Cristina Bonucchi, psicologa della Polizia di Stato: «I numeri sono in crescita, seppur lenta. Ci indicano un rischio progressivo per i più piccoli, sia in termini di adescamento che in relazione al cyberbullismo»
Utilizzare gli smartphone e i device in sicurezza, ma anche imparare a navigare senza rischi. La Rete è affascinante, permette di accedere a un mare di informazioni ed esperienze che spesso, senza le dovute competenze, possono trasformarsi in pericoli, soprattutto per i giovani. E proprio per superare questi pericoli, con senso critico e senza stress, è nato il concorso «NeoConnessi: crea la tua avventura digitale» che, in occasione della settimana dedicata al Safer Internet Day, la Giornata Mondiale per la Sicurezza in Rete, premia in Senato le 3 migliori classi della scuola primaria, tra le oltre 500 che hanno partecipato da tutta Italia.
Vivere la Rete in sicurezza
«NeoConnessi» è il progetto di educazione digitale di Wind Tre che, dal 2018, accompagna i più giovani, i docenti e le famiglie a vivere la Rete in sicurezza per coglierne tutte le opportunità. Al tempo stesso, aiuta i ragazzi e le loro famiglie a prendere confidenza con il linguaggio del web e alcune tematiche specifiche, come lo screentime e la dipendenza da cellulare, lo sharenting, il parental control, la sicurezza in Rete soprattutto in relazione ai pericoli legati alla condivisione di informazioni o foto, oltre al bullismo, cyberbullismo e netiquette.
Evitare contenuti non adatti
Come si possono proteggere i ragazzi e i bambini online? Lo abbiamo chiesto a Cristina Bonucchi, direttore tecnico superiore psicologo della Polizia di Stato. «Occorrono misure che si adeguino alla loro età. Per esempio, un tablet fornito di parental control con un limitatore di tempo, che naviga da un profilo impostato con l’età reale del bambino. Inoltre, i videogiochi scaricati sui telefoni dei genitori hanno impostazioni di privacy che richiedono pochi secondi per essere settate in modo da limitare la possibilità di contatti con sconosciuti», spiega l’esperta che invita ad attivare, per gli adolescenti, profili teen dedicati, privati e aperti con le età corrette in modo da inibire l’algoritmo di proporre contenuti non adatti all’età.
Dialogo aperto e non giudicante
È poi molto importante che i genitori siano disponibili a un dialogo aperto e non giudicante, attraverso cui «possono costruire con i loro bambini un’alleanza fatta di ascolto reciproco. Prendersi il tempo, inoltre, per spiegare ai figli l’importanza delle regole online, oppure della condivisione con i genitori di pin e password, ascoltando le loro risposte, è utile per far loro comprendere che si tratta di misure di protezione e non di limite o controllo».
Impostare regole chiare
Più i ragazzi crescono, maggiori sono i pericoli e anche la supervisione che il genitore può esercitare deve essere dosata e calibrata nel modo più corretto. Bisogna impostare regole chiare e mantenersi informati sulla vita dei giovani virtuale e reale. «È sconsigliabile dare giudizi sommari o sminuire la significatività delle interazioni online. Il sentirsi inascoltati peggiora la qualità del dialogo e, laddove ci fossero problemi, scoraggia i ragazzi nel chiedere aiuto alla famiglia. Gli adolescenti che temono reazioni, giudizi o che si vergognano, infatti, spesso rimangono in silenzio con potenziali rischi per il loro benessere psicologico».
Adescamento e cyberbullismo
Quali sono i principali pericoli? «I numeri sono in crescita, seppur lenta. Ci indicano un rischio progressivo per i più piccoli sia in termini di adescamento che in relazione al cyberbullismo, ma sappiamo che quel che arriva all’attenzione della Polizia Postale è in genere ciò che è più grave o persistente o violento. L’invito quindi che facciamo a ragazzi e genitori è quello di non attendere che le situazioni peggiorino, ma affidarsi alla Polizia Postale quando si teme o si ha il dubbio di essere vittime di reati online, con la consapevolezza di essere di fronte a operatori preparati, formati ed entusiasti del mondo di Internet, come i ragazzi».
Corsi di formazione e approfondimenti
Progetti come «Neoconnessi», che vanta la collaborazione con la Polizia di Stato, la Società Italiana di Pediatria e il Consiglio Nazionale Ordine Psicologi, sono risorse preziose per le famiglie e per gli insegnati, che possono accedere gratuitamente online sul sito a corsi di formazione, approfondimenti oltre che a spunti di riflessione e consigli per accompagnare i più giovani alla scoperta del mondo digitale in maniera sicura ed equilibrata.
Due milioni di studenti coinvolti
«In un’era sempre più digitalizzata è necessario accompagnare i più giovani, ma anche i docenti e le famiglie, incoraggiando un uso consapevole della tecnologia con strumenti e risposte concrete per i bambini, i loro genitori e le scuole. Con questa missione, il programma “NeoConnessi” in soli 7 anni ha raggiunto oltre un milione e mezzo di alunne e alunni delle classi quarte e quinte elementari e, con l’ampliamento del progetto alle medie a partire dallo scorso autunno, arriverà a toccare nel 2025 quasi la metà delle scuole del nostro Paese, con 2 milioni di studenti coinvolti – racconta Tommaso Vitali, direttore marketing B2C Marketing and New Business, Digital Responsibility Ambassador di Wind Tre -. NeoConnessi è un modello di successo che conferma come l’educazione agli strumenti digitali debba partire dai banchi di scuola, quando i bambini iniziano a familiarizzare con la tecnologia».
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