Fine vita, Toscana prima in Italia ad avere una legge  

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Il Consiglio regionale ha approvato (27 voti a favore, 13 contrari, nessun astenuto) la norma sul fine vita che attua, dopo la raccolta di 10.000 firme promossa dall’associazione Luca Coscioni e le profonde rivisitazioni del dispositivo stabilite dalla maggioranza, la sentenza della Corte Costituzionale del 2019. Quindi la Toscana è la prima Regione ad avere una legge di iniziativa popolare sul suicidio medicalmente assistito.

La legge, nello stabilire tempi di risposta certi a tutela di chi vuole avvalersi del fine vita, fissa in 20 giorni (entro cui il Comitato per l’etica nella clinica ha sette giorni per esprime il proprio parere) il tempo utile massimo per stabilire se ci siano o meno i requisiti per l’accesso al suicidio assistito. E qui i requisiti li fissa la sentenza della Consulta.

Ovvero, “una persona tenuta in vita da trattamenti di sostegno vitale e affetta da una patologia irreversibile, fonte di sofferenze fisiche o psicologiche che ella reputa intollerabili, ma pienamente capace di prendere decisioni libere e consapevoli, sempre che tali condizioni e le modalità di esecuzione siano state verificate da una struttura pubblica del servizio sanitario nazionale, previo parere del comitato etico territorialmente competente”.

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Ad esito positivo, entro altri 10 giorni verranno definite le modalità con cui si concretizzerà il suicidio assistito, come la scelta del farmaco. In questo caso sono previste due ipotesi alternative: la richiesta alla commissione di approvare un protocollo attuativo redatto dal medico di fiducia della persona interessata; o la richiesta affinché il protocollo attuativo sia definito direttamente dalla commissione, d’accordo con la persona interessata. Passati questi 30 giorni complessivi (e massimi) la norma garantisce, entro sette giorni e con il supporto del sistema sanitario regionale, la procedura.

Soddisfazione dall’Associazione Luca Coscioni

“È una legge di civiltà perché impedisce il ripetersi di casi – da ultimo quello di Gloria, proprio in Toscana – di persone che hanno dovuto attendere una risposta per mesi, o addirittura per anni, in una condizione di sofferenza insopportabile e irreversibile” – dichiara Filomena Gallo, avvocata e segretaria dell’Associazione Luca Coscioni. 

“Le regole approvate in Toscana consentono la piena attuazione della sentenza della Corte costituzionale “Cappato – Antoniani”, che ha legalizzato in Italia il cosiddetto “aiuto al suicidio” a determinate condizioni. Il voto del Consiglio regionale è stato dunque possibile grazie all’azione di disobbedienza civile di Marco Cappato, oltre che alla firma di 10.700 cittadine e cittadini della Toscana che hanno attivato lo strumento della legge di iniziativa popolare”.

“Il nostro obiettivo è ora quello dell’approvazione della legge “Liberi Subito” in tutte le Regioni italiane, dove il “suicidio assistito” è comunque già legale (in forza delle sentenze della Consulta), ma senza che ci siano garanzie su tempi e sulle procedure per le persone malate e i medici. Stiamo raccogliendo sul sito le disponibilità di chi vuole partecipare a questa iniziativa”. 

Giani: “Forte messaggio di civiltà”

“Oggi dalla Toscana arriva un forte messaggio di civiltà” – ha detto il presidente Eugenio Giani. “Colmiamo una lacuna e compiamo per primi un salto in avanti rispetto ad altre Regioni e allo stesso Parlamento che era stato chiamato dalla sentenza della Corte costituzionale a pronunciarsi”. 

Ceccarelli (Pd): “ Abbiamo scelto di non voltarci da un’altra parte”

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Il capogruppo del Pd Vincenzo Ceccarelli: “La Toscana ha una storia di grande civiltà, quando si parla di diritti, anche se questa legge, come abbiamo spiegato più volte, non interviene sui diritti, ma solo sulle modalità organizzative che consentiranno al servizio sanitario di svolgere il proprio ruolo nel dare attuazione ad una sentenza della Corte Costituzionale, un secondo dopo che una persona, capace di intendere e di volere, ha deciso di ritenere insopportabile il dolore di vivere, così come la legge nazionale gli consente già oggi”.

“La legge che approviamo – prosegue Ceccarelli – nasce da una iniziativa popolare, emendata grazie al grande lavoro fatto in commissione, per renderla del tutto rispettosa della Costituzione. Del resto già il Veneto aveva ritenuto che la potestà legislativa regionale era legittima, anche se la legge poi non era stata approvata. Noi abbiamo scelto di non voltarci dall’altra parte di fronte al dolore delle persone e non c’è alcuna pretesa autonomia che la Toscana pretende di avere, bensì il semplice esercizio della potestà legislativa concorrente che tutte le regioni hanno”.  

Irene Galletti (Movimento 5 Stelle)

“Questa legge non è una minaccia alla vita, ma un’assunzione di responsabilità da parte delle istituzioni nei confronti di chi chiede una risposta chiara e certa per vedere rispettata la propria dignità. Si tratta di un passo in linea con quanto stabilito dalla Corte Costituzionale, che nelle sentenze 242/2019 e 135/2024 ha riconosciuto il diritto all’autodeterminazione nel fine vita” – chiarisce Irene Galletti, presidente del gruppo Movimento 5 Stelle. 

Pro Vita Famiglia: “Legge omicida, Governo ricorra alla Consulta”

“La legge sul suicidio medicalmente assistito approvata oggi dal Consiglio Regionale della Toscana, oltre che barbara e disumana, perché spingerà alla ‘morte di Stato’ migliaia di malati, fragili, anziani, persone sole ed emarginate che si sentiranno un “peso” per i familiari e la società, è anche palesemente incostituzionale, perché pretende si legiferare su una materia che potrebbe essere affrontata solo dal legislatore nazionale. Chiediamo al Governo di impugnare immediatamente la legge toscana con un ricorso in Corte Costituzionale per conflitto di attribuzione tra poteri dello Stato, sulla base delle motivazioni già esposte dall’Avvocatura dello Stato quando si è espressa contro le iniziative regionali.” – così Antonio Brandi, presidente di Pro Vita & Famiglia onlus. 

Fratelli d’Italia: “Legge presenta profili di incostituzionalità”

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“Come Fratelli d’Italia abbiamo votato contro alla legge sul fine vita della Regione Toscana e nel corso del dibattito abbiamo ampiamente dimostrato che questa materia non è di competenza legislativa delle Regioni. a legge fa venir meno il principio di uguaglianza tra i cittadini e non è chiaro a chi potrà applicarsi. Per ribadire il nostro dissenso riguardo l’incompetenza della Regione sul tema, non abbiamo partecipato al voto sugli emendamenti perché avrebbe legittimato un percorso istituzionale che non condividiamo. C’è poi da dire che si è voluto trasformare una vicenda procedurale, attuativa della sentenza della Corte costituzionale 242 del 2019, in una questione politica; ignorando perfino una circolare del Ministero della salute che sin dal 2022 aveva chiesto alle Regioni di provvedere tramite il SSN. È assurdo che proprio con la legge toscana ciò che concerne il ‘fine vita’ rientrerà nei servizi extra LEA, mentre la circolare del Ministero dice l’esatto opposto” lo afferma il gruppo di Fratelli d’Italia nel Consiglio regionale toscano. 

Nel video Filomena Gallo, avvocata e segretaria dell’Associazione Luca Coscioni 



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