulenti degli intermediari associati si attesta a 909 miliardi di euro. Così emerge dagli ultimi dati resi noti da Assoreti che celebra questo traguardo nell’anno in cui spegne 40 candeline, “testimoniando la crescita  costante di un settore che, solo negli ultimi 25 anni, ha visto il patrimonio affidato dagli italiani aumentare di sei volte” come sostiene il presidente Massimo Doris.

È la dimostrazione della fiducia consolidata, della professionalità dei consulenti finanziari e della capacità degli intermediari associati di offrire soluzioni adeguate alle esigenze di investimento in un contesto di mercato in evoluzione”.

Reti di consulenza: asset affidati dai risparmiatori a +15,8%

Andando nel dettaglio dei dati snocciolati da Assoreti emerge che gli asset affidati dai risparmiatori aumentano così del 15,8% rispetto alla valorizzazione di fine 2023; la crescita è trainata sia dalla domanda di consulenza rivolta agli intermediari associati, con volumi di raccolta netta che contribuiscono all’incremento patrimoniale per 6,6 punti percentuali, sia dall’andamento positivo dei mercati finanziari, che concorrono all’aumento per 6,3pp (i restanti 2,9pp sono attribuibili alle modifiche intervenute sul perimetro di rilevazione).

La parte di portafoglio coperta dal servizio di consulenza con fee specifica (fee only/fee on top) ammonta a 132 miliardi e rappresentTutti gli articolia il 14,5% del patrimonio totale.

Risparmio gestito a 566 miliardi di euro

Andando nel dettaglio dei dati resi noti da Assoreti emerge come la componente finanziaria/assicurativa/previdenziale del portafoglio raggiunge 776 miliardi di euro, con una crescita complessiva del 16% a/a e un’incidenza dell’85,3% sul patrimonio totale. In particolare, la valorizzazione dei prodotti del risparmio gestito si attesta a 566 miliardi di euro (il 62,2% del patrimonio), per effetto di un incremento del 14,8% a/a che vede nell’andamento dei mercati finanziari la principale leva di crescita (8pp).

La valorizzazione dei fondi comuni, sottoscritti direttamente, raggiunge i 250 miliardi di euro, con un incremento pari al 17% a/a e un’incidenza complessiva sul portafoglio che sale al 27,5% per il maggiore peso dei fondi aperti esteri cosiddetti tradizionali. Le gestioni individuali salgono a 93 miliardi di euro (+16% a/a) e rappresentano il 10,3% del patrimonio complessivo, con la sostanziale equi ripartizione tra Gpf (47 miliardi) e Gpm (46,2 miliardi). Il comparto assicurativo/previdenziale, con 222,5 miliardi di euro ed una crescita dell’11,9% a/a, rappresenta il 24,5% del portafoglio totale. Il minore peso del comparto (-0,8pp a/a) si ritrova in particolare sulle polizze vita tradizionali (-0,4pp) e sulle unit linked (-0,3pp).

Il contributo complessivo delle Reti al patrimonio investito in Oicr aperti, attraverso la distribuzione diretta e indiretta di quote, è quindi pari a 467 miliardi di euro. L’incidenza sul patrimonio di sistema (1.271 miliardi di euro – dato provvisorio) si attesta, pertanto, al 36,7%; a fine 2023 era pari al 35,1%.

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Risparmio amministrato: titoli di Stato all’8,4%

Nell’ambito degli strumenti finanziari amministrati, i titoli di Stato, con 76,7 miliardi, vedono il proprio peso in portafoglio attestarsi all’8,4%, in crescita rispetto all’anno precedente (+0,7pp a/a) nonostante la contrazione riscontrata nel corso dell’ultimo trimestre del 2024. I titoli azionari, con una valorizzazione in crescita a 60,2 miliardi, si stabilizzano su un’incidenza del 6,6% mentre gli exchange traded product assumono più rilevanza rappresentando l’1,8% del patrimonio. Obbligazioni corporate e certificate rappresentano rispettivamente il 3,6% e l’1,4% del portafoglio complessivo dei clienti delle Reti.



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