Fine vita, gelo nella Lega: il nuovo regolamento sarà una «circolare»

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Martina Zambon

Zaia promette iter e tempi certi per il suicidio assistito: dopo lo stop di FdI e FI, imbarazzi e silenzi nel Carroccio

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Fine vita, nel giorno in cui la Toscana approva la legge di iniziativa popolare promossa dal comitato Liberi Subito che in Veneto non è passata un anno fa, sale la tensione politica. Anche all’interno della Lega che, proprio sul voto del gennaio 2024, si era spaccata a metà nonostante il pesante endorsement di Luca Zaia in persona. 

A suo tempo il presidente della Regione si era intestato questa battaglia progressista, perdendo, ma nei giorni scorsi ha rilanciato, spiazzando soprattutto i suoi, con l’annuncio di un «regolamento pronto entro fine legislatura» che stabilirà tempi certi e omogenei in tutte le Usl regionali per formalizzare una risposta ai malati terminali che facciano richiesta di suicidio medicalmente assistito.




















































Dopo i secchi commenti a caldo dei capigruppo di Fratelli d’Italia e Forza Italia, Lucas Pavanetto ed Elisa Venturini, anche nella Lega il fronte torna a sbriciolarsi fra parziali marce indietro e un palpabile imbarazzo. Su tutti risuona il commento di Giuseppe Pan, capogruppo della Lega in consiglio regionale: «Io ero e resto contrario, in consiglio abbiamo votato, la giunta si assumerà le proprie responsabilità». Lapidario e tutt’altro che conciliante a differenza del collega a capo dell’intergruppo Lega-Lista Zaia, Alberto Villanova che, invece, è da sempre a favore.

Il tema è estremamente delicato. E la scelta di Zaia di riaccendere la miccia in una fase di estrema tensione in seno al centrodestra per le imminenti Regionali, non è stato accolto da tutti con favore. Anzi. Tanto più che comincia a definirsi il vettore su cui incardinare il «regolamento» annunciato dal presidente. Pare si tratterà di una circolare a firma del dottor Massimo Annicchiarico, dg della Sanità regionale, ai colleghi delle Usl. Insomma, un atto squisitamente tecnico che non passerà certo dal consiglio regionale ma neppure dalla giunta. Tanto che, interpellato, il segretario regionale della Liga, Alberto Stefani, si limita a dire: «Non conosco la circolare, io sono un segretario politico e commento atti politici non circolari amministrative emanate da tecnici». 

Il gelo intorno alla fuga in avanti di Zaia è palpabile. Certo, chi votò a favore in Aula fa quadrato e le opposizioni non possono non accogliere positivamente la scelta di chiudere la legislatura «disciplinando» i tempi di risposta ai malati che chiedono di porre fine alla loro vita. E c’è chi, come Roberto Bet, votò contro in nome della necessità di una norma di rango nazionale e che ora dice: «Nulla in contrario a una disciplina applicativa».

Diverso il discorso fra i leghisti che hanno votato «no» e confermano le proprie posizioni. In molti preferiscono non commentare o prendere tempo come il clodiense Marco Dolfin: «Non ci sono ancora stati comunicati i contenuti di questa circolare, avremo modo di vedere dove si andrà a parare. Magari qualcosa sarà da rivedere, ma vedremo».

Si naviga un po’ a vista perché mettersi contro Zaia non è scelta agevole ma innegabilmente trapela un certo malumore. Zaia, da parte sua, sembra intenzionato a tirar dritto su un tema che lo vede convintamente a favore. Anche senza imboccare la via intrapresa, ad esempio, dall’Emilia-Romagna un anno fa con una delibera di giunta che fissa in 20 giorni (la legge toscana ha alzato a 30 il limite) la finestra per dare risposta alle richieste di suicidio medicalmente assistito. 

«È una strada inconsueta – commenta Diego Silvestri dell’associazione Coscioni – ma ben venga se aiuterà i pazienti». Dagli alleati della Lega, intanto, proseguono le bordate con la veronese Maddalena Morgante, responsabile del dipartimento Famiglia e valori non negoziabili di FdI, che dice: «Fa specie che in Veneto ci sia ancora la volontà da parte di Zaia di trovare una forma di regolamentazione nonostante il tentativo sia già stato bloccato con il voto in aula».

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