Pnrr Calabria, i comuni fanno meglio della Regione

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Il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (Pnrr) entra nella sua fase cruciale e, a poco più di un anno e mezzo dalla sua scadenza, il quadro che emerge per il Mezzogiorno, e in particolare per la Calabria, è fatto di luci e ombre. Il report “Pnrr Execution: le opere pubbliche di Comuni e Regioni”, pubblicato da Svimez, evidenzia un significativo ritardo nell’avvio dei cantieri regionali, mentre i Comuni mostrano una maggiore capacità di attivazione degli investimenti.

Pnrr, Calabria in ritardo nell’avvio dei progetti regionali

Secondo i dati Svimez, in Calabria è stato avviato solo il 23,5% dei progetti di competenza regionale, un valore tra i più bassi d’Italia, insieme a Basilicata (21,8%) e Sardegna (12,1%). La distanza con le Regioni settentrionali è netta: l’Emilia-Romagna, la Valle d’Aosta e il Veneto hanno superato il 92% di cantieri avviati.



L’analisi evidenzia inoltre che il valore pro capite dei progetti già avviati in Calabria è tra i più bassi del Paese, con soli 44 euro per abitante, rispetto alla media di 98 euro al Sud e 90 euro al Nord. Peggiori solo Basilicata (33,5 euro) e Sardegna (24,8 euro).

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PER APPROFONDIRE: Pnrr, Reggio “modello”: investimenti per cento milioni


Uno dei settori più colpiti da questi ritardi è quello della sanità territoriale. La realizzazione di ospedali di comunità, case di comunità e sistemi di telemedicina è ferma al 30% nel Mezzogiorno, mentre al Nord ha raggiunto il 73%. Anche le infrastrutture per le energie rinnovabili, la mobilità sostenibile e il welfare avanzano lentamente, con il Sud che si attesta al 40% dei progetti in fase esecutiva. L’allarme lanciato da Svimez riguarda anche le possibili rimodulazioni del Pnrr, che potrebbero portare a un dirottamento delle risorse su misure più immediate, come gli incentivi alle imprese, a discapito degli investimenti infrastrutturali necessari per colmare il divario tra Nord e Sud.

I Comuni calabresi più efficienti della Regione

Mentre la Regione fatica a impiegare le risorse del Pnrr, i Comuni calabresi mostrano una maggiore capacità di attivazione degli investimenti, pur rimanendo indietro rispetto ai colleghi del Centro-Nord. Secondo il report Svimez, i Comuni del Mezzogiorno hanno avviato lavori per 5,6 miliardi di euro, pari al 64% delle risorse del Pnrr a loro disposizione. Al Centro-Nord la percentuale sale all’82,3%, con 9,7 miliardi già messi in cantiere. In Calabria, i Comuni hanno avviato il 66% delle opere, un dato in linea con la media del Sud e superiore, ad esempio, alla Puglia (49%).

Un elemento significativo riguarda il valore pro capite delle risorse mobilitate: i Comuni meridionali hanno superato quelli del Centro-Nord, con 281,6 euro per abitante contro 248,4 euro. In Calabria il dato è ancora più elevato, raggiungendo 339,8 euro pro capite, sopra la media del Mezzogiorno.

Questo dimostra che, pur partendo con difficoltà nella capacità progettuale, le amministrazioni locali hanno saputo cogliere le opportunità offerte dal Pnrr, riducendo il divario con il resto del Paese. La sfida ora è recuperare il tempo perso, in particolare per le grandi opere infrastrutturali e sanitarie, per evitare che il gap con il Nord si ampli ulteriormente.

Falcomatà: «Dati Svimez impietosi»

Sulla disparità di risultati tra Regione e Comuni è intervenuto anche il sindaco di Reggio Calabria, Giuseppe Falcomatà, commentando i dati del report Svimez. Secondo il primo cittadino, i Comuni calabresi dimostrano una capacità di spesa quasi tripla rispetto alla Regione, con un divario che supera di gran lunga la media nazionale. Questo evidenzia, secondo Falcomatà, una strutturale difficoltà organizzativa della Cittadella regionale nel gestire e avviare i cantieri del Pnrr, mentre gli enti locali dimostrano maggiore efficienza nell’impiego delle risorse ottenute.

«La Calabria è tra le ultimissime Regioni in Italia quanto a capacità di spesa dei fondi del Pnrr, soprattutto in settori strategici come quello sanitario, dove i ritardi sono perfino più pesanti rispetto ad altre regioni meridionali» ha dichiarato Falcomatà. Il sindaco ha sottolineato come i problemi di gestione delle risorse non siano una novità, ma i numeri diffusi da Svimez confermano un divario allarmante tra la gestione regionale e quella comunale.

«Che la Regione, sulle stesse linee di finanziamento, si sia fermata a un terzo rispetto ai Comuni è un fatto oggettivamente grave, su cui sarebbe opportuno fornire risposte chiare ai cittadini calabresi» ha aggiunto Falcomatà, evidenziando il rischio che i ritardi della Regione compromettano importanti opportunità di sviluppo. Un altro punto critico è la mancata attuazione del decentramento delle funzioni, come nel caso della Città Metropolitana di Reggio Calabria, che da tempo attende il trasferimento di competenze promesso ma mai realizzato. Secondo il sindaco, la Regione continua a centralizzare la gestione di servizi e competenze, come accade per l’ambiente, senza però garantire l’efficienza necessaria per lo sviluppo del territorio.

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«Alla fine a pagare il prezzo più alto sono sempre i cittadini, privati delle opportunità offerte dal Pnrr per colpa di una gestione regionale confusa e poco incisiva» ha concluso Falcomatà, sottolineando l’urgenza di un cambio di passo per evitare di perdere risorse preziose destinate alla crescita della Calabria.





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