TRENTO. La giunta provinciale spinge, il Cal (Consiglio delle autonomie locali) dice no: non passa all’esame del Cal il disegno di legge “Disciplina degli impianti a fune e delle piste da sci”: parere contrario, con invito a lavorare ad un testo che metta al centro della pianificazione gli enti locali.
Il Consiglio delle autonomie locali infatti ha preso oggi in esame la proposta di delibera della Giunta provinciale relativa all’approvazione del Disegno di legge: “Disciplina degli impianti a fune e delle piste da sci e modificazioni di disposizioni connesse, nonchè modificazioni della Legge provinciale 15 marzo 1993, n. 8 (legge provinciale sui rifugi e sui sentieri alpini 1993)”.
La Legge, ha sottolineato in apertura dei lavori il Presidente del Cal, Paride Gianmoena, disciplina la realizzazione e l’esercizio degli impianti a fune e delle piste da sci, ma, per varie ragioni, trova la contrarietà del Cal. I motivi sono illustrati in un documento che è stato approvato dal Consiglio. Al suo fianco il vice presidente del Cal e Assessore competente in materia, Michele Cereghini.
La normativa del settore, interviene a coordinare la normativa provinciale con le disposizioni statali in materia di sicurezza sulle piste da sci, ma interessa anche la qualificazione giuridica dei provvedimenti che abilitano alla realizzazione di piste ed impianti da sci, transitando dal modello della concessione di servizio pubblico a quello dell’autorizzazione di un’attività rimessa all’iniziativa privata regolamentata.
Adeguamenti che si presentano, secondo le Autonomie locali, come un mero aggiornamento tecnico del sistema esistente, mentre risulterebbe invece necessario condividere con i territori una autentica riforma complessiva, a quasi quarant’anni dalla definizione del quadro normativo vigente. Riforma che dovrebbe essere improntata ad un deciso rafforzamento degli strumenti di programmazione e di governo del settore, attribuendo in modo particolare maggiore centralità al ruolo degli enti locali.
Nella discussione, il sindaco di Mezzana e Assessore del Cal, Giacomo Redolfi, è intervenuto evidenziando che l’intera materia necessita di una serie di valutazioni politiche e non solo tecniche. Il contesto socio-economico, ha detto, merita una serie di considerazioni, visto che il territorio presenta una plurima identità di soggetti, attori dello sviluppo di ampi territori. Ha poi sottolineato come il sistema impiantistico infrastrutturale nel passato ha consentito di dare reddito e futuro a molti territori. Ma, per Redolfi, questa realtà adesso ha raggiunto la sua maturità e il futuro non può essere legato a esclusive iniziative private. C’è quindi la necessità, ha aggiunto, che questo sistema venga riportato nelle competenze istituzionali del territorio.
In sintesi Redolfi l’ha definita una Legge che non interpreta le attuali esigenze di un territorio che deve guardare al futuro, in una sinergia di intenti che tenga conto delle realtà territoriali. Redolfi ha fatto l’esempio di realtà confinanti come Ponte di Legno che, a differenza del Trentino, inquadrano il sistema impianti in un contesto allargato di pianificazione che tiene conto delle istituzioni locali. I Comuni, per Redolfi, devono avere titolo per intervenire nel merito dei controlli e sul programma di attività. Solo in questo modo si potranno evitare conflittualità.
Il Sindaco di Campitello di Fassa, Ivo Bernard, è intervenuto sottolineando come i tempi siano cambiati, e che serva riportare una centralità dei Comuni e delle Comunità, riprendendo in mano l’intera normativa.
Il Procurador Giuseppe Detomas nel suo intervento ha auspicato il fatto che Comuni e Comunità siano maggiormente protagoniste della gestione del territorio anche in questo campo, evitando però un atteggiamento dirigistico e un’ingerenza troppo pesante del pubblico in attività che sono strategiche nello sviluppo economico. La materia, ha detto, ha bisogno chiarezza, con disciplinari attenti e costruiti in maniera adeguata. Sulla Legge in discussione, pur trovando anche aspetti tecnici condivisibili, non ha nascosto la sua difficoltà, in una materia così complessa a esprimere un voto positivo o negativo.
È intervenuto anche il Sindaco di Andalo, Alberto Perli, che ha portato all’attenzione la necessità di maggiori approfondimenti in relazione anche alla realizzazione dei Bike park, che richiedono collegamenti con altre destinazioni non necessariamente in aree sciabili. E di conseguenza servono riporti normativi adeguati. Situazioni che devono trovare soluzioni adeguate.
Il Consiglio delle autonomie locali ha espresso, quindi, la sua contrarietà rispetto al testo depositato, manifestando tuttavia la piena disponibilità a confrontarsi, in tempi brevi, con la Giunta provinciale per la definizione di un intervento normativo conforme alle aspettative rappresentate.
Il Disegno di Legge
L’obiettivo del Disegno di legge è una riforma complessiva della disciplina vigente in materia, superando l’attuale sistema previsto per gli impianti a fune, basato sul rilascio di concessioni, in favore di un sistema basato sull’autorizzazione. Il tutto a seguito alla sentenza della Corte Costituzionale n. 103 del 2020 sul presupposto che l’esercizio di impianti a fune turistico-ricreativi costituisce attività economica privata. Viene, di conseguenza, introdotta un’autorizzazione unica per la realizzazione di impianti a fune e delle relative opere accessorie con la possibilità per il richiedente di ottenere anche il permesso di costruire, superando la commissione di coordinamento e l’attuale “doppio regime”.
Viene introdotta anche una disciplina per gli impianti a fune in servizio privato. Essa prevede un’autorizzazione da parte del Comune, con le attività istruttorie e di autorizzazione che vengono svolte avvalendosi di liberi professionisti e tecnici di comprovata esperienza. L’autorizzazione viene rilasciata previa acquisizione dei provvedimenti e degli atti di assenso previsti dalle normative di settore.
Anche per le piste da sci e le opere correlate si prevede un’autorizzazione unica provinciale con la previsione per quanto riguarda gli aspetti gestionali delle aree sciabili di un massiccio rinvio alle disposizioni recate a livello statale dal lgs. n. 40 del 2021. Per quanto riguarda le autorizzazioni per la realizzazione di rifugi alpini e bivacchi sono rilasciate dalla struttura provinciale competente in materia di turismo, previa acquisizione dei pareri delle strutture provinciali competenti in materia geologica, in materia di foreste, in materia di fauna, in materia di bacini montani, in materia di prevenzione dal rischio valanghivo e in materia di utilizzazione delle acque pubbliche.
***** l’articolo pubblicato è ritenuto affidabile e di qualità*****
Visita il sito e gli articoli pubblicati cliccando sul seguente link