L’uomo che denuncia la complicità italiana con il torturatore libico – Brescia Anticapitalista

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A Roma un incontro con Lam Magok Biel Ruei che ha denunciato le complicità di Meloni, Nordio e Piantedosi con il torturatore Almasri [Checchino Antonini]

Lam Magok Biel Ruei, 32 anni, viene dal Sud Sudan, è arrivato in Italia nel 2022 con un volo Unhcr da Tripoli. Lam Magok Biel Ruei è vittima e testimone delle torture del “generale” libico Osama Almasri, ha raccontato quello che ha subito e visto nelle varie prigioni libiche in cui è stato rinchiuso alla Corte Penale Internazionale, l’ultima volta che è stato sentito da un investigatore della Cpi era l’autunno del 2023. Il 3 febbraio proprio lui ha presentato alla Procura di Roma una denuncia per “favoreggiamento” per “le condotte di Nordio, Piantedosi e Meloni che – a suo dire – hanno sottratto il torturatore libico alla giustizia”. Lam Magok Biel Ruei, dunque, è anche vittima della condotta illegale del governo italiano che ha protetto e rispedito in Libia, con un aereo di stato, il capo della polizia giudiziaria di quel paese, torturatore e trafficante di esseri umani inseguito da un mandato di cattura della Cpi. Ragion di Stato, è stato ripetuto dai ministri e da chi è “istituzionalmente” sul libro paga di governi di tal guisa, a partire dall’immarcescibile Vespa.

«Faccio questo – dice Lam – nella convinzione che l’Italia si possa ancora definire uno Stato di diritto, dove la legge è uguale per tutti, senza subire sospensioni o eccezioni, e dove le persone definite pericolose a causa dei crimini commessi vengano consegnate alla giustizia e non ricondotte comodamente nel luogo dove hanno commesso e continueranno a commettere atrocità».

Lam Magok Biel Ruei sarà protagonista, venerdì 14 febbraio, di un 𝗜𝗻𝗰𝗼𝗻𝘁𝗿𝗼 𝗰𝗼𝗻 𝗶 𝘁𝗲𝘀𝘁𝗶𝗺𝗼𝗻𝗶 𝗱𝗲𝗹𝗹𝗲 𝘁𝗼𝗿𝘁𝘂𝗿𝗲 – 𝗰𝗼𝗻𝘁𝗿𝗼 𝗼𝗴𝗻𝗶 𝗮𝗰𝗰𝗼𝗿𝗱𝗼 𝗰𝗼𝗻 𝗶 𝘁𝗼𝗿𝘁𝘂𝗿𝗮𝘁𝗼𝗿𝗶 𝗹𝗶𝗯𝗶𝗰𝗶 𝗱𝗲𝗶 𝗺𝗶𝗴𝗿𝗮𝗻𝘁𝗶”, in programma al Circolo di San Lorenzo, promosso da Sinistra Anticapitalista Roma, con Baobab Experience.

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«Il Governo italiano mi ha reso vittima per una seconda volta di queste atrocità di cui sono testimone», ha spiegato Lam Magok Biel Ruei. Lam Magok, che è stato vittima delle torture dell’uomo che era a capo del direttore del famigerato penitenziario di Mittiga in cui i prigionieri sono impiegati come schiavi nella costruzione di edifici, ha messo a disposizione dei magistrati un atto di nove pagine con una serie di allegati in cui, raccontando della sua vicenda, accusa il Presidente del Consiglio e i capi dei dicasteri di Giustizia e Viminale di “favoreggiamento”.  Il governo, così si legge, ha «vanificato la possibilità di ottenere giustizia sia per tutte le persone, come me, sopravvissute alle sue violenze, sia per coloro che ha ucciso sia per coloro che continueranno a subire torture e abusi per sua mano o sotto il suo comando». Nella denuncia, che finirà all’attenzione del Procuratore Francesco Lo Voi, l’avvocato Francesco Romeo parla di “inerzia di Nordio” che «avrebbe potuto e dovuto chiedere la custodia cautelare del criminale ricercato dalla Corte penale internazionale». Una mancata iniziativa, è il ragionamento del legale, che assieme al «decreto di espulsione firmato dal ministro dell’Interno, con l’immediata predisposizione del volo di Stato per ricondurre il ricercato in Libia, hanno consentito ad Almasri di sottrarsi all’arresto e di ritornare impunemente nel suo Paese di origine, impedendo così la celebrazione del processo a suo carico».

Per il legale di Lam Magok, attualmente ospite di una struttura di Baobab Experience, «esiste un comunicato ufficiale della Corte penale internazionale del 22 gennaio scorso che dimostra che le autorità italiane erano state non solo opportunamente informate dell’operatività del mandato di arresto, ma anche coinvolte in una precedente attività di consultazione preventiva e coordinamento volta proprio a garantire l’adeguata ricezione della richiesta della Corte e la sua attuazione. In quello stesso comunicato si riporta che le autorità italiane hanno chiesto espressamente alla Corte penale di non commentare pubblicamente l’arresto di Almasri, dimostrando, quindi, di esserne a conoscenza».

Ancora Lam Magok: «Il silenzio del ministro Nordio è stato chiaramente funzionale alla liberazione di Almasri”». aggiunge Lam Magok che attende ora la decisione del capo dei pm di piazzale Clodio. Lo Voi, infatti, dovrà valutare l’incartamento e ha davanti a sé due opzioni: o avviare un nuovo procedimento oppure, alla luce del fatto che i profili penali sono gli stessi, inviare la denuncia al tribunale dei Ministri che già indaga. Questa è l’ipotesi che formula lo staff legale di Baobab Experience. Da parte sua Francesco Romeo ricorda le contraddizioni nelle versioni di Piantedosi e Nordio fornite in Aula. Se per il secondo il mandato d’arresto sarebbe stato nullo, per il ministro di polizia la liberazione del torturatore sarebbe stata necessaria per la sua pericolosità sociale richiamando una norma che dovrebbe valere solo per chi ha contatti in Italia con formazioni terroristiche. Il governo, in realtà, sapeva tutto dal 19 gennaio come rivela un comunicato della Cpi datato 22 gennaio e non ha alcun potere discrezionale sulle decisioni della corte penale internazionale. La legalità è un concetto molto elastico per governi che hanno inventato concetti come quello dell’internazionalizzazione delle frontiere e che sono ormai avvezzi a patti oscuri con personaggio come Almasri.

L’esperienza di Lam Magok, dunque, sarà al centro del dibattito promosso da Sinistra Anticapitalista Roma il 14 febbraio: «Una scelta di parte la nostra, a fianco di chi ha subito e assistito alle torture, alle violenze e ai soprusi, da parte del torturatore Osama Almasri in Libia – spiega Cristina Tuteri, del Cpn dell’organizzazione – la vita, la dignità delle persone nulla valgono per il governo Meloni davanti agli interessi economici dell’Eni e di fronte alla necessità di rivendicare la capacità di fermare brutalmente con la violenza, con le torture e con la morte chi liberamente vuole migrare. Non abbiamo dubbi, ogni torturatore va arrestato, non ci interessano vergognose giustificazioni giuridiche, siamo per la giustizia sociale».

Dal canto suo Baobab Experience, significativa esperienza di attivismo molto radicata in città, supporta e ringrazia Lam «per il coraggio che stai dimostrando e che sta dando forza e speranza a tantissime persone: alle vittime passate e presenti di Almasri ma anche alle cittadine e ai cittadini italiani che credono e hanno sempre creduto nella giustizia e nello Stato di diritto. Grazie per aver accettato di parlare pubblicamente a nome di tante e tanti altr*, di aver affrontato un’esposizione mediatica che non hai mai cercato con compostezza e pacatezza e con la tua consueta nobiltà d’animo, per far sì che la tua voce fosse la voce corale dei giusti Grazie Lam, per tutta la tua dignità».

Intanto, la vicenda dell’arresto e della scarcerazione del capo della polizia giudiziaria di Tripoli si arricchisce di un nuovo capitolo. La Corte penale internazionale ha aperto un fascicolo contro l’Italia visto che Almasri, accusato di crimini di guerra e crimini contro l’umanità dalla Corte dell’Aia, è tornato in Libia senza spiegazioni ufficiali del governo Meloni.

Con Lam Magok e Tuteri ci saranno anche 𝗔𝗹𝗶𝗰𝗲 𝗕𝗮𝘀𝗶𝗴𝗹𝗶𝗻𝗶 (𝗕𝗮𝗼𝗯𝗮𝗯 𝗘𝘅𝗽𝗲𝗿𝗶𝗲𝗻𝗰𝗲) e 𝗙𝗮𝗯𝗶𝗼 𝗠𝗮𝗿𝗰𝗲𝗹𝗹𝗶 (𝗖𝗼-𝗣𝗿𝗲𝘀𝗶𝗱𝗲𝗻𝘁𝗲 𝗱𝗲𝗹 𝗖𝗥𝗘𝗗). 𝗩𝗲𝗻𝗲𝗿𝗱𝗶̀ 𝟭𝟰 𝗳𝗲𝗯𝗯𝗿𝗮𝗶𝗼, 𝗼𝗿𝗲 𝟭𝟴:𝟯𝟬 𝗮𝗹 𝗖𝗶𝗿𝗰𝗼𝗹𝗼 𝗱𝗶 𝗦𝗮𝗻 𝗟𝗼𝗿𝗲𝗻𝘇𝗼, 𝗩𝗶𝗮 𝗱𝗲𝗶 𝗟𝗮𝘁𝗶𝗻𝗶 𝟳𝟯-𝟳𝟱

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